Novità per bambini: "Il Signor Coccodrillo ha molta fame"

ROMA “Il Signor Coccodrillo ha molta fame” è il nuovo libro di Joann Sfar pubblicato da Orecchio Acerbo Editore. “Quel giorno, il signor Coccodrillo si svegliò per i crampi allo stomaco.” Affamatissimo, balza su e dà avvio alla caccia quotidiana. E a infinite contrattazioni! Possibile mai che nessuna bestia accetti più di farsi cacciare e mangiare per benino come un tempo, senza protestare? Un giorno, stufo delle rivolte dilaganti e delle furbate di un maiale imprenditore, giunge a una grande decisione: andare all’estero! Solo all’estero ci sarà un posto (a tavola) anche per lui! Il signor Coccodrillo lascia dunque la giungla natìa ormai imbarbarita per la grande e moderna metropoli, dove abbondano supermercati e persone di buon gusto.
Esilaranti situazioni, buffi equivoci e cacce notturne condiscono la conoscenza dell’assurdo mondo degli esseri umani, carnefici molto più raffinati di lui. Da un gigante del fumetto francese, un libro allegro e intelligente che ci aiuta a riflettere su molti temi fondamentali del nostro tempo.
(scheda libro a cura della casa editrice Orecchio Acerbo)

"Sex and the Vatican": quando le inchieste rischiano di diventare marketing.

Giulio Gasperini
ROMA –
L’inchiesta “Sex and the Vatican”, pubblicata da Piemme nel 2011 e subito acquistata e pubblicata anche in Francia, è, come recita il sottotitolo, un “viaggio segreto nel regno dei casti”, un’inevitabile prosecuzione di un articolo, a firma dello stesso Carmelo Abbate, dal titolo “Le notti brave dei preti gay”, uscito in edicola su un numero di “Panorama” dell’estate scorsa.
L’articolo si interessava soltanto dei tanti preti gay che, dopo aver affollato i seminari, sono ordinati sacerdoti e inviati nelle parrocchie di tutto il mondo; costì, alcuni riescono a reprimere (ovviamente, reprimendo anche sé stessi) la loro naturale inclinazione naturale, altri riescono a viverla accettandosi e finanche considerandola parte della grazia di Dio, altri ancora la vivono in maniera disordinata e caotica, soffocante e inebriante, stordendosi di incontri sessuali e di passioni scostanti.

L’inchiesta di Abbate, invece, esplora ogni singolo aspetto della sessualità soffocata dalla tonaca, dalle dottrine e dalla tradizione di Madre Chiesa: a cominciare dai preti gay (e dalle tante e tante perversioni, finanche sacrileghe) per finire alle suore lesbiche, oppure ai figli dei preti e delle suore o ancora alle compagne e ai compagni di religiosi di tutto il mondo. Parallelamente, Abbate evidenzia anche il comportamento che, in determinate situazioni, viene perseguito dai vertici della Chiesa, dalla discrepanza ipocrita tra quelle che sono le direttive e le imposizioni e quelle che, invece, sono le azioni pratiche, sia contro terzi che contro sé stessi. La Santa Romana Chiesa, negli ultimi tempi, è stata costantemente al centro del dibattito, colpita da uno scandalo dopo l’altro: dai gravissimi casi di pedofilia ai più complessi dibattiti sui seminari, sulla loro utilità, e sul sempre più crescente diffondersi (complice anche internet e la comunicazione sfrenata) di comportamenti omosessuali tra i suoi rappresentanti, quelli che più a contatto con la gente e le persone svolgono il loro ministero. E sia chiaro: un prete gay, pure se sessualmente attivo, può svolgere il proprio compito e la propria missione in maniera decisamente migliore (e più fruttuosa) di un prete bigotto, attento soltanto a rispettare i formali precetti che non i morali bisogni.
A don Franco Barbero, Carmelo Abbate aveva promesso che non sarebbe stato pruriginoso; e, per sua stessa ammissione, è stata “una promessa che in parte non ho mantenuto”. Effettivamente, tale inchiesta, così sapidamente scritta e strategicamente pubblicata, rischia di virare da interessante inchiesta a riscatto bieco, a personale affondo contro un sistema che, oggettivamente e spregiudicatamente, ha delle pecche intollerabili. Però, più che un atto di accusa, “Sex and the Vatican” corre il rischio di convertirsi in una cieca crociata: proprio di quel tenore che, alla Chiesa, tutti rimproverano di perseguire con così spietata disumanità.

