ROMA – Un libro che è musica. Un piccolo volume che intreccia la storia di due fratelli alle note delicate di Paolo Fresu, alle immagini di Alessandro Sanna e alle parole di Bruno Tognolini.
Il libro con cd è “Nidi di note. Un cammino in dieci passi verso la musica” ed è uno degli ultimi nati nella famiglia Gallucci.
“Nidi di note” è la storia di Cirino e Coretta, due fratelli che partirono alla ricerca del Sole Suonatore e della Luna Cantante. È un libro che racconta fiabe, mostra figure, suona musiche e recita filastrocche. Si può leggere e ascoltare come un percorso di educazione musicale per i bambini. O come un cammino di scoperta di sé e del mondo per tutti. O come una fiaba incantevole e basta. Il Cd nascosto in questo nido di note contiene un’ora di musica e poesia: i dieci brani originali suonati da Paolo Fresu, Sonia Peana e il Devil Quartet, e le undici tiritere del libro recitate da Bruno Tognolini.
Autore: Giulia Siena
Buona Pasqua da ChrL!
“L’Onda”, l’incontro della bambina con il mare
ROMA – Quando le sue onde giocano e poi si ritirano, il mare lascia sulla spiaggia le conchiglie che portava con sé: una sorpresa inattesa! “L’Onda”, il libro di Suzy Lee pubblicato da Corraini, è la storia dell’incontro di una bambina con il mondo del mare: prima osservato curiosamente dall’esterno, poi sfiorato timidamente e infine “giocato” fra spruzzi e scherzi, con la compagnia di un buffo gruppo di gabbiani. Fino a quando i loro mondi si incontrano con un’onda che colora tutto di azzurro, e si possono raccogliere le conchiglie come il regalo di un nuovo amico.
Le illustrazioni di questo libro sono state realizzate con carboncino e colori acrilici, e rielaborate digitalmente.
Nave di Libri 2012, la crociera letteraria per la festa di San Giorgio
ROMA – Per il terzo anno consecutivo, torna “Una nave di libri per Barcellona”, la minicrociera letteraria che, dal 21 al 24 aprile, trasformerà l’ammiraglia Cruise Roma in una sorta di carro di Tespi galleggiante, con presentazioni di libri, reading, film, musica, teatro ed eventi in cui il cibo e il buon bere si sposa con la cultura. L’iniziativa è organizzata dal mensile “Leggere:tutti” in collaborazione con Grimaldi Lines. La Cruise Roma partirà da Civitavecchia nella serata del 21 aprile dopo aver imbarcato nella mattinata a Porto Torres numerosi passeggeri provenienti dalla Sardegna, regione che con la Catalogna ha da sempre mantenuto collegamenti culturali e di lingua (nella citta di Alghero e in numerosi comuni della provincia di Sassari è diffuso ancora il catalano)
“La nave di libri per Barcellona” coincide con la festa di San Giorgio, i libri e le rose che si tiene il 23 aprile giornata mondiale del libro: la tradizione vuole che a Barcellona e in tutta la Catalogna in questa occasione, gli uomini regalino una rosa alle donne e ne siano contraccambiati con un libro. Così la città si riempie di rose e di libri con reading degli scrittori e recital di poeti tra ramblas, piazze e giardini.
Per questa edizione, la nave Cruise Roma ospiterà a bordo scrittori come Carlo Lucarelli, Maurizio De Giovanni, Massimo Carlotto e il vincitore del Campiello 2011 Andrea Molesini, Franco Matteucci, Ennio Cavalli, Roberto Riccardi, Andrea Prato(saranno una quindicina gli scrittori presenti) e lo spagnolo Pedro Casals. Tra gli appuntamenti in programma si ricorderà Enrico Mattei nel cinquantenario della morte con il libro Il prezzo del coraggio di Rosario D’Agata e una mostra in collaborazione con Eni. Sulla Nave sarà allestita anche la più grande libreria navigante in cui saranno presenti per tutto il viaggio i librai del gruppo Arion che collabora all’iniziativa.
