Direttore. Per gli amici: il direttore di ChrL. Pugliese del nord, si trasferisce a Roma per seguire i libri e qui rimane occupandosi di organizzazione di eventi e giornalismo declinato in modo culturale e in salsa enogastronomica. Fugge, poi, nella Food Valley dove continua a rincorrere le sue passioni. Per ChrL legge tutto ma, come qualcuno disse: "alle volte soffre un po' di razzismo culturale" perché ama in modo spasmodico il Neorealismo italiano e i libri per ragazzi. Nel 2005 fonda la rubrica di Letteratura di Chronica.it , una "vetrina critica" per la piccola e media editoria. Dopo questa esperienza e il buon successo ottenuto, il 10 novembre 2010 nasce ChronicaLibri, un giornale vero e proprio tutto dedicato ai libri e alle letterature, con occhio particolare all'editoria indipendente. Uno spazio libero da vincoli modaioli, politici e pubblicitari. www.giuliasiena.com

“10 Libri di un economista”, saggi e manuali per capire l’economia

PARMA – Luigi, un nostro lettore che lavora in ambito economico, consiglia i “10 Libri di un economista”. La scelta dei volumi è dedicata a chi, nel tempo libero, vuole approfondire alcune tematiche economiche che caratterizzano il nostro sistema sociale  e stile di vita e, più in dettaglio, gli elementi che caratterizzano il nostro sistema economico in crisi secondo alcuni autori.

 

1. Il denaro «Sterco del demonio» di Massimo Fini, 2012, Marsilio

2. Super crunchers di Ian Ayres, 2008, Sperling & Kupfer

3. Il cigno nero. Come l’improbabile governa la nostra vita si Taleb Nassim N., 2009, Il Saggiatore Tascabili

4. Eating planet 2012. Nutrirsi oggi: una sfida per l’uomo e il pianeta curato da Barilla Center for Food & Nutrition, 2012, Edizioni Ambiente

5. Euroschiavi. Chi si arricchisce davvero con le nostre tasse? La Banca d’Italia, la grande frode del debito pubblico e i segreti del signoraggio di Marco Della Luna e Antonio Miclavez , 2007, Arianna Editrice

6. L’ABC dell’economia e altri scritti di Ezra Pound, 1994, Bollati Boringhieri

7. La scommessa della decrescita di Serge Latouche, 2009, Feltrinelli

8. L’economia della truffa. I limiti dell’economia globale, la storia di una crisi annunciata
di John K. Galbraith, 2009, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli

9. Soros su Soros di George Soros Editore: Ponte alle Grazie, 1998

10. Petrolio di Pier Paolo Pasolini, cur. De Laude S., 2005, Mondadori

“Il gatto Mardì e le parole misteriose”, le parole che aiutano l’integrazione

Giulia Siena
ROMA
– Da piccolo il gatto Mardì era davvero curioso e alle volte si metteva nei guai. Fu grazie a questi che divenne, da grande, un gatto intelligente e saggio. Mardì ora abita con Madame Benzakè a Parigi, in rue Saint Gilles. Proprio al portone di questo palazzo un giorno compaiono delle parole misteriose.

Sono parole un po’ strane di una lingua lontana. Allora Madame Benzakè chiama una signora che riconosce la parola scritta in russo; sul portone, con una bomboletta spray, c’è scritto “cacca”. Ma a chi è venuto in mente di imbrattare il palazzo con questa strana parola? Gendarmi, Madame Banzakè e Mardì presidiano le finestre e tengono sotto controllo il portone per scoprire il misterioso “scrittore”.

I protagonisti hanno pensato a tutto e a tutti, ma non a qualcuno che è stato cacciato da quel palazzo per la lingua e la cultura diversa. Chi è? Sarà forse lui o lei il colpevole?

“Il gatto Mardì e le parole misteriose” scritto da Luisa Accati, illustrato da Nicoletta Costa e pubblicato nella collana Prime Letture della Emme Edizioni è una storia semplice, ricca di contenuti educativi e perfetta per le prime letture d’estate.

 

“10 Libri dell’estate da Arkadia Editore”

CAGLIARI – Per quanto sia difficile pensare che esista una stagione della “lettura”, l’estate ci rimanda immancabilmente al piacere di godere del nostro tempo libero, per coltivare le nostre passioni o per iniziare a dedicarci a quelle che da tempo reclamano la nostra attenzione. L’estate è dei lettori più incalliti che attendono con ansia il relax estivo per divorare pile di libri, ma anche di coloro che proprio con la complicità dell’ombrellone o di un comodo divano scopriranno il piacere di perdersi tra le righe di una storia. Queste le storie che suggerisce Arkadia editore:

1. Asia non esiste di Emanuele Cioglia
Collana Eclypse
pagine 264
euro 16,00
Perché uomini e donne apparentemente ricchi e felici, decidono di togliersi la vita? Un vero e proprio rompicapo per il commissario Libero Solinas che cerca di scoprire il collegamento tra i misteriosi suicidi. Tra bottiglie di birra, moti di arguzia e battute di spirito, fino a un incontro non proprio casuale che lo rimetterà nella giusta pista, Libero Solinas ci trascina per le strade di una città senza tempo e senza pietà.

