Terre di Mezzo editore ci accompagna "a Santiago lungo il cammino portoghese"

Giulio Gasperini
ROMA –
Strade diverse portano comunque a mète note. Santiago di Compostela è destinazione oramai prospera e certa. Per arrivarci, tradizionalmente, si parte da Puente alla Reina, una piccolissima località della Navarra, e si percorre il cosiddetto Camino Francés. Ma già anticamente le strade che conducevano alla tomba dell’apostolo Giacomo erano molte di più. Una di queste era il Camino Portugues, che la Terre di Mezzo Editore ci illustra nel libro “A Santiago lungo il cammino portoghese”, scritto da Irina Bezzi e Giovanni Caprioli, e pubblicato nella collana Percorsi.


La strada, lunga 650 chilometri, parte da Lisbona, la magnifica capitale portoghese, dal tratto urbano nervoso e nostalgico d’un passato di potenza coloniale, (“Lisbona è una delle città più belle del mondo”, scrisse Carolina Invernizio), e sconfina in Spagna, fino ad approdare in uno dei tre grandi luoghi del pellegrinaggio cristiano.
I 650 chilometri del percorso di srotolano su una terra ancora di natura indomita, poco contaminata, che conserva, per molti aspetti, il carattere di purezza. Tanti, inoltre, i luoghi attraverso i quali si può passare: a partire da Fatima, altro grande centro spirituale e religioso, per finire alla graziosa e fascinosa Porto (il cui centro storico è stato dichiarato, nel 1996, Patrimonio dell’Umanità), oppure in importanti luoghi artistici come Coimbra.
Ma il libro di Terre di Mezzo Editore non dà soltanto informazioni e chiarimenti sui luoghi visitati e da visitare; offre tutta una serie di informazioni pratiche, utilissime al viaggiatore che, zaino in spalla, si appresta a intraprendere un cammino d’avventura. Dove dormire, cosa portarsi, cosa può diventare assolutamente necessario o assolutamente inutile, quanto si spende (e tracciare in tutta tranquillità un preventivo delle spese).
Ci sono informazioni, inoltre, indispensabili per chi voglia intraprendere il viaggio in bicicletta: utili, in questo senso, saranno le cartine, le distanze tappa per tappa e le indicazioni dei luoghi dove trovare ospitalità, corredati da informazioni tecniche e pratiche.
Insomma, se quest’estate avrete il coraggio di optare per un viaggio alternativo, il libro della Terre di Mezzo editore vi sarà assolutamente indispensabile: perché la mèta potrà pur rimanere sempre la stessa, ma le strade per arrivarci sono infinite.

"Il giardino segreto", ingresso su invito

Marianna Abbate
ROMA Approfittando delle vacanze della direttrice del nostro bellissimo giornale, mi lancio in questa iniziativa di recupero delle migliori letture che io abbia mai fatto. Ebbene sì, le migliori letture della mia vita appartengono a quell’età indefinita tra gli otto anni e gli undici. Quel tempo un po’ infelice in cui gambe e braccia si allungano a dismisura e si assomiglia più ad un polipo che ad una creatura umana. Il tempo in cui si sogna vie di fuga e si creano escamotage più o meno legali per scomparire alla vista dei genitori, che all’improvviso sembrano essere diventati di troppo nella nostra vita. 

Paradossalmente sono proprio i genitori, che utilizzando un po’ di buonsenso (mi rendo conto che è difficile trovarne ad Agosto, ma cari genitori fate uno sforzo!), possono offrire al fanciullo ardimentoso e ardente per la calura, un’occupazione quantomai proficua e divertente. Lo so che vedere un libro ad Agosto può far venire l’orticaria anche al secchioncello del primo banco, ma io qui non sto mica proponendo di leggere i Promessi Sposi! 
Quello che propongo è un patto di segretezza tra piccoli cospiratori, un’amicizia più grande di un tesoro nascosto, un luogo misterioso e affascinante dove stipare tutti i tesori e dove vivere affascinanti avventure.
Propongo di visitare un maniero nello Yorkshire, di guardare lontano nell’immensa distesa della brughiera, di uscire in giardino e trovare un passaggio segreto.
Di trovare un amico nel deserto più vuoto e solitario del mondo.
La mia proposta include sì un libro- ma che libro! Il giardino segreto di Francis Hodgson Burnett trasformerà qualunque pomeriggio afoso in una fresca giornata di primavera.
E se i bambini faticano a convincersi, cominciate voi con una lettura ad alta voce. Sarà impossibile per loro resistere a tanto fascino e mistero. 