Riscoprire una morale nella giustizia tra le pagine di Alfonso de Liguori

Stefano Billi
Roma – L’immaginario collettivo di ogni società spesso si contraddistingue per una spiccata propensione al pregiudizio, come ad esempio avviene quando si parla di coloro che, per professione, sono chiamati ad amministrare la giustizia.
E così, ragionando sugli avvocati, li si raffigura come artisti della verbosità, propensi al litigio e assolutamente lontani da ogni minima forma di verità.
Per fugare questa volgare credenza, basterebbe ricordare il fulgido esempio di Giorgio Ambrosoli o di Fulvio Croce, entrambi martiri per la legalità: ma spesso si dimentica la storia facilmente.
Ancora, i giudici vengono spesso indicati come soggetti rapiti dalla “sindrome della condanna”, quasi che una forza misteriosa li avesse investiti della possibilità di scegliere cosa sia, in Terra, il Bene e il Male.

In realtà, il sacrificio di sangue di eroi come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino risuonerà a lungo per risvegliare la società, nel malaugurato caso in cui si scordasse cosa significhi “servire lo stato”.
Dunque è possibile amministrare bene la giustizia, e fugare quel pregiudizio popolare che comunque non si può non riconoscere essere fondato (a chi ritenesse il contrario, vale la pena suggerire una “passeggiata” nelle aule dei tribunali dello stivale)
Ma una classe di buoni amministratori non cresce dal nulla; è necessario istruirla e dotarla degli strumenti indispensabili per svolgere quella che sicuramente è la professione più difficile al mondo: l’applicazione giusta delle regole.
In tal senso, diviene illuminante uno scritto, sicuramente datato ma dal pregio inestimabile, come il libello di Alfonso de’ Liguori, intitolato “Degli obblighi de’ giudici, avvocati, accusatori e rei”.
Il testo, ormai quasi introvabile e risalente alla seconda metà del XVIII secolo, è pubblicato dalla casa editrice palermitana Sellerio e si presenta come una collezione di scritti di Alfonso de Liguori, tutti riguardanti il tema dell’etica nell’ambito dell’amministrazione della giustizia.
L’opera, che non dovrebbe mai mancare dagli scaffali delle biblioteche personali di ogni giurista (o studente in tale materia), può essere considerata come un vademecum morale per quelle figure professionali che, nella vita quotidiana, sono chiamate a giudicare il comportamento di altri uomini, o a difenderlo, o ad incriminarlo.
Infatti. è indispensabile che il giudice, l’avvocato o il pubblico ministero, oltre alle conoscenze giuridiche, abbiano approfondito e assorbito nozioni sull’etica e sui valori professionali.
Perché si può amministrare la legge in maniera “giusta”, soltanto qualora si abbia immerso il proprio animo nell’apprendimento di cosa sia giusto.
Sebbene Alfonso de Liguori fosse ispirato da un profondo sentimento religioso, comunque le sue riflessioni e i suoi insegnamenti meritano di essere metabolizzati in maniera sincera da ogni cultore del diritto.
Anche perché, se malauguratamente le pagine del de Liguori divenissero lettera morta, il risultato di ciò sarebbe un detrimento culturale di inimmaginabili proporzioni , a danno dell’umanità, che ha bisogno di servitori fedeli della Giustizia.
Lo stile narrativo della trattazione, pur sicuramente datato, risulta tuttavia scorrevole ed agevolmente comprensibile; l’obiettivo dell’autore era infatti quello di scrivere per poter essere letto e compreso da tutti, nella più alta e nobile finalità di insegnare e trasmettere valori a quanti più uomini possibili.
“Degli obblighi de’ giudici, avvocati, accusatori e rei” è un’opera brillante, così preziosa che andrebbe assaporata continuamente, scoprendo tutti quegli aspetti che soltanto nelle letture successive alla prima possono essere appresi.
Allora proprio la testimonianza di Alfonso de Liguori può essere il volano per un cambiamento sociale e valoriale che, oggigiorno, si presenta come inevitabile.

“La cucina delle stagioni in città”: i segreti di una cucina fresca e raffinata

Alessia Sità
ROMA – Oggi giorno trovare frutta e verdura fuori stagione è facilissimo. Basta fare un giro al supermercato per tornare a casa con una busta piena di zucchine, pomodori, peperoni, fragole, ciliegie in ogni periodo dell’anno. Sulle nostre tavole però non sempre si trovano prodotti sicuri al cento per cento, ma la maggior parte delle volte contengono additivi e conservanti. Mangiare prodotti in contemporaneità con i ritmi della natura è importante per la nostra salute e anche per il nostro portafoglio.