2. La sposa di Tuthankamon di Claudia Musio
Collana Eclypse
pagine 272
euro 16,00
La storia del faraone più noto della storia raccontata da colei che ne fu sorella, moglie e vedova. Trascinata suo malgrado all’interno della mischia che vede i partigiani del dio Aton contrapposti ai sacerdoti di Amon, la giovane Ankhesenamon, ormai sposa di Tutankhamon, si ritroverà alla morte di suo padre Akhenaton, a essere insieme al suo giovane sposo l’ago della bilancia di una contesa il cui premio è l’Egitto .

3. Sotto i ponti di Yama. Calcutta: il lato oscuro dell’India moderna di Salvatore Bandinu con Prefazione di Don Franco Barbera.
Collana Limes
pagine 228
euro 15,00
La perversa logica della globalizzazione e i suoi devastanti effetti ben visibili sotto i ponti di Calcutta, offrono all’autore gli spunti per una riflessione che va oltre il consueto pietismo. Un lucido cammino attraverso l’indian dream contapposto a quello della più sordida miseria che affligge un popolo di mendicanti e senzatetto che portano giorno dopo giorno una lotta sistematica per la sopravvivenza.

4. Abrasax. Complotto in Vaticano di Marcel Martin
Collana Eclypse
pagine 304
euro 15,00
Un complotto mondiale contro la Chiesa dove si giocano non solo i destini di alcuni uomini ma anche quelli di una fede millenaria. Un caso intricato apparentemente senza via d’uscita. Ambientato tra Europa e Stati Uniti, Abrasax è un thriller raffinato, denso di momenti drammatici.

5. Boati di solitudine di Bruno Furcas e Salvatore Bandinu.
Collana Eclypse
pagine 224
euro 14,00
Due storie di abbandono e solitudine, accomunate dalla sofferenza dei protagonisti Un romanzo che ci porta dentro un mondo sconosciuto, nel quale si diventa adulti troppo presto.

6. Buenos Aires troppo tardi di Paolo Maccioni
Collana Eclypse
pagine 332
euro 16,00
Eugenio Santucci giunge a Buenos Aires per portare a termine la parte letteraria di una guida turistica innovativa. In un turbinare di eventi, incontri, passeggiate “narrarative” emerge lo spettro della dittatura e dei desaparecidos, e l’affresco di una società passata attraverso destini di violenza e resurrezione.

7. Dalla scura terra di Antonio Pellegrino
Collana Eclypse
pagine 320
euro 16,50
Irlanda, in un futuro prossimo alcuni ricercatori si concentrano sul ritrovamento di due corpi avvinghiati nella morte e sprofondati nella torba. Che segreto nasconde la loro morte? Perché tanto interesse intorno agli studi che la dottoressa O’Connor sta svolgendo sui corpi ritrovati? Un’avventura mozzafiato tra guerra e passione, amore e violenza.

8. Dal primo alla zeta di Renata Asquer
Collana Eclypse
pagine 144
euro 14,00
Betta, costretta a letto da una lunga malattia riversa sulla carta i ricordi di una vita. Dall’infanzia ai figli, passando per viaggi, volti, profumi e sensazioni che si accavallano e si fondono in una potente rievocazione che ci conduce avanti e indietro nel tempo. Una storia che coinvolge e lascia un senso di allegria, pur nella
drammaticità di certi eventi.

9. Il piano zero di Giampaolo Cassitta
Collana Eclypse
pagine 164
euro 14,00
Una stagione afosa, la strage di Bologna, l’esplosione del DC9 su Ustica e il treno Italicus. E l’amore tra un magistrato e una terrorista. Un romanzo che dipinge un’epoca di sconvolgimenti, capace di portarci indietro nei tempi bui della storia del nostro paese.

10. Il sangue di Cristo di Michele Pio Ledda
Collana Eclypse
pagine 232
euro 15,00
Minnui ama Mallena di un amore intenso e vero. Intorno a loro una comunità contadina pervasa dall’effluvio delle uve pigiate e pronte per diventare vino. Un contesto idilliaco nel quale però tramano l’invidia, la paura e la cattiveria, che esploderanno all’improvviso decidendo le sorti di coloro che chiedono soltanto di vivere la propria esistenza.

