Alessia Sità
ROMA – “… Ho imparato che qualche volta bisogna mollare il colpo, avere il coraggio di lasciarsi portare …”
I sentimenti possono scardinare le certezze mentali che ci si costruisce per tutta la vita? Si può far cambiare rotta ai viaggi della mente per un’intuizione del cuore? E’ proprio questo l’interrogativo che fa da filo conduttore in Lasciami contare le stelle, il toccante romanzo di Elvia Grazi edito da Tea. Bianca è un’affermata donna in carriera della Milano bene. La sua vita sembra essere perfetta, almeno fino a quando il marito non decide di lasciarla per un’altra. La fine del suo matrimonio però, nonostante la sofferenza, l’amarezza e la delusione, segna al contempo un inaspettato inizio. L’incontro con il ribelle Walter, insofferente ai legami sentimentali e fedele esclusivamente a Tabata, la barca su cui vive, cambierà per sempre l’esistenza della donna. Bianca si abbandona totalmente a una liaison fatta di weekend rubati alla monotonia di una vita solitaria, di attimi di fugace passione, di leggerezza e di libertà. Giorno dopo giorno, impara ad alzarsi in volo, a rischiare, forte della consapevolezza di aver già sperimentato sulla propria pelle le “promesse di chi ti dice «è per sempre» e poi ti volti e non c’è già più”. “Lasciami contare le stelle” non è solo un romanzo di formazione emotiva, ma è un viaggio introspettivo, che spinge a indagare nel profondo della propria coscienza. Fin da subito, Elvia Grazi informa il lettore che quella che sta per leggere è “il racconto di una vita reale”. Inevitabilmente, ci si sente trascinanti nel mare delle emozioni e dei ricordi dei due protagonisti. Ci si sente un po’ come Bianca: fragile, piccola, ma allo stesso tempo determinata a vivere una vita a colori, dove il nero non è assolutamente contemplato; ma ci si sente anche un po’ come Walter: ribelle, “elementare, basico, lineare”. Elvia Grazi ha dato voce e anima a un diario di bordo, custode di un amore sui generis, speciale e unico. “Ognuno di noi, ne sono sicura, ci può trovare qualcosa di personale. Sta in questo la grandezza delle storie d’amore. Ed è il motivo per cui non smettiamo di leggerle e di raccontarle”.
Autore: Alessia Sità
“Io non sono ipocondriaca”: la scoppiettante commedia di Giusella De Maria
Alessia Sità
ROMA – “Rido di me, tra me. Sono ancora viva e ho intenzione di esserlo ancora per molto.”
“Se nella vostra borsa c’è di tutto, dal gel igienizzante a un beauty che pare un kit di pronto soccorso…” non potete allora perdere il divertentissimo romanzo di Giusella De Maria: Io non sono ipocondriaca, edito da Mondadori. A fare da sfondo alle singolari vicende della simpatica protagonista, maniaca dell’igiene e della perfezione, è la bellissima Sorrento. Nina è una cuoca straordinaria, dirige un’eccellente attività di catering insieme al suo infallibile staff, composto da Lucy, Gigi e Kimmi, ma ha un grosso limite: non ammette la sua ipocondria acuta. Oltre al suo team di lavoro, la giovane donna condivide tutte le sue paturnie esistenziali con l’adorata coinquilina e amica americana Carol e con i due simpatici vicini di casa, il farmacista Lino e l’eclettico Brad. A scombinare la sua buffa routine – fatta di antinfiammatori, antistaminici, antiacidi e assiduo shopping in farmacia – è l’arrivo dell’affascinante chirurgo bolognese, Marcus, giunto nella splendida Sorrento per lavoro. Fra mille peripezie, il brillante dottore tenterà – a suo modo – di aiutare Nina a superare il suo male immaginario. Tra i due si instaurerà subito uno strano rapporto, fatto di equivoci, incontri casuali e bizzarre diagnosi. L’iniziale insofferenza di Nina nei confronti del solare medico, ben presto lascerà il posto alla fiducia, un sentimento talmente forte da rischiare di farla innamorare proprio dell’uomo che ha irriverentemente deriso il suo essenziale kit farmaceutico: ‘Mai senza’. Fra incontri, separazioni, drammatiche scoperte, Nina riuscirà lentamente a individuare la vera cura al suo disturbo psico-fisico e imparerà a esorcizzare le sue paure attraverso la via più difficile e dolorosa, ma allo stesso tempo necessaria per poter ritornare alla vita.