Per conoscere tutti i segreti della cucina fresa e raffinata, seguite i consigli de “La cucina delle stagioni in città”, di Passalacqua Francesco e Giacobino Federica, edito nel 2011 Blu Edizioni, nella collana Diogene. Troverete un itinerario gastronomico desunto dalla città e lungo tutto l’arco dell’anno.

Dopo il successo dei due volumi “La cucina contemporanea di montagna” e “In cucina con l’orto, il bosco e il prato di montagna”, gli acquerelli di Federica Giacobino tornano ad illustrare ricette sane e naturali. Questa volta le ricette provengono dalla città, da un rinomato ristorante milanese – «Pane e Acqua» di Rossana Orlandi – di cui lo chef Francesco Passalacqua svela i segreti per una cucina fresca e allo stesso tempo raffinata. Anche nella metropoli italiana per eccellenza è possibile cucinare con ingredienti genuini e di stagione, seguendo i ritmi della natura.

"Sapori d’Italia", ricette e tradizioni della Penisola

Silvia Notarangelo
Roma – Un gustoso tour gastronomico attraverso la nostra Penisola. È quanto assicura il nuovo libro di Antonio Carluccio, Sapori d’Italia, pubblicato da Logos Edizioni.

Da nord a sud, l’autore esplora il ricco patrimonio regionale italiano, offrendo la propria straordinaria esperienza in materia, arricchita da pensieri e ricordi personali relativi alla terra natale della madre, gli Abruzzi, dove ha avuto origine la passione per la buona tavola che lo accompagna da una vita.

Cogliendo l’essenza di ogni regione, fatta di atmosfere e piatti tipici, ogni capitolo fornisce un panorama affascinante delle tradizioni culturali e culinarie locali. Accanto a un’accurata selezione di ricette, completano il quadro dettagliate informazioni sui prodotti locali, come vini e formaggi.
Il volume è corredato dalle splendide fotografie realizzate da Alastair Hendy durante il suo viaggio in Italia al fianco dell’autore.
Quella di Antonio Carluccio, autore di dieci libri di successo nel corso degli ultimi venti anni, è una voce autorevole nel panorama della cucina italiana. Proprietario del Neal Street Restaurant a Covent Garden, Londra, gestisce insieme alla moglie Priscilla un negozio di specialità italiane e una catena di caffè. Il suo contributo alla diffusione della cultura enogastronomica del nostro paese gli è valso il titolo di Commendatore. Tra i suoi volumi precedenti, non si possono non ricordare “Complete Mushroom Book”, “Complete Italian Food”, “Favourite Italian Recipes” e “Southern Italian Feast”.

"Sulla strada per Corleone", in viaggio verso il profondo sud del Nord Europa

Agnese Cerroni
Roma “Chi ha paura muore ogni giorno. Chi non ha paura muore una volta sola”. Diciannove anni dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio in cui persero la vita il magistrato Giovanni Falcone e il collega e amico Paolo Borsellino con i rispettivi agenti di scorta, dopo le inchieste, la stage di Duisburg e l’epitaffio televisivo di Roberto Saviano, è una giornalista tedesca, Petra Reski, a parlare di mafia. In “Sulla strada per Corleone. Storie di mafia tra Italia e Germania” (edito da Edizioni Ambiente) la Reski ci racconta il suo viaggio in macchina da Kamen – la città dove è cresciuta – a Corleone (per un totale di 2448 km), fatto a vent’anni di distanza dal primo Grand Tour contemporaneo a bordo di una Renault 4 “solo perché avevo letto il Padrino”.

Dando gas alla sua Spider bianca, l’autrice affronta la lunga discesa verso il Sud Italia, dalle fitte ramificazioni fino alla base della struttura mafiosa, per rivelare, attraverso la sua via crucis, che non è necessario arrivare fino alla Sicilia rurale per imbattersi in quell’organizzazione nota come Cosa Nostra, ma che essa prospera ovunque, persino nella ben più florida economia tedesca. Droga che fa impresa, smaltimento di rifiuti, riciclaggio di denaro proveniente da illeciti e contrabbando di merci. Interviste a magistrati, imprenditori, preti e collusi. Il tutto per tinteggiare un affresco affascinante e cupo, arcaico e post moderno di una piaga pan-europea.