“Gli Stranieri”, in guerra per una terra

ROMA – “La guerra di chi lottava per non perdere la propria terra fu vinta da chi lottava per conquistarsi una patria”.
“Gli stranieri”, il libro scritto e illustrato da Armin Greder, è una delle ultime novità targate Orecchio Acerbo Editore. Dedicato ai ragazzi, il racconto di Greder è una lirica senza età e senza tempo poiché racchiude una poesia universale, che inneggia al rispetto della propria e altrui libertà.
“Era una terra di sabbia e pietre e poco altro. Ma era la patria di un popolo. Su questa terra la gente si occupava delle proprie capre e aspettava il maturare delle olive e la sera i vecchi raccontavano le loro storie ai giovani così che potessero ricordare chi erano.” Qui un giorno arrivarono gli Stranieri a rivendicare il possesso di quella terra dalla quale erano stati cacciati. Ma il popolo non capiva: i loro figli stavano crescendo lì, loro vivevano lì, i loro padri erano vissuti lì e in quella terra avevano dato sepoltura ai nonni dei loro padri.

Dopo anni in giro per il mondo a vivere come nomadi in terre che non li appartenevano, gli Stranieri ora reclamano la loro terra e sono pronti a tutto pur di riaverla. Ma come può un’unica terra accogliere due diversi popoli? Comincia così una guerra e la costruzione di un muro, la divisione fisica e l’odio profondo.

 

La tragica storia di popoli erranti diventa poesia in questo libro di Greder. Le sue parole, il suo modo di scrivere (e illustrare) richiama alla poesia italiana del Novecento. Leggendo “Gli Stranieri” ci si accorge di un legame (forse voluto o forse no) con “Alle fronde dei salici” (da Giorno dopo giorno del 1947) di Salvatore Quasimodo. Il poeta siciliano prese spunto dal Salmo 137 della Bibbia dove si narra che gli ebrei avevano appeso le loro cetre sui rami dei salici e avevano perso la gioia di cantare perché prigionieri in terra straniera. Oggi, come già nei secoli passati, l’esodo e l’emigrazione sono temi cari a una scrittura che per bellezza e sensibilità diventa pura poesia.

“10 Libri dell’estate da Avagliano, Fermento e Nobel editore”

ROMA – Il Consorzio Milonga racchiude Avagliano, Fermento e Nobel, tre realtà editoriali autonome e con un’identità culturale ben definita. Da qualche anno i tre marchi fanno parte di un’unica socità, il Consorzio Milonga, rimanendo comunque delle case editrici indipendenti. Avagliano, Fermento e Nobel offrono ai lettori una gamma di titoli completa e oggi a ChronicaLibri suggeriscono i “10 Libri dell’estate da Editore”.

 

1. Spaghetti all’acqua di mare di Gaetano Afeltra, sapori di una infanzia    meridionale nei racconti cotti a puntino dalla penna (Avagliano).

 
2. Ravello di Domenico de Masi, dove natura, storia e cultura infondono al paesaggio e allo spirito i lussi del nostro tempo: silenzio e bellezza (Avagliano).

 
3. Quando eravamo povera gente di Cesare Marchi, il libro che ti strappa un sorriso in tempo di crisi. (Avagliano)

 
4. Dalle dune color zafferano del deserto della Libia arriva la storia di una donna che ha amato un mercenario. Passione e ricatti ne Il mercenario di Gheddafi, di Mariù Safier (Avagliano).

 
5. Un bambino affetto da un male incurabile e il suo mito calcistico: Giorgio Chinaglia. Come vincere la malattia grazie alla forza delle passioni ne Il talento della malattia, di  Alessandro Moscè (Avagliano).

 
6. Andate in vacanza con La crociera di Virgnia Woolf  (Nobel), un classico finalmente riportato alla luce.

 
7. Il Marocco di Valeria Maccagni, è tutto da vivere attraverso le immagini dei villaggi berberi, dei souk formicolanti, delle oasi e dei deserti (Fermento)

 
8. Indocina di Valeria Maccagni, il lontano sud-est asiatico, terra misteriosa da scoprire pagina dopo pagina (Fermento).

 
9. Per i romani che restano in città o per chi decide di venire a vistare la Città eterna, Camminate romane di Pietro Borromeo. (Fermento)

 
10. Una intramontabile storia d’amore, Romeo e Giulietta, di    Davide Orsini, ma riadattata in prosa e per tutti (Fermento).

VerbErrando: Così in terra – l’out of the blue del 2012

Veruska Armonioso
ROMA – “Sai cosa vorrei? Rubare il freddo dell’inverno, accussì, quando viene lo scirocco, avrei sempre un po’ di sbrizzìo di vento sulla pelle e sul cuore. Di una storia, invece, vorrei ricordare solo gli attimi prima. L’attimo prima di pescare il pesce, l’attimo prima di toccare le mìnne, l’attimo prima di assaggiare l’arancia. Poi, se un giorno imparo a scrivere, mi inventerei una storia tutta di “non”: quando non sono partito, non ti ho salutato, non sono andato altrove, non lavoravo sotto un padrone e quando non ci fu la festa di piazza, non ballai con una femmina troppo bona, non ci posai un bacio in bocca lungo e sapurìto e lei non mi disse subito: baciami ancora, amore mio.”