Italiani per passione. Ma con ironia.

Agnese Cerroni

Roma- Quale modo migliore per festeggiare il 150esimo compleanno del nostro Paese di un’accattivante lettura che ne riproponga con intelligenza e autocritica le tappe di formazione?
Il romanzo di Gianluca Polastri (Lineadaria Editore), sempre sospeso fra ironia e precisione storica, si snoda attraverso le fasi di un processo ai protagonisti dell’Unità di Italia. L’attenzione si focalizza sul periodo che va dal 1795 al 1848, per giungere, con una veloce carrellata di situazioni, allo scontro finale tra Mazzini e Cavour, con Garibaldi ormai divenuto icona del popolo nascente. Con uno stratagemma letterario che mette sul banco degli imputati Santorre di Santarosa e Ugo Foscolo, Cristina Trivulzio di Belgioioso e Anita Garibaldi, Goffredo Mameli e Massimo D’Azeglio, fino ai nomi più illustri di padri della patria.
Italiani per passione permette di avvicinarsi in modo coinvolgente, e a tratti divertente, alle storie e ai luoghi che diedero un senso a quell’onda di entusiasmo chiamata Rinascimento.

“News”: il nuovo manuale di Sergio Lepri per chi desidera realmente conoscere i segreti della scrittura

ROMA – Se il vostro sogno nel cassetto è diventare dei bravi giornalisti, non perdete “News. Manuale di linguaggio e di stile per l’informazione scritta e parlata” di Sergio Lepri edito nel 2011 da Rizzoli. Troverete tanti ottimi consigli per imparare la difficile arte del giornalismo, evitando di cadere nelle insidiose trappole della nostra lingua.
Sergio Lepri mette a disposizione la propria esperienza giornalistica per insegnare i trucchi del mestiere, offrendo un’informazione chiara, completa e accessibile a tutti. I più noti “style book”, i manuali di linguaggio giornalistico, sono quelli di stampo anglosassone di Bbc, Economist, Associateci Press, New York Times.
Sergio Lepri, maestro di giornalismo con oltre mezzo secolo di esperienza, offre in questo libro una guida italiana di stile per scrivere e parlare correttamente. II testo introduce al contesto culturale, tecnologico, sociale e mediatico in accelerata trasformazione e fornisce consigli indispensabili per chiunque voglia stare al passo con la lingua in continua evoluzione, informando i cittadini in modo chiaro e corretto. Con consigli per migliorare il proprio linguaggio scritto e parlato e per la grafia e la pronuncia dei nomi stranieri, e con due “dizionari” – dei nomi propri di persona e toponimi e dei nomi comuni – per evitare stereotipi ed errori. Un manuale per un giornalismo preciso, serio e responsabile, che contribuisce alla crescita civile della società.