Durante il viaggio anche il cibo e il buon vino avranno ampio spazio con incontri specifici di approfondimento sulla storia e contaminazioni tra la cucina italiana e spagnola, coordinati da Bruno Gambacorta del Tg2, autore del libro Eat Parade con la partecipazione di Camillo De Berardinis presidente di ANCD CONAD. Inoltre, degustazioni di vini italiani e spagnoli guidate dal sommelier e volto televisivo Alessandro Scorsone, accompagneranno proposte gastronomiche di chef famosi come Gennarino Esposito e Cristiano Andreini, in un evento organizzato in collaborazione con la De Cecco che presenterà il libro Pasta d’Autore. Il programma prevede anche proiezione di film in collaborazione con l’Isola del cinema con la partecipazione di registi come Pippo Mezzapesa con il film Il Paese delle spose infelici e Ivan Cotroneo con La kryptonite nella borsa. Spazio anche al sociale con l’anteprima del film La Ballata dei precari e un omaggio al grande scrittore argentino con Un Amor de Borges con Inés Sastre praticamente mai proiettato in Italia. Grazie alla collaborazione con l’AGIS Lazio anche il Teatro sarà presente tra le varie attività proposte durante la navigazione: i passeggeri potranno assistere allo spettacolo diretto ed interpretato da Antonello Avallone Novecento – La leggenda del pianista sull’Oceano, tratto dal libro di Baricco.
Si arriverà a Barcellona nel pomeriggio del 22 Aprile e dopo aver assaporato un primo contatto con la città passeggiando lungo le ramblas, ritornando in tarda serata si avrà la sorpresa di vedere trasformato il ponte della nave, illuminato a festa, in un grande palcoscenico, dove si esibirà in un concerto Teresa De Sio.Passaggio obbligato per tutti compresa la comunità italiana di 50.000 residenti ai due grandi stand tricolori che leggere tutti allestirà sulla Rambla grazie alla collaborazione dell’Istituto Italiano di cultura e dell’associazione dei librai della Catalogna. Tutti i passeggeri potranno poi immortalare la festa dei libri e delle rose scattando foto che ritraggano i festeggiamenti organizzati per Sant Jordi e l’atmosfera gioiosa e animata. Tutte le immagini parteciperanno al Concorso Fotografico “Scatta una foto a Barcellona”, con premiazione finale a bordo della nave prima dell’arrivo a Civitavecchia ai vincitori andranno in premio macchine fotografiche digitali, mentre le immagini selezionate verranno pubblicate sul numero di maggio di “Leggere: tutti”.
VerbErrando, cronaca delle parole. Milano è…
MILANO – Milano è la città che meglio di qualunque altra ti restituisce te stesso. Vive auto-fagocitandosi e per sopravvivere devi imparare a prenderti cura di te altrimenti ti perderai. E’ come l’amico tormentato che ognuno di noi ha avuto almeno una volta nella vita, da interpretare, attendere, conquistare, giorno dopo giorno. Le vite a Milano non si intrecciano, camminano in parallelo, condividendo spazi in silenzio, con mestizia che a tratti diventa tristezza.
A Milano ridono i ragazzi, quelli che incontri per strada, all’uscita delle scuole o quelli che trovi sul metrò, con i loro i-phone alla mano mentre si raccontano storie di poco conto, ma che so perfettamente (anch’io un tempo ebbi quell’età) essere per loro tutto… tutto il loro mondo.
Quando è primavera Milano è la città migliore, lo dicono i milanesi, quindi ci credo. Non fatico io stessa a rintracciarvi il fascino spregiudicato della metropoli frenetica che si prende del tempo per guardarsi attorno, per sorseggiare una cedrata. Dal metrò scendo a Moscova, voglio arrivare in centro passeggiando per qualche isolato. Appena esco, ad accogliermi, c’è la libreria Utopia. Due piani che si estendono verso il basso, il fondo, il retro… due piani di libri accatastati con dovizia… la tipica libreria che ti rimanda al passato, a quei negozi dove lo spazio era sempre poco rispetto ai libri che si ospitavano. Ci sono gli odori delle carte, gli odori che trovi nelle tipografie o nelle biblioteche. Non riesco mai a uscire da una libreria senza portare via dei pezzi di poesia… Utopia è perfetta per lasciarmi Esenin e la sua Russia:
“Non insultatemi. Ecco la mia tragedia!/ Io non sono un mercante di parole/ E non ho colpa se la mia testa è sconvolta,/un tempo sembrava d’oro./ Dite che non amo il mio villaggio né la mia terra:/Ma allora, come avrei potuto vegliare su di loro?/Sto per lasciare tutto ciò che possiedo. Con la barba selvaggia,/Me ne andrò vagabondo: così vuole la Russia./Dimenticherò i miei poemi, i miei libri:/ M’attaccherò al collo una cornamusa/ Se è vero che proprio ai nomadi il vento suggerisce/ Nella vasta pianura le canzoni più belle/…”
Esco con il mio amico nella borsa e riparto alla ricerca del centro. Non conosco bene la strada, ma ho le sue parole con me e scelgo a sensazione la direzione che più mi richiama per appartenenza. E’ così che mi perdo per Corso Garibaldi. Quando mi perdo succedono sempre cose meravigliose. Sarà che quando ci si perde l’attenzione si affina per ritrovare la strada giusta e allora tutto è visibile, niente sfugge, nemmeno il più piccolo particolare.