Ci sono sapori di tanto tempo fa, quando avevi ancora qualcuno da amare in modo viscerale e semplice, senza sofisticazioni, particolari attenzioni, forzature, estetica. Quel qualcuno da amare aveva il sapore di vecchio, di trascorso, di liso, ma liso per usura, non per strappo. Se non perdi non sai cosa vuol dire restare senza, e se perdi impari cosa vuol dire ricordare. Tra i ricordi di chi c’era prima e l’intuizione di chi arriverà, ci sei tu. Con i tuoi sogni, le aspettative, i progetti, i sentimenti. Tra i ricordi di chi c’era prima e chi arriverà c’e il tuo presente.
Ho appena terminato il mio presente con lui che è diventato, da qualche minuto, chi c’era prima. Ora ci sono io. “Così in terra” di Davide Enia è il mio lui,  il mio out of the blue letterario di quest’anno.

Quando mi chiedono come editor e agente letterario con che criterio scelga i romanzi su cui lavorare, io rispondo sempre allo stesso modo.
Un libro deve possedere il mistero degli dei, la percezione che contenga una rivelazione dentro di sé a rilascio lento.
Poi, deve possedere una grande umiltà linguistica, perché la sofisticazione non deve mai essere artifizio stilistico, lo scrittore è come un pugile, se ti misuri con qualcuno devi sfoderare tutte le tue armi, ma fuori dal ring “non devi mai approfittare della tua superiorità, sennò sei un uomo di merda”.
In fine, deve essere universale, vale a dire giusto per tutti, senza nicchie, caste, gruppi o elite di preferenza. Arrivare a quante più persone possibili parlando a tutti, questa è la missione: “le parole servono sempre, basta che siano esatte. Quando un messaggio non passa è perché il vocabolario dell’interlocutore non contempla quelle parole”.

“Così in terra” è una lettura a più livelli, a strati: più a fondo vai più significati trovi, proprio come accade nella vita vera, in cui gli eventi puoi leggerli in modi diversi, a piani diversi a seconda degli occhi con cui li guardi. Ché poi la letteratura e, prima ancora la poesia, sono proprio questo, simulazioni di vita, di altre vite possibili, sognate, desiderate, odiate, temute, ma vite, pur sempre vite.
“Nicola disse che lui sarebbe rimasto lì, avrebbe continuato a curare le piante della campagna, non avrebbe smesso di affondare le mani nella terra e, quando le cose non sarebbero andate come è giusto, amen, avrebbe ricordato i momenti felici. Lui, i libri non li aveva letti. Lui conosceva solo il senso del proprio lavoro, che stava tutto lì, nell’osservare il campo seminato sapendo che non oggi, non domani, ma tra un po’, se curale e coltivate, le piante sarebbero fiorite e avrebbero dato frutti. E allora, al tramonto, slacciarsi le scarpe, lavarsi le mani, riposarsi sulla sedia buona e versarsi il vino per berlo con lentezza. Si chinò a raccogliere una pianta grassa. Era così piccola che il vaso stava tutto nel palmo.
< Te la regalo. Questa, ti fiorisce tra ventidue anni. E’ forte, ti assomiglia, non ha bisogno di niente, manco dell’acqua, un sorso ogni tre settimana d’estate e, se la curi bene, ecco.>
Ventidue anni per un germoglio. Obbligava a osservare oltre l’orizzonte degli eventi. Rosario la accarezzò. La pianta non lo punse”… è così che una pianta grassa che germoglierà tra ventidue anni diventa una fede nuziale, un sabato pomeriggio a pulire casa con la tua persona un rito privato di condivisione di intimità e un libro da leggere un’occasione.
Allora, quando mi chiedono come editor e agente letterario con che criterio scelga i romanzi su cui lavorare, io rispondo sempre allo stesso modo: il libro che scelgo deve essere un’occasione.
“Così in terra” lo è, in ogni riga, di ogni pagina.