Con uno stile brillante e un’ironia disarmante, Giusella De Maria ci regala una commedia romantica che non fa bene solo al cuore, ma soprattutto all’umore. Fra presunti attacchi di TIA (ischemia transitoria) e improvvisi shock anafilattici, Nina e la sua inseparabile compagnia di amici vi farà ridere a crepapelle, ma anche commuovere, dalla prima all’ultima pagina.
“Una buona stella”: il romanzo di Francesco De Giorgi
Alessia Sità
ROMA – “Se il mondo fosse più giusto, le parole ritroverebbero il loro significato. La parola libertà non sarebbe usata al posto della virgola dai politicanti che la limitano; la parola vita non sarebbe usata impropriamente rispetto a chi da anni soffre in un letto di ospedale; la parola amore non sarebbe usata come contrario della parola solitudine; e amicizia non sarebbe da pronunciare sempre e comunque, ma in alcuni casi esclusivamente particolari.”
In un mondo fatto di ingiustizie, di archetipi sociali e di pregiudizi radicati in mentalità provinciali, non sempre vi è la possibilità di riscattarsi. Una buona stella, il romanzo scritto da Francesco De Giorgi e pubblicato da Lupo Editore, è una riflessione costante sull’esistenza umana, qualunque essa sia.
Franco Quadriglia è un cinquantenne di Gallipoli insoddisfatto e infelice. La sua è una vita fatta di routine e sufficienza. Gli unici attimi di felicità nel torpore dei suoi giorni sembrano essere offerti dalla presenza di Carmela, la donna che ha sempre amato e che non ha mai avuto. E proprio quando il grigiore della sua esistenza sembra ormai destinato a sommergerlo e a soffocarlo definitivamente, arriva Stella. Una bellissima ragazza albanese, dall’aspetto etereo ma dal passato infernale. La giovane è vittima del racket della prostituzione, i cui segni non sono solo scolpiti nella sua anima, ma sono tangibili soprattutto sul suo corpo. Fra solitudini, malvagità e incomprensioni, fra i due si instaura un rapporto speciale, forse preludio di salvezza. Purtroppo, però, non sempre l’incontro ‘con una buona stella’ porta a un ‘lieto fine’. Spesso si vive solo elemosinando attimi di fugace felicità.
Francesco De Giorgi racconta la storia di due anime perdute che, nonostante tutto, tentano faticosamente di rialzarsi dopo i violenti colpi assestati dalla vita. Con uno stile asciutto e lineare, le sue pagine guidano il lettore alla scoperta di un mondo sommerso dall’indifferenza e lo travolgono – fino alla fine – nel desolato turbinio degli eventi dei protagonisti, sempre in attesa di qualcosa o forse di qualcuno.
“La vendetta veste Prada. Il ritorno del diavolo”: l’attesissimo sequel del celebre romanzo di Lauren Weiseberger
ROMA – “In fondo al cuore Andy lo sa: nessuna volta le spalle a Miranda Priestly e sopravvive indenne”.
Se avete amato il “Diavolo veste Prada”, non potrete fare a meno di leggere l’attesissimo seguito firmato – ancora una volta – dalla brillante penna di Lauren Weiseberger e pubblicato in Italia da Piemme.
Sono trascorsi ben dieci lunghi anni da quando Andrea Sachs, conosciuta anche come Andy, ha deciso di abbandonare la promettente carriera come assistente della terribile Miranda Priestly, la famosa direttrice di “Runway”. Arrivata alla soglia dei 32 anni, Andy è ormai una donna indipendente e di successo. Adesso dirige “The Plunge”, una patinata rivista di moda specializzata in matrimoni. Al suo fianco c’è la sua arci-migliore amica e socia Emily, l’ex dispotica assistente di Miranda, tornata più combattiva e magra di prima. Sebbene il passato sia solo un ricordo, nella mente di Andrea continuano a riaffiorare ancora incubi notturni, legati ai terribili momenti vissuti accanto alla mefistofelica Priestly. E solo l’idea di partecipare a eventi mondani, che rischiano di diventare un faccia a faccia con il diavolo, la fa impallidire. Nonostante qualche ansia di troppo e qualche piccolo timore profetico, la vita di Andy è completamente cambiata. Il suo matrimonio con Max, uno degli scapoli più ambiti della Grande Mela, è ormai alle porte. Quello che sembra essere un momento magico, però, sta per essere stravolto da un imprevisto. Tutte le certezze di Andrea stanno per crollare. La tanto temuta Miranda è pronta a tornare e la sua vendetta non si lascerà attendere troppo. La diabolica direttrice, infatti, sta per assestare un nuovo durissimo colpo alla vita delle sue ex assistenti.