Per la strada c’è aria di paese… due anziani signori seduti su una panchina che si scambiano suggerimenti su come navigare in internet dall’i-phone (è ormai chiaro che sono rimasta l’unica a non possederne uno), nonni con nipoti in bicicletta, signore al bar che bevono il caffè e parlano dei figli e delle loro vite impegnate. C’è un fioraio che vende mazzetti di lavanda avvolti in coni di carta… solo che accanto ha segnato un prezzo che restituisce immantinente a quel luogo la sua vera identità: una strada centrale di Milano.
Con la delusione di chi scopre un inganno, proseguo fin quando i miei occhi non inciampano in un’insegna che oscilla avanti e indietro… dal vento…
“Libreria del mondo offeso”
… suona come una canzone bella.
Una freccia sotto il nome mi invita a seguire la strada. So di allontanarmi sempre più dalla meta e di rischiare di perdermi oltre misura, ma non è forse la curiosità di scoprire l’ignoto che ci trascina verso le catarsi? Seguo la prima freccia, la seconda e la terza… le cose migliori sono nascoste alla vista… richiamano alla ricerca, alimentano il desiderio, richiedono determinazione e il tempo… le scoperte richiedono tempo…
“Se per Itaca ti metti in viaggio / augurati che il cammino sia lungo / pieno di avventure, colmo di esperienze. / Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi / O l’irato Posidone: / non avrai questo genere di incontri sulla tua strada / se il tuo pensiero resta altro e squisita / è l’emozione che t’invade il cuore e il corpo. / Non incontrerai i Lestrigoni e i Ciclopi / né il grifagno Posidone / se non li porti dentro di te, / se la tua anima non te li mette davanti.”
Entro nella corte, poi nel palazzo di sinistra… seguo diligentemente tutte le indicazioni e, al piano terra, ecco la porta… Varcare quella soglia si rivelò il passo migliore che avrei fatto quel giorno. Se il primo libro che vedi è un gigantesco tomo di finissima fattura di Carmelo Bene vuol dire che sei in un posto speciale… non intravedere nessun libro di Faletti ti rassicura sulla sensazione iniziale, scoprire che la proprietaria è Laura ti conferma di trovarti nel luogo giusto.
Laura è una donna bionda, minuta, con capelli arruffati tenuti insieme da un fermaglio o un elastico, comunque legati dietro la nuca. Ha gli occhiali e il sorriso imbarazzato della debuttante quando ti confida a voce bassa che la libreria è aperta da soli tre anni e mezzo… strano perché sembra esserci da sempre.Laura parla a voce bassa e quando lo fa sorride sempre. Si commuove quando le dici che dentro quella stanza si consuma un mondo fantastico perché lei, come tutti i librai indipendenti, lotta continuamente per rimanere in piedi. Alla domanda “Organizzate presentazioni letterarie?” risponde che organizza tutto ciò che abbia un peso e, quando dice ‘peso’, Laura scandisce tutte e quattro le lettere fino a farla diventare una parola mooolto luuunga, molto pesante, appunto. Mi mostra “Tristano muore” di Tabucchi e poi il logo sul loro volantino “Vedi?” indicando le due immagini “… lo abbiamo preso da lui”, poi bacia il libro con devozione e lo riposa sul tavolo.