Tre uomini, tre vite di maschi siciliani che non potrebbero essere altro se non siciliani, perché orgogliosi  e spavaldi, autentici e disincantati, prodotto di eccellenza di quella terra che ha visto cose che nel resto dell’Italia nemmeno immaginiamo. Solo che “Così in terra” non te lo fa pesare, non te la fa pesare. Non ti fa pesare niente. Non i cinquant’anni di storia lungo i quali ti fa cavalcare, non la prigionia in Africa, non la fame, non le bombe della Mafia, non la morte. Ti fa godere, dell’atro che trovi, di tutto quello che è Palermo, da cinquant’anni fa al 1992. Il dolce delle arance, la dedizione del pugilato, il mistero incantato delle puttane, il rispetto per il più forte e poi la concretezza dell’amicizia, senza viatici, senza dolcificanti: se c’è da picchiare, si picchia, se c’è da ammazzare, si ammazza, se c’è da abbracciare si abbraccia.
L’amicizia è la bandiera di questo romanzo, nelle sua forma migliore, quella della solidarietà, dell’onestà intellettuale, della semplicità delle intenzioni, quella della condivisione:
<“Sai cosa, Poeta? Dovremmo parlare a colori. Risparmieremmo parole e uno dal colore capirebbe tutto. Basterebbe conoscere i colori dei sentimenti.>
<Non è una cattiva idea.>
<E’ colorata. Comunque, Poeta, stai tranquillo, ci sono io con te.>
<Sul ring però i pugni li piglio tutti io.>
<Non è vero.>
<Come no?>
<Tu prendi sul corpo i pugni di carne, noi quelli invisibili all’anima. […] i pugni invisibili colpiscono diritto al cuore e fanno male uguale.>”
Quel senso supremo di amore tra esseri umani, che è essenza di tutte le relazioni. Quel senso di comunione che rende un’unione vera e indissolubile:
“<Poeta, come si scrive una poesia?>
<Una parola dopo l’altra.>
<E di cosa c’è bisogno?>
<Una penna e un foglio bianco.>
<Ma le ascrivi più tardi una poesia pure per me? Se mia madre era ancora viva, stasera era felice se tu vincevi perché significava che pure io ero contento.>
<Hai sbagliato tutti i tempi, Gerruso.>
<Non importa, la felicità va oltre il tempo. Per questo, io, ora, sono un po’ felice perché tra un po’, forse, c’è la nostra vittoria.>
<Nostra?>
<Sì, il tuo soprannome l’ho inventato io. Te la posso chiedere un’ultima cosa e poi basta?>
<Amunì.>
<Vinci anche per me, stasera, ne ho bisogno.>

Vent’anni fa, alla fine di questo libro, muore Borsellino. Questa settimana appena trascorsa ci ha visti, ancora una volta, in silenzio. Non un silenzio contemplativo, non un silenzio partecipe. Un silenzio di dimenticanza. Falcone ce lo ricordiamo perché è a maggio, e a maggio si è ancora un po’ (ma giusto un po’) più svegli, ma a fine luglio, signori, a fine luglio tra poco arrivano le vacanze, e poi c’è la stanchezza e poi ci sono i bimbi a casa da gestire perché le scuole sono chiuse e poi ci sono le sagre di paese e il mare nel fine settimana. Va bene non interrompere la vita, ma vent’anni sono tanta roba, signori. Vent’anni di silenzio, poi, sono ancora più che tanta roba. Vent’anni di silenzio sono troppi.
“Le guerra prima risiedeva nei racconti dei sopravvissuti, in quelle memorie tramandate la domenica pomeriggio dopo pranzo. Gli sventramenti ancora visibili nel centro della città ricordavano che sì, una guerra c’era stata, aveva distrutto ma era finita. L’esplosione di una bomba, invece, riconsegnò la guerra al presente. Fu il punto di non ritorno, assolutamente non paragonabile agli spari delle pistole. Non si poteva più far finta di niente. La quotidianità fu stravolta, così come la città, che subì una militarizzazione massiccia. […] Cambiare strada per un’intuizione improvvisa, diffidare delle facce estranee, provare ansia quando sotto casa si trovava parcheggiata un’automobile mai veduta prima. Le sirene delle voltanti risuonavano dappertutto, a ogni ora del giorno, a ogni ora della notte. Nessuna aveva cuore di dirlo, ma si attendevano nuovi attentati di Mafia. Ci volle solo un mese e mezzo perché la profezia si compisse. Un’altra bomba scoppiò, eppure Palermo non si svuotava. L’unica certezza di quella guerra fu che uscirne illesi era di per sé un fatto meritevole di lode.”

E così, questo è il mio consiglio di lettura per i prossimi giorni. Uno dei libri che ha maggiormente contribuito alla costruzione della mia coscienza. Scritto da un uomo che sa che “non vince mai il pugile con il braccio più forte, ma quello più veloce, nel corpo e nel pensiero, perché possiede un vocabolario del movimento più ricco”.
Uso Davide Enia per ricordare Borsellino, non perché sia un libro sulla Mafia, ma perché sono felice che questa rivelazione sia avvenuta proprio in questi giorni di memoria, a darmi strumenti nuovi per capire una gente, quella siciliana, che non uguale a nessun’altra. Mi vengono alla mente altri amici scrittori, come Barbara Ottaviani, amici scrittori siciliani che portano dentro di loro questa saggezza ancestrale, questa centratura emotiva, questa eredità genetica che li rende fieri e unici, lucenti e profetici. Le loro parole sono preziose perché scelte, loro sanno cosa vuol dire scegliere e lo fanno ogni giorno della loro vita. E allora lascio a Davide Enia il finale di questo editoriale, il suo punto di vista sulle parole, attraverso… parole.
“Con il tempo avrei capito come, nella comunicazione tra esseri umani, il senso transiti soltanto al livello minimo attraverso le parole. Nel sesso, per esempio, i corpi raccontano più e meglio: le smorfie, l’eccitamento, il gusto, i gemiti, il sudore. Oppure quando termina un rapporto. Pochissime esperienze sono così narrative come il silenzio tra due persone che si sono appena lasciate. Eppure nella certificazione dell’abbandono, finalmente ci si ascolta a vicenda, in un silenzio pure perché assoluto. E si comprende che l’abisso rappresentato dall’altro non è masi stato esplorato.”