Abbandonato il ‘glamour’ che ha contraddistinto “Il Diavolo veste Prada”, con il suo sequel Lauren Weiseberger ha tentato di ripetere il successo del passato. Ancora una volta, la sua scrittura brillante e divertente ha saputo conquistare molte lettrici, che inevitabilmente hanno potuto riconoscersi, almeno in parte, nella nuova frenetica vita di Andrea, divisa fra matrimonio, maternità, lavoro, famiglia, eventi e incontri inattesi.
“Il tesoro di Sant’Ippazio”, l’esordio letterario di Alberto Colangiulo
Alessia Sità
ROMA – Una Chiesa, un prete, una villa abbandonata e un tesoro segreto.
Sono questi gli ingredienti de “Il tesoro di Sant’Ippazio”, l’intrigante romanzo – a tinte noir – scritto da Alberto Colangiulo e pubblicato da Lupo Editore.
Nella prima metà anni degli anni ’80, la tranquillità di un piccolo paesino del Basso Salento viene stravolta da un terribile fatto di cronaca nera. La notte fra il 14 e il 15 agosto, durante la festa patronale, qualcuno attenta alla vita di Don Gino, parroco della piccola comunità salentina. Due arzilli quattordicenni – Fischio e Vasco – diventano loro malgrado testimoni oculari dell’orribile misfatto. Turbati dalla sconvolgente tragedia, gli abitanti del posto sembrano avere una certa reticenza nei confronti delle indagini condotte da Gerardi. Ad aiutare il giovane e razionale Maresciallo – che dovrà districarsi fra riti, superstizioni e antiche credenze – ci saranno due appuntati alquanto singolari: il taciturno Nardi e il gioviale Verzin. Pochi indizi: un leggendario tesoro di cui tutti parlano, ma che nessuno ha mai visto, e una chiesa aperta che però sarebbe dovuta restare chiusa per qualche giorno. Risolvere l’intricato giallo non sarà facile.
Con uno stile semplice e scorrevole, Colangiulo riesce a creare la giusta atmosfera, un misto fra suspense e curiosità, che porta il lettore a restare col fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Novità in Libreria
ROMA – Oggi ChronicaLibri vi guida alla scoperta delle novità che troverete presto in Libreria. Mettetevi comodi, prendete carta e penna e appuntate i titoli che più stimolano la vostra curiosità. Iniziamo il nostro viaggio fra le proposte della Casa Editrice Nord, che proprio alla fine di questo mese pubblicherà “Flirt”, il romanzo fantastico di Laurell K. Hamilton; per febbraio invece è prevista l’uscita di “Scritto nel vento “, l’imperdibile bestseller di Beatriz Williams. Se siete amanti della letteratura gialla, noir e poliziesca, segnaliamo alcune imminenti novità che potrebbero interessarvi: “Il cerchio dell’odio” di Massimo Galluppi edito da Marsilio; l’ultimo lavoro di Patricia D. Cornwell, “Polvere” pubblicato da Mondadori e “Condominio R39” di Fabio Deotto di Einaudi editore. Molto interessanti anche le proposte targate Feltrinelli, fra queste ricordiamo in particolare “La trasmigrazione dei corpi” di Yuri Herrera e “Racconti di una vita” di Nadine Gordimer. Fra le novità della Casa Editrice Rizzoli, previste fra gennaio e febbraio, si annoverano “Via dei ladri” di Mathias Énard e l’ultimo lavoro di Andrea Vitali, “Premiata ditta Sorelle Ficcadenti”. Per gli appassionati della narrativa straniera, invece, ricordiamo “Andorra” di Peter Cameron edito da Adelphi e il romanzo di Clara Sanchez,“Le cose che sai di me” pubblicato da Garzanti. Il nostro excursus in libreria si conclude con due ultime segnalazioni: per chi vuole immergersi nelle intriganti atmosfere del genere Fantasy, suggeriamo “Silver. La trilogia dei sogni”, di Kerstin Gier edito da Corbaccio; mentre per gli amanti del genere Rosa, ricordiamo “Aspettando domani”, il nuovo romanzo di Guillaume Musso edito da Sperling & Kupfer.