Parliamo dei luoghi non luoghi, di quanto le socialità ormai si svolgano solo sugli schermi di un pc o su quelli di un cellulare, mentre luoghi veri come il suo sono pieni di sedie e sgabelli vuoti. “Riempiamola di persone questa libreria!” le dico con fermezza, lei, come la protagonista di un libro di Jane Austen, con compostezza si commuove e risponde “lo amerei tanto”. Le chiedo come mai ha aperto una libreria e mi risponde che nella vita ha sempre e solo desiderato prendersi cura delle persone e poi aggiunge “avrei voluto aprirla a Roma…” riconoscendo dal suono delle mie vocali un’origine capitolina “… ma poi ho pensato che Milano ne avesse più bisogno”.
Vado via con la promessa di tornare, Laura si è impegnata a trovare per me un libro di Kavafis, una raccolta di poesie che cerco da anni… esaudire un desiderio mi pare un modo perfetto per prendersi cura di una persona.
La passeggiata porta verso il Duomo e poi verso via Torino. In tutt’altra libreria e in tutt’altro ambiente, in una Fnac qualunque, c’è Roberto Andò che presenta il suo romanzo “Il trono vuoto”. Una schiera di moschettieri di eccezione lo accompagnano: il giornalista Aldo Cazzullo che, dopo il suo intervento lascia la sala causa febbre, Moni Ovadia e, il D’Artagnan del caso, Umberto Eco… mi domando che libro mai potrà essere per smuovere Lui in persona, poi Andò dice “…quando ho telefonato al mio amico Umberto per invitarlo a presentare il libro…” e smetto domandarmi cose… essere amici di Eco comporta indubbiamente dei privilegi.
Parlerei volentieri della trama del libro, ma troverete facilmente valide recensioni su tutti i più importanti siti di settore, con interventi di relatori prestigiosi come Walter Veltroni e Matteo Renzi. La presentazione, in sé sarebbe stata interessante se non si fosse respirato quell’odore di naftalina che caste intellettuali del genere diffondono, con le prime due file di sedie rigorosamente riservate ai “vip”, a donne con collane di perle al collo e a uomini in giacca e cravatta con sorrisi paretici sul volto. E allora avverto cose (lo so, retoriche) …lo stacco tra questa libreria piena di gente e la libreria del mondo offeso, piena di vuoto… Eco ad appannaggio di alcuni, dei soliti e non lì, a raccogliere persone, a parlare di altro, di altri… di gente nuova, del futuro… mi domando cosa ci faccia io qui. Poi mi ricordo che c’è Umberto davanti a me e che lui è il mio santone, del quale sarei disposta a stampare immaginette sacre da distribuire in strada. Così resto fino alla fine, godo della sua ironia colta e raffinata e poi, appagata e satolla di sofisticazioni, me ne torno verso la mia casa di Milano.
Seduta in metrò, penso… alla strada percorsa oggi, al mio viaggio, al lungo cammino… penso al vento, alle canzoni belle, a Esenin e Kavafis… penso a quanto sia lontana la Grecia… a quanto lo sia la Russia… a quanto queste due terre mi appartengano… a quanto io non appartenga a niente. Perché da anni ho deciso di essere una nomade e di cantarmi canzoni belle che mi indichino la via.Perché da anni ho deciso di prendere un vaso, riempirlo di terra e delle mie radici e di portarlo sempre con me. Perché da anni ho capito che la casa non è un luogo ma qualunque posto parli di me.
Libreria Utopia – piazza Moscova – Milano
Sergej AAleksandrovic Esenin – “Russia e altre poesie” (ed. Baldini Castoldi Dalai)
Kostandìnos Kavafis – Itaca da “Tra queste stanze buie-poesie morali” (ed. Passigli)
Libreria del mondo offeso – Corso Garibaldi, 50 (cortile interno) – Milano
Roberto Andò – “Il trono vuoto” (ed. Bompiani)
Veruska Armonioso per ChrL.