 

“Se c’è una cosa che la Mafia non ha, ed è quello che prima o poi la fotterà, è la capacità di capire la bellezza.”
Davide Enia, Così in terra. Dalai editore, 2012

“Amy. Mia figlia”

Giulia Siena
ROMA
“Le canzoni sono straordinarie, ma dovette attraversare l’inferno per poterle comporre”. Sono le parole di Mitch Winehouse in “Amy. Mia figlia”, il libro scritto dal padre della celebre star inglese morta il 23 luglio 2011. Il volume, pubblicato in Italia da Bompiani, è il racconto intenso, straziante, tenero e sofferto di 27 anni di vita di un’artista geniale.

Oggi, a un anno esatto dalla scomparsa di Amy, su queste pagine trova spazio un libro che parla di una bambina vanitosa, un’osservatrice attenta, una star con le sue virtù e le sue paure, una donna che si è lasciata rovinare per amore e che, nonostante l’amore, non è riuscita a rialzarsi.
Mitch Winehouse parte dell’infanzia di Amy, dalla passione di entrambi per la musica e per le canzoni di Sinatra; racconta la semplicità, la testardaggine e la determinazione di quella bambina che amava cantare, acconciarsi con i vestiti e le collane della nonna, riuscendo a fare sembrare attente decorazioni retrò. Amy era così, era una ribelle che amava la sua famiglia e le tradizioni ebraiche, era una ragazza curiosa, esplosiva e ironica.
Amy, all’inizio degli anni duemila, sapeva quello che voleva: cantare e diventare famosa. Frequentò diverse scuole, allenò la sua voce e compose in musica con la sua chitarra le frasi che raccoglieva sul suo taccuino per gli appunti. La sua musica si fa vita e nel 2003 pubblica Frank. Ma Amy per far conoscere la sua arte doveva affrontare il pubblico; “Amy non riuscì mai a capire come tener testa alla sua paura del palco. Anche se non si sentiva male fisicamente, come accade ad alcuni artisti, a volte aveva bisogno di bere qualcosa prima di salire sul palco”. L’insicurezza, il timore di affrontare chi le stava di fronte, accompagnava l’artista quando doveva salire sul palco; allora doveva bere qualcosa, all’inizio bastava qualche drink, poi, con gli anni, divenne alcolismo.

 

A peggiorare la situazione arrivò Black, l’ossessione di Amy. Black era il ragazzo scanzonato per il quale Amy perse la testa. Nel 2006 si conobbero e Amy si lasciò trascinare nella tossicodipendenza. A questo punto la vita di Mitch non è più solo quella di un padre. Mitch da amico e confidente di Amy ne diventa anche l’angelo custode, correndo al capezzale della figlia ogni volta che un collasso o una ricaduta portavano Amy a essere l’ombra della grande donna che era. Il 2007 è l’anno decisivo per Amy: esce Back to Black, l’album che le fa scalare le classifiche mondiali e grazie al quale ottiene cinque Grammy Awards. Ma Back to Black è una dichiarazione d’amore a suo marito, Black che sposa lo stesso anno e dal quale divorzierà nel 2009. A Black, a l’uomo che secondo Mitch sarà la causa di tutti i problemi di Amy, è dedicato un album nel quale l’artista esprime anche tutto il suo dolore, la sua sofferenza e la sua voglia di uscire dalla trappola letale che è la tossicodipendenza. Sono questi gli anni più bui di Amy Winehouse come donna, ma la con l’amore della sua famiglia, l’affetto degli amici e la sua determinazione riuscirà a uscire dalla tossicodipendenza a fine del 2008. Ma la strada è ancora in salita. Nel 2010 Amy sembra rinascere: suona, compone, ama nuovamente, ha tanti progetti e vuole vivere. Nella notte del 23 luglio 2011 la sua vita si arresta e la sua voce tace. Forse un collasso per abuso di alcool.

 

“Amy. Mia figlia” è un libro scritto in soli quattro mesi, un atto di amore frutto di un diario che Mitch tiene dal 2007 e dove appunta i tanti giorni d’inferno di una tossicodipendente, i grandi momenti di gioia di un’artista geniale e le tante richieste di aiuto di una figlia in difficoltà. Un libro su Amy, una biografia intensa per raccontare al mondo che oltre alle debolezze Amy aveva una grande forza e la cosa che amava di più era la sua musica. Ora ci resta la sua voce.

“Mare giallo”, per bambini che non conoscono la parola ‘straniero’

ROMA “Nonostante tutto, un pezzo mio di Cina ce l’ho. E non ce l’ho nei pensieri, nei ricordi, nel colore, nell’ostinazione di mia madre, nel saper parlare la lingua che mi appartiene e non mi appartiene, nel sentirmi straniero, nei racconti del Mare Giallo così diverso dal mare di Napoli.
Il mio pezzo di Cina ce l’ho nelle mani.
Nei numeri.
Nell’abaco.
Negli abachi.”