Nella speranza di aver saputo offrire qualche spunto interessante per le vostre future letture, ChronicaLibri vi augura come sempre un felice viaggio “in terre lontane”, ovviamente a bordo di un buon libro.
“Mannaggia Santa Pupa”: il libro di esordio di Danilo Siciliano
ROMA – Un mosaico di volti, parole e immagini è racchiuso nelle pagine di “Mannaggia Santa Pupa”, il libro che segna l’esordio in libreria di Danilo Siciliano, pubblicato da Lupo Editore. Guidato da un costante senso di nostalgia per un passato ormai lontano, sia da un punto di vista concettuale che temporale, il protagonista si abbandona lentamente ai ricordi dell’infanzia trascorsa nella “metropoli delle angurie”. A fare da sfondo al continuo avvicendarsi di pensieri e di stati d’animo, non sono solo i profumi e le atmosfere del Salento, ma sono soprattutto i mitici anni ’80. Ogni singolo personaggio – dalla cara suor Realina, alla generosa Maddalena al tanto atteso gelataio Nino – diventa il custode prezioso di un ‘attimo’ di vita assaporato con la serenità che solo l’ingenuità dell’infanzia riesce a regalare. “Mannaggia Santa Pupa” non è solo una simpatica espressione usata come sfogo, quando ci si rende conto di non aver saputo cogliere le tante occasioni che la vita ci ha offerto, ma è una presa di coscienza lucida che avviene quando si realizza di aver mancato un appuntamento importante con se stessi. Con una scrittura lineare, a tratti anche ironica, Danilo Siciliano sceglie di condividere alcune istantanee legate alla sua memoria: dalle giornate all’asilo, alle tante estati trascorse in compagnia dei nonni a Mondonuovo, alle esilaranti partite di calcio o alla salsa fatta in casa.
Chi si lascia trasportare dalle suggestive pagine del libro inevitabilmente si ritroverà a vivere pienamente le stesse emozioni provate dall’autore. Con grande spontaneità, Danilo Siciliano conduce il lettore in una sorta di viaggio nel tempo, guidandolo gradualmente nel “Paese di una terra magnifica e insopportabile, dove pullulano i cervelli di cemento armato e dove i vecchi materassi si buttano sui cigli delle strade di campagna. Una terra che è un caffè sospeso.”
“Furio Scarpelli. Il cinema viene dopo”: il profilo bio-filmografico di uno dei più grandi sceneggiatori italiani di tutti i tempi
Alessia Sità
ROMA – “Furio Scarpelli. Il cinema viene dopo” – il volume edito da Le Mani, scritto e curato dal giornalista di Sky Cinema Alessio Accardo, dal critico cinematografico Federico Govoni e dalla giornalista e scrittrice Chiara Giacobelli – è il toccante ritratto di un grande uomo, diventato sceneggiatore e narratore empatico della realtà. Il libro è suddiviso in due parti. Nella prima si ripercorrono le tappe della vita e della carriera di Furio Scarpelli. Dagli esordi come vignettista nelle riviste umoristiche del dopoguerra al sodalizio artistico con Age (Agenore Incrocci); dalle prime esperienze come gagman ai film parodia; dal “Neorealismo rosa” alla Commedia all’italiana. In quanto attento osservatore del mondo e dell’umanità, nel corso della sua lunga carriera Furio Scarpelli non ha tralasciato neppure un genere o un filone della cinematografia popolare. Fra i 140 titoli passati in rassegna, particolare riguardo meritano capolavori come “I soliti Ignoti”, “I compagni”, “L’armata Brancaleone” e “C’eravamo tanto amati”. La ‘personalità prismatica’ dell’autore delle più divertenti farse di Totò, non si evince solo dai suoi innumerevoli successi, ma anche dall’eredità che ha saputo lasciare alle future generazioni di registi – da Francesca Archibugi a Paolo Virzì – che hanno avuto l’onore di conoscerlo e apprezzarlo nelle vesti di docente al Centro Sperimentale. Ai suoi allievi Scarpelli insegna a osservare, guardare e amare il mondo che li circonda, ad alimentare sempre il dubbio piuttosto