“Pronto in tavola”, le ricette direttamente in cucina
ROMA – Aliberti porta in libreria “Pronto in tavola”, il nuovissimo libro di Cecilia Lombardini. Gli impegni dentro e fuori casa rischiano dì farci trascurare il piacere di cucinare e di gustare un pranzetto fatto con le nostre mani. L’autrice dì questo libro ci viene in soccorso con una serie, di ricette gustosissime, molto facili e veloci da preparare. Dall’antipasto al dolce i trucchi per un alimentazione varia e sempre buona, per tutta la famiglia, dai più piccoli ai più anziani. Lo speciale formato di questo libro vi permetterà di consultare le ricette mentre cucinate: mettetelo in piedi sul tavolo formando una v rovesciata con la copertina e cominciate a sfogliarlo come un calendario fino a trovare la ricetta che fa per voi.
“Ho sempre avuto una passione grandissima per la cucina, lo faccio spesso e volentieri perché mi diverto. Però, lavorando, il tempo è sempre poco. E così, visto che mettersi ai fornelli è obbligatorio, ho pensato di condividere questa passione con le mie figlie di sette e dieci anni”.
“Saremo Alberi”, apriamo le porte alla primavera
ROMA – “Disegnare gli alberi srotolando una corda…”
Ottimo libro per salutare la primavera appena arrivata. Per i bambini è in libreria “Saremo Alberi” di Mauro Evangelista, il nuovo libro delle edizioni Artebambini. Nella terra dormono tantissimi semi che attendono di svegliarsi. Se proviamo a chiedere quale albero sperano di diventare ed ascoltando con attenzione, riusciremo a sentire le loro risposte. Sulle pagine del libro si manifestano allora i desideri e le speranze di questi piccoli semi. Saranno alberi forti – magri – tristi – eleganti… ognuno con la sua particolare forma ed anche il suo particolare… carattere! Le immagini del libro nascono dalla manipolazione di una piccola corda. I fili intrecciati si dipanano e si allargano disegnando una figura che si sviluppa seguendo un processo di crescita simile a quello degli elementi del mondo vegetale. Una storia che ci parla con semplicità dell’infinita bellezza del mondo ma anche dell’importanza delle differenze regalandoci una sorpresa finale: una pagina-laboratorio su cui far crescere il nostro albero da far vedere e… toccare! .
VerbErrando, cronaca delle parole: la Poesia
lasciarmi portare
da ciò che avrebbe potuto essere bello
e ho resistito senza sapere
senza capire perché
con tutte le mie forze
contro…la gioia.
Ho dovuto soffrire senza ragione
per me
per lamentarmi
per avere qualcosa su cui piangere.
Adesso, ho così ben scavato
con le mia lacrime la fossa
che posso davvero seppellirmici.
Eppure credo di aver amato da lontano
tante cose diverse
ma sempre mancava qualcosa
Un sapore di sogno
un po’ d’incanto
perché bisognava soffocare
i ricordi teneri.”
Marie-Jo Simenon era la figlia di George. George scriveva. Lui inventava personaggi a cui affidava compiti importanti, tipo cercare gli assassini, rincorrere i delinquenti, far innamorare donne misteriose, conquistare città inarrivabili all’altro capo dell’oceano. Seppe inventare tutti i tipi di uomo, ma non quello giusto per Marie. Così lei morì.
Il 19 maggio 1978 si sparò un solo colpo con una calibro 22 e tutto finì. Gli echi delle corde della sua chitarra, le lettere al padre, le poesie, le parole alla rinfusa scritte su carte di fortuna… niente più niente… il suo niente… così vuoto di esseri… così pieno di sé… di se… lei era una mongolfiera che proprio non riusciva a volare. Eppure voleva. Lei viveva lo struggimento di sapere che la vita non ha fine e che vivere è arduo ovunque. Natsume Sōseki lo diceva.
“È difficile vivere nel mondo degli uomini.
Quando il malessere di abitarvi s’aggrava,
si desidera traslocare in un luogo in cui la vita sia più facile.
Quando s’intuisce che abitare è arduo,
ovunque ci si trasferisca,
inizia la poesia…”.