Nasce dalla penna di Patrizia Rinaldi e dai colori di Federico Appel “Mare giallo”, il nuovo libro di Sinnos Editrice. Hui vive a Napoli ma i suoi genitori vengono da lontano , dalla Cina. A Napoli tutti, tranne i suoi amici Caterina e Thomas, lo chiamano ‘O Cinese ma, invece di offendersi – come crede la maestra – Hui è quasi divertito da quel nome. Lui è napoletano, vive nella città all’ombra del Vesuvio da quando aveva due anni, tanto che ora parla il napoletano e capisce gli sguardi, i gesti e i comportamenti di tutti, anche di Gennaro e Insalata, veri napoletani doc. Hui della Cina non ricorda nulla o quasi. L’unica cosa che lo rimanda alla sua terra orientale è l’abaco; quell’oggetto, così misterioso agli occhi dei suoi coentanei partenopei, ha per Hui un fascino naturale che gli regala ordine e risposte alle tante domande quotidiane.

 

“10 Libri dell’estate… Marsilio Editori”

VENEZIA – Un’estate fatta di letture coinvolgenti, trame serrate e personaggi che celano grandi segreti è quella che suggerisce Marsilio Editori sulle pagine di ChronicaLibri. La casa editrice veneziana nata nel 1961, sceglie tra le novità e i “classici” del suo catalogo i “10 Libri dell’estate” da portare al mare, in montagna o in città.

 

1. VERTIGO di Ahmed Mourad:
Il primo thriller di successo dal Medio oriente, un giallo ricco di suspense in cui la denuncia della corruzione si mescola all’immancabile ironia egiziana.
E’ la storia di un fotografo, Ahemd, che si trova per caso coinvolto in un assassinio e nel momento della sparatoria riesce a imprimere le immagini dei colpevoli sulla sua pellicola. Si rivolge ai giornali, ma nessuno vuole dargli retta, perché testimone scomodo di un fatto che deve rimanere celato. Intrappolato in una rete di giochi di potere, è costretto a nascondersi in una metropoli gigantesca e in fermento, trovando riparo nei locali notturni popolati da baristi, taxisti e ballerine del ventre.

 

2. BATTUTA DI CACCIA di Jussi Adler-Olsen:
Il secondo romanzo della serie della Sezione Q, dopo “La donna in gabbia”: un nuovo caso per Carl Mørck, che a vent’anni dall’uccisione di due ragazzi riapre il caso e comincia nuove indagini per arrivare a scoprire la verità di quella tragedia. La caccia è cominciata.

 

3. PECORANERA di Devis Bonanni:
La straordinaria storia di un ventenne e della sua scelta di vita coraggiosa e controcorrente, tra le montagne della Carnia, lontano da qualsiasi forma di modernità e civiltà. Vivere altrimenti è possibile e Devis ne è la prova.

 

4. LA SIGNORA DALLOWAY di Virginia Woolf (a cura di Marisa Sestito):
Una nuova edizione di un capolavoro senza tempo: il racconto più celebre di Virginia Woolf, concentrato su un unico giorno e in un unico spazio. La storia ruota tutta attorno a Clarissa Dalloway e al ricevimento che sta organizzando per la sera stessa.

 

5. TU SEI IL MALE di Roberto Costantini:
Il primo volume di una straordinaria trilogia poliziesca, un thriller di rara potenza e travolgente intensità. Un vecchio delitto senza soluzione viene affidato al commissario Balestrieri, che dovrà portare alla luce una verità infinitamente peggiore del cumulo di menzogne sotto cui è sepolta, e affrontare un Male elusivo quanto tenace, che ha molteplici volti uno più spaventoso dell’altro.

 

6. ROMANI di Angelo Melloni:
È vero invece che, se i romani de Roma sono ormai una piccola minoranza, l’identità romana assale chiunque vada a vivere nella Capitale e si fa veicolo di egemonia sull’immaginario italiano. Utilizzando gli strumenti del reportage, dell’analisi mediologica e di costume, Angelo Mellone cerca di capire se esiste uno “spirito romano” e cosa distingue oggi chi vive a Roma dal resto degli italiani.

 

7. LO SCALPELLINO di Camilla Lackberg:
Romanzo di grande successo, un giallo lacerante e affascinante al tempo stesso. La storia della morte di una bambina e della ricerca di capro espiatorio conducono il lettore in un’atmosfera di piacevole disagio. L’autrice, con occhio attento alla psicologia, costruisce l’immagine di un personaggio femminile sfrenato e mostruoso.

 

8. RICORDI DI UN ANGELO SPORCO di Henning Mankell:
Un meraviglioso racconto in cui protagonista è un personaggio femminile, Hanna, che dalla Svezia si trasferisce lontano dalla neve e dal ghiaccio della sua terra d’origine, in un mondo nuovo e fatale, in Africa. Qui il destino le riserva un futuro di ricchezza e di importanti cambiamenti.