"Papà Mekong", dove ancora si può scommettere sull’intima bontà dell’uomo.

Giulio Gasperini
ROMA –
Arduo è scrivere un romanzo che abbia come argomento i viaggi. Perché si rischia di essere pedanti, di scrivere inutili glosse, di voler dare troppe informazioni che pertengono più a una guida turistica che non a un prodotto di finzione narrativa. Corrado Ruggeri, consumato giornalista ed esperto viaggiatore, ha pubblicato per
Infinito Edizioni, casa editrice dalla vocazione del sociale, “Papà Mekong” (2011, collana Grandangolo), un libro che su questi due fronti (guida vs. romanzo) si dondola con misura e sobrietà.
È una storia, quella di “Papà Mekong”, che si orchestra tramite l’allacciarsi e l’intersecarsi di tante altre storie: tante individualità che, spesso gravate da un passato ingombrante e prepotente, si trovano a toccarsi, anche solo a sfiorarsi, in una progressione alla casualità che pare piuttosto un disegno geometrico del destino.

Silvia è la donna che trova un messaggio del padre, morto da anni, e principia a indagare nell’Oriente sulla vera persona del padre; Amina è la ragazza che attraversa un’infanzia difficile e spietata e trova conforto spirituale nel lavoro a Kalighat, dalle Missionarie della Carità, e conforto sentimentale tra le braccia del giovane dottore Peu; Pietro è l’uomo d’affari italiano con un passato oscuro, e un ancor più oscuro avvenire; Wong è la donna che si prostituisce per vivere, e rimane vittima innocente del suo primo e vero (quanto magari involontario) amore. Tutte storie nelle quali la lontananza gioca un ruolo fondamentale, e nelle quali in qualche caso si trasforma in un crudele addio, in altre sa evolversi e coniugarsi in un’attesa più pura e proficua.

Corrado Ruggeri né giudica né valuta. Soltanto, si fa burattinaio, abile tessitore di fili – in qualche caso fors’anche troppo prevedibili o esasperati – d’una vita che sa rifiorire anche in luoghi di dolore e di sofferenza, tra i lebbrosi della mitica Kolkata o tra i bambini orfani d’una terra martoriata da guerre inspiegabili. Su tutti questi travasi di sorte e su tutti questi frammenti di dolore domina quella che una giovane donna, ostaggio dell’odio immotivato, definì “l’intima bontà dell’uomo”: la capacità, cioè, di rendersi partecipi del dolore degli altri (la nobile compassione!) e di attivarsi affinché il dolore non rimanga soltanto una fotografia, una denuncia sterile, ma possa significarsi in un domani migliore, in un altro giorno che non sia manifesto di propaganda né pura retorica. E tutto questo Ruggeri lo fa mai scivolando nel sentimentalismo, in cui così facilmente si può sprofondare descrivendo storie come questa.
Forse l’autore esagera troppo le casualità, che sono chiamate a edificare un destino; ma il risultato (e il messaggio finale) si smarcano decisamente dalla fiction narrativa, per rappresentarsi indipendenti e per veicolare il messaggio più nobile di tutti: il rispetto d’ogni vita e d’ogni dignità, a ogni latitudine e longitudine.

Arkadia Editore: "Guida di Cagliari. Storia, monumenti, itinerari"

ROMA – Le chiese, i monumenti, le feste, le tradizioni e tutte le notizie che vi servono per scoprire una città unica sono contenuti in “Guida di Cagliari. Storia, monumenti e itinerari”. Il libro, pubblicato dall’Arkadia Editore, è un volume completo scritto a più mani. Attraverso i quartieri storici della città, in un percorso distinto in diversi itinerari, la nuovissima guida di Cagliari accompagna il lettore alla scoperta di una città ricca di passato, monumenti e scorci indimenticabili.
Impreziosito da numerose foto, box di approfondimento, numeri utili, indirizzi e indicazioni, il volume è indispensabile sia per tutti coloro che vogliono conoscere più a fondo Cagliari dal punto di vista turistico, sia per quanti amano la capitale della Sardegna come punto di incontro di civiltà, popoli e tradizioni.
Il ricco apparato interno offre uno spaccato esauriente delle antichità dell’ordito urbano, delle novità dal punto di vista dei passatempi ed uno sguardo curioso ad aspetti e particolari non sempre conosciuti. (scheda libro a cura di Arkadia ed.)