che le verità assodate. La sua vocazione didattica può essere facilmente sintetizzata in queste sue parole: “Come specializzazione la sceneggiatura si impara abbastanza presto, è anche piuttosto semplice farlo, però prima bisogna saper scrivere o avere la vocazione di narrare: è tutto lì. Se uno ce l’ha questa vocazione, può scrivere, forse anche in versi o fare lo sceneggiatore, se non ce l’hai è inutile che vada a imparare il mestiere di sceneggiatore”. La prima sezione del libro si conclude con l’illustrazione delle vignette realizzate da Scarpelli e con alcune fotografie che lo ritraggono in compagnia di grandi personaggi del cinema, da Monicelli a Scola (quest’ultimo autore della prefazione del volume). Ad arricchire l’interessante profilo bio-filmografico tracciato da Accardo-Govoni-Giacobelli sono, senza alcun dubbio, le testimonianze d’autore raccolte nella seconda parte. Sono in tutto trentacinque le personalità che hanno voluto omaggiare il grande sceneggiatore, maieuta e genio della cinematografia italiana, condividendo immagini e raccontando curiosità e sensazioni scaturite dall’incontro con la sua poetica e il suo temperamento carismatico. Fra i prestigiosi protagonisti del cinema e della contemporaneità, che hanno contribuito a comporre la toccante silloge di ricordi, spiccano i nomi di Francesca Archibugi, Dario Fo, Carlo Lizzani, Marco Risi, Stefania Sandrelli, Ricky Tognazzi, Armando Trovajoli, Walter Veltroni, Sandro Veronesi, Paolo Virzì, Giacomo Scarpelli e molti altri ancora. All’interno del libro oltre a tutto ciò che concerne il saggio cinematografico, si ritrova anche la bellissima storia fra Furio e sua moglie. Cora Scarpelli racconta, infatti, divertenti aneddoti e momenti particolari legati alla loro vita privata e alla personalità del marito. Accardo-Govoni-Giacobelli hanno saputo onorare nel modo più opportuno la memoria di un grande uomo e “di un genio – come affermò Leone Pompucci – non ancora sufficientemente compreso, dal momento che troppa gente ignora che gli sceneggiatori sono il motivo principale per cui esistono i film”. Nonostante i prestigiosi premi e riconoscimenti che ebbe nel corso della sua carriera (ricordiamo anche la terza candidatura all’Oscar per la sceneggiatura de “Il Postino”), Furio Scarpelli non amava sentir parlare di cinema, perché, come era solito ribadire, “prima si scrive una storia … il cinema viene – sempre – dopo”.
“Democrat. L’ambizioso sogno del partito mai nato”: Massimiliano Amato si interroga sulla reale esistenza del Pd
“Del giorno e della notte”: il dittico dedicato a Franca Rame
ROMA – In occasione del IV concorso Nazionale letterario di scrittura narrativa, Diamond Editrice presenta il quarto dittico intitolato “Del giorno e della notte”. Un’imperdibile antologia dedicata alla memoria di una grande donna, attrice straordinaria che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della cultura e del teatro, l’indimenticabile Franca Rame.
A dispetto degli altri anni, i racconti verranno selezionati fra un novero di volti noti del mondo della televisione, del cinema e della canzone. Non mancheranno,inoltre, anche autori affermati. L’impalcatura dell’opera sarà dunque ben solida, mentre il cuore del volume sarà riservato a due autori scelti tramite concorso. Sono molti i personaggi famosi che hanno aderito al progetto antologico, fra questi Anna Mazzamauro, Ettore Comi, Leandro Castellani, Enzo Salvi, Vincenzo Incenzo, Pino Strabioli, Giancarlo Governi, Sebastian Maulucci, Ivan Cattaneo.
Ancora una volta Diamond Editrice presterà particolare attenzione all’aspetto umanitario della cultura, parte del ricavato delle vendite sarà, infatti, devoluto a Croce Rossa Italiana.
Per avere maggiori informazioni sul regolamento del concorso: www.diamondeditrice.eu/news/concorsi.html