 

9. LA VENDETTA DEL TRADUTTORE di Brice Matthieussent:
Un romanzo intelligente e colto, ma anche avvincente e fitto di colpi di scena. Un beffardo traduttore si ribella al libro mediocre che sta traducendo e lo cancella progressivamente moltiplicando ed espandendo le note a piè pagina: nasce così un vero e proprio romanzo nel romanzo, in cui l’autore sviluppa una riflessione su cosa sia il mestiere del traduttore, da tutti sottovalutato e poco considerato.

 

10. LA RAGAZZA CHE DANZAVA PER MAO di Xiaolong Qiu:
Un avvincente giallo cinese, che mette in luce i segreti della Cina di oggi e di ieri. La storia ha per protagonista la giovane Jiao, nipote di una delle favorite di Mao, che rischia di rovinare la reputazione del Grande Timoniere con la sua vita dispendiosa e dissoluto tra ricatto e prostituzione.

“Sono tutto ciò che vedi attraverso i tuoi occhi” in un certo senso è un libro d’avventure

Flavio Pagano*
NAPOLI
Sono tutto ciò che vedi attraverso i tuoi occhi in un certo senso è un libro d’avventure. Avventure da terzo millennio, vissute davanti al pc, a incontrare un mondo ibrido che ci conduce in uno spazio infinito dove si perde il confine tra ciò che accade dentro e fuori di noi. Avventure virtuali dunque, per un libro di racconti brevi, asciutti. Piccole sculture evanescenti che viene voglia di rileggere, e che ogni volta sembrano mutare impercettibilmente il proprio senso, il proprio significato.
Storie e stili diversi, ma accomunate dal tema, o forse dovremmo dire dall’habitat, perché tutte appartengono a quel mondo che ci rende anfibi tra realtà e fantasia: i social network.
La realtà virtuale amplifica e contrae le distanze, e soprattutto offre un’illusione ingorda, alla quale è difficile resistere. Il virtuale è come la palude definitiva di Manganelli, è il “luogo nel quale è difficile entrare, ma impossibile uscire”. Il virtuale ci tenta con la promessa più seducente: travalicare la propria timidezza e aspirare a porgere di sé stessi una sorta di essenza. Mentre navighiamo su Internet facciamo in qualche modo un’esperienza ultraterrena, diventamo anime; tutto ciò che parla di noi, che ci mostra, è a sua volta privo di qualunque consistenza. Qui è la sua forza, qui la sua amarezza. Il virtuale è terreno scivoloso, ma anche questo – se da un lato rappresenta un’insidia – dall’altro consente di acquistare velocità prodigiose. Ci muoviamo, accadiamo, esistiamo, con la velocità del pensiero e il regno di tutto diventa l’attimo.
Sono tutto ciò che vedi attraverso i tuoi occhi è proprio questo: una celebrazione dell’attimo, nella sua onnipotenza e nella sua disperata vaghezza.
Incontri in chat, occasioni, relazioni, verità e bugie, tutte storie vere, realmente accadute insomma, ma che si snodano in un mondo etereo come quello degli dèi. Solo che qui i protagonisti sono piccoli dèi mortali, e danno vita a storie affascinanti e toccanti che, sfuggite alle maglie strette della realtà, scivolano rapide fino al cuore della vita, dove diventa impossibile capire che cosa faccia parte del nostro mondo interiore, e che cosa no. Dove memoria e fantasia si incontrano, e il presente si colora di emozioni tanto sfuggenti quanto forti, fino a diventare addirittura scabrose – persino immorali, viene voglia di dire, per quel loro essere così spregiudicatamente libere – rendendo vero ciò che siamo abituati a considerare finzione, e vice versa.
Emblematico, il brevissimo racconto di Sabato Cuomo, scrittore raffinato e artista poliedrico (protagonista, di recente, del fortunato Ageroland, pluripremiata opera cinematografica di Camilla Cerquetti). Suo il racconto che dà il titolo all’intero libro, e che, con leggerezza e forza straordinarie, come in un quadro di Chagall, riesce a trattenere in poche pagine tutto il mistero struggente dell’amore e della vita.

SONO TUTTO CIÒ CHE VEDI ATTRAVERSO I TUOI OCCHI
di Cinzia Luigia Cavallaro, Frator, Mariacristina Brettòne, Luisa Gavazza, Daniela Cologgi, Dino Izzo, Thierry59, R. R., Michele Delpiano, Susanna Buffa, Sabato Cuomo, Ermanno Cerutti
Editore: ARPANet
ISBN 978-88-7426-146-8
pp. 96, cm. 14,5×21
Prezzo di copertina: € 9,00

*Flavio Pagano è giornalista e scrittore, il suo ultimo libro è “Il campione innamorato”, scritto con Alessandro Cecchi Paone e pubblicato da Giunti.