"Le altre Cenerentole. Il giro del mondo in 80 scarpe"

Giulia Siena
ROMA – “…Questa è la storia che si ripete, in giro per il mondo, ma ci sono tantissime differenze da Paese a Paese.” Tante sono le storie che hanno come protagonista Cenerentola, la ragazza bella e timida che perde la sua scarpetta e sposa un principe. Vinicio Ongini le raccoglie tutte in “Le altre Cenerentole. Il giro del mondo in 80 scarpe”, il volume illustrato da Chiara Carrer e pubblicato da Sinnos. Giunto alla seconda edizione, il libro inserito nella collana Fiabalandia intercultura, è un viaggio tra le 345 novelle che nel mondo vengono raccontate sulla scarpetta più famosa delle favole.
Cenerentola, resa celebre dal film di Walt Disney nel 1950, è un’antica leggenda cinese o probabilmente proveniente dall’antico Egitto ed è parte integrante della tradizione culturale di molti popoli. Araba o balcanica, peruviana o vietnamita, napoletana o sarda, tibetana o siciliana, Cenerentola è sempre stata protagonista del “favellare” dei popoli, tanto che la sua figura ha attraversato i secoli seppur con intrecci narrativi differenti. Oggi Vinicio Ongini e Chiara Carrer ci fanno rivivere alcuni dei tanti percorsi che ha intrapreso Cenerentola per arrivare fino a noi.

"10 Libri dell’estate da Editore": Consorzio Milonga ovvero Avagliano, Fermento e Nobel

ROMA – Oggi i protagonisti dello speciale “10 Libri dell’estate da Editore” di ChrL, sono tre realtà editoriali unite per mandare avanti un ambizioso progetto editoriale. Il Consorzio Milonga comprende Avagliano Fermento, e il neonato Nobel (il nuovo marchio editoriale che propone i grandi classici dimenticati) suggerisce i “10 Libri dell’estate da Editore” attraverso Daniela D’Angelo, instancabile ufficio stampa. 

Nobel
Il blues del Rottame Vagante, di F. S. Fitzgerald. Un viaggio compiuto da Fitzgerald con la moglie Zelda si trasforma in questo testo precursore di tutta la letteratura on the road, in una avventura travolgente. Per non annoiarsi in vacanza.
Il giorno della locusta, di Nathaneal West. Ritorna uno dei più celebri romanzi sul mondo del cinema e sulla vita segreta di Hollywood. La luccicante vita di Los Angeles diventerà la tua avvincente pausa estiva.
Avagliano
La scelta del fantasma, di A. Conan Doyle. I racconti del mistero scritti dal padre di Sherlock Holmes, per una estate da brivido!
Il volto oscuro della perfezione, di Roberta Lepri. Tredici racconti che indagano la parte oscura dell’arte, magistralmente abbinati a tredici
capolavori. Per chi non dimentica il fascino dell’arte nemmeno sotto l’ombrellone.
Il ventre di Napoli, di Matilde Serao. Una esplorazione antropologica, un sorprendente romanzo sociale che si addentra nelle viscere
labirintiche di una città e del suo popolo. Un libro intramontabile. Ne approfitti in estate chi non
l’abbia ancora letto!
L’ultima intervista di Pasolini, di Furio Colombo, Gian Carlo Ferretti. L’ultima intervista rilasciata da Pasolini a Furio Colombo, poche ore prima dei fatti dell’Idroscalo.
Le ultime profetiche parole. Per non abbassare la guardia nemmeno in estate su fatti importanti della nostra storia.
Fermento
L’odio. Una storia d’amore, di Emanuele Ponturo. Un noir che assume i toni della fiaba e racconta l’ossessione d’amore tra due adolescenti.
Ricordando Cappuccetto rosso, ma con un finale diverso, lirico e intenso. Per un’estate all’insegna
delle emozioni forti.
Il cappotto, di N. Gogol’. Perché, come disse Dostoevskij, siamo tutti usciti dal cappotto di Gogol’. Cosa aggiungere a
Dostoevskij?
Camminate romane, di Pietro Borromeo. Roma vista da una diversa angolazione, meno superficiale e più pensata. Il racconto di una città
che non smette di affascinare abitanti e viaggiatori. Perfetta lettura estiva.
Beatles for sale – il romanzo, di Marco Bonfiglio. La storia dei Beatles come nessuno ve l’ha mai raccontata. Per arricchire la tua estate di note

particolari.