Nel 1906 scriveva “Guanciale d’erba” e dipingeva ad acquerelli l’essere poeta… un destino che non ha niente a che fare con la vocazione o l’ambizione… il poeta è un essere per il quale “Completare è diminuire”. “ Non guardo nulla. Ma proprio perché sul palcoscenico della mia coscienza non si muove nulla che sia rivestito di un colore sgargiante, riesco a identificarmi in qualsiasi cosa. Eppure mi sto muovendo. Né dentro né fuori da esso. Tuttavia mi muovo […] Se proprio mi si costringesse a spiegarmi, affermerei che il mio animo vibra con la primavera.” Il poeta… un uomo, “… un uomo che, avendo limato da questo mondo quadrangolare un angolo chiamato buon senso comune, vive in un triangolo”. Questo fu anche Nazim Hikmet, nato a Salonicco quando era ancora Turchia, russo di adozione… passò tutta la sua vita lontano. Lontano dalla sua donna, lontano da suo figlio, lontano dalla sua terra… lontano dal carcere, lontano dalla morte. Lontano… solo… visse in amore. Scrisse d’amore. Per la libertà di cui si fece bandiera, per le donne, per la vita, per la meraviglia, per il potere del divenire, del cambiamento, del rinnovamento “Il miracolo del rinnovamento / mio cuore / è il non ripetersi del ripetersi”. Vivere, osare, assumersi il rischio di essere audaci, perché la vita non è uno scherzo…
“…Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell’al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio al punto tale
che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate
o dentro un laboratorio
col camice bianco e gli occhiali
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conosci la faccia
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più vero della vita.
Prendila sul serio
ma sul serio al punto tale
che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita sulla bilancia
peserà di più.”
Gente così muore una volta sola, e quando lo fa non è nemmeno per sempre. Invece noi? Noi che non siamo audaci se non in apparenza, noi che non abbiamo ricevuto lezioni di educazione sentimentale, che non conosciamo le geografie delle nostre emozionalità, che non combattiamo se non per il nostro pasto, noi, chi siamo noi?
Che la poesia sia con noi e con il nostro spirito. Che questa primavera ci aiuti a transitare… verso il risveglio o il lento abbandono… comunque verso un qualche dove. Che questo transitare sia in poesia, in divenire… di desideri inespressi, di giochi mai iniziati, di incontri al buio, di avviamenti, di raccordi… …che questa primavera sia vita, amici! Che questa primavera sia vita!
21.03.2012
Giornata mondiale della poesia.
Morte di Tonino Guerra.
Primo giorno di Primavera.
George Simenon – Memorie Intime (ed. Adelphi)
Natsume Sōseki – Guanciale d’erba (ed. Neri Pozza)
Nazim Hikmet – Poesie d’amore (ed. Mondadori)
Veruska Armonioso per ChrL.
Giunti: “La prova del cuore. Le mie ricette, la mia passione”
ROMA – “La prova del cuore. Le mie ricette, la mia passione”, il nuovo, nuovissimo libro di Giunti in collaborazione con Rai Eri. Cristian Bertol, chef e proprietario del ristorante “Orso Grigio” in Val di Non (Trentino), una stella Michelin, è un personaggio molto noto in televisione, amato e conosciuto da tutto il pubblico della “Prova del cuoco”, a cui partecipa dal 2007. Il volume contiene 60 ricette – molte tra quelle presentate alla “Prova del Cuoco” – illustrate con foto di alta qualità, precedute da un’ampia introduzione sullo chef e sulla sua attività. Introduzione di Giovanni Mosna.
“Odio la matematica!”, il problema di non saper risolvere i problemi
ROMA – “La maestra ha detto che se mi esprimessi in matematica con la stessa abilità con cui mi esprimo in italiano, sarei il primo della classe. Ecco la dimostrazione che la maestra Flora ha una fissa per questa materia: anche quando usa gli aggettivi anziché pescare tra quelli qualificativi, sceglie i numerali.”
Leo ha quasi undici anni e il suo grosso problema sono i problemi di matematica; lui odia trovare soluzioni numerali a quesiti matematici. “Odio la matematica!” di Emanuela Da Ros (già autrice di “Avventure in cucina” e “Ricette per ridere”) e pubblicato dalle Nuove Edizioni Romane, è un simpatico volumetto che tratta un piccolo “dramma” quotidiano con semplicità e spensieratezza.
Leo adora la maestra Flora nonostante quest’ultima sia così affascinata e presa dai numeri da non accorgersi che a lui questi “scarabocchi” non vanno proprio giù. Ma, con il tempo, Leo imparerà che anche la matematica ha qualcosa di comprensibile e che la maestra Flora non è solo una maestra, ma una donna con la propria sensibilità e i suoi grandi e piccoli problemi.