"Anna dai capelli rossi" irrefrenabile sacerdotessa della fantasia

Marianna Abbate 
ROMA Certe volte vivere un’infanzia senza televisione può avere i suoi vantaggi. Non dico che l’infante si renda immediatamente conto dei benefici, ma è innegabile che il tempo guadagnato/rubato alla tv può essere sicuramente ben impiegato. Io, ad esempio, ho usato innumerevoli ore che gli altri hanno dedicato a Sailor Moon (con mia immensa invidia) nel leggere e rileggere la bellissima saga di “Anna dai capelli rossi” di Lucy Maud Montgomery, che molti di voi sicuramente conoscono dall’omonimo cartone animato. Ebbene il libro (o meglio: i libri) sono infinitamente migliori e ora vi spiego perchè.
Se ben ricordate la dote principale di Anna era la fantasia. Le mille storie che inventava per abbellire le sue origini di orfanella, i cavalieri fatati e gli spiriti del bosco sono tutti frutto della fantasia. Una fantasia esuberante e mai doma, che l’ha spesso portata a cacciarsi nei guai, ma che le ha permesso di vedere il mondo con occhi sognanti e innamorarsi ogni giorno di una farfalla.
Ora, non prendete le mie parole per collosa melassa, ma la fantasia si può sviluppare in un solo modo: con la lettura. Le farfalle, i boschi, le fate sono molto più belle nella nostra mente di quanto non lo possano essere sullo schermo. Persino le streghe sono più originali nei nostri pensieri di quelle uniformate che ci capita di guardare nei film. Quando leggiamo vediamo il mondo con i nostri occhi e non con quelli di un regista, limitato dalla propria fantasia e dalle conquiste della tecnologia. Nella nostra mente il 3d esiste da sempre!
E’ questo che Anna di Colleverde ci insegna ancora oggi: di chiudere gli occhi e guardare col cuore. 
Pertanto nei caldi pomeriggi di Agosto, quando i vostri figli non possono uscire per via del sole rovente, spegnete la tv e nascondete il telecomando. Trovate nelle vostre librerie i vecchi libri per ragazzi e guardateli, mentre il mondo fatato delle mille storie li trascina con sé.
E nel frattempo trovatevi anche voi qualcosa di interessante da leggere, meglio se dalla copiosa vetrina di chronicalibri. 

Indovina chi viene a cena: grandi autori a tavola


Agnese Cerroni

ROMA – Falsi di gusto (Edizioni Protagon) è, fin dal titolo rivelatore, un gioco che chiede la complicità di chiunque ami le buone letture, e abbia scelto i suoi personali eroi tra i protagonisti dei più celebri romanzi di ogni tempo. Quindici racconti brevi o addirittura fulminanti, ‘scritti alla maniera’ dei grandi della letteratura mondiale: da Leone Tolstoj a Carlo Emilio Gadda, da James Joyce a Ernest Hemingway, da Marcel Proust ad Andrea Camilleri, da Emily Bronte a Jorge Luis Borges. Non banali copie di originali inimitabili, non clonazioni insensate, ma libere interpretazioni che non possono prescindere dallo stile di scrittori immortali. I quali, cavalcando allegramente le unità di tempo di luogo e di azione, si ritroveranno tutti a tavola, insieme ai loro personaggi, per gustare le buone ricette della cucina toscana. L’ironia di uno stile paradossalmente originale riscatta l’arbitrarietà dell’operazione, le splendide illustrazioni di Gianluca Biscalchin, che vibrano di geometrie visionarie e stillano intelligenza, si coniugano perfettamente alla leggerezza, elegante e niente affatto flebile, dei testi.

“Cucina per principianti”: la guida per chi non ha alcuna intenzione di arrendersi ai fornelli.

Alessia Sità
ROMA L’idea di invitare a cena i vostri amici vi mette ansia? Vi sentite totalmente incapaci di preparare anche le ricette più banali? Se vi riconoscete in questo profilo appena tracciato, non temete: a tutto c’è un rimedio. Se apprezzate la buona cucina e desiderate imparare tutti i segreti di questa nobilissima e gustosissima arte, non potete fare a meno di leggere “Cucina per principianti” edito nel 2011 da Giunti Demetra nella collana Minuto per minuto.

Troverete tante illustrazioni e validi spunti per diventare dei veri cuochi provetti. Una pratica guida per chi non ha alcuna intenzione di arrendersi ai fornelli.

Ecco finalmente un libro che insegna a partire con il piede giusto, che spiega dettagliatamente come risolvere tutti i piccoli-grandi problemi dei neocuochi per diventare in men che non si dica esperti di cucina. Questo “corso intensivo” fornirà una preparazione a tutto campo a chi si accosta ai fornelli per la prima volta, o a chi si è scoraggiato alle prime sconfitte, proponendo in modo chiaro e semplice quelle conoscenze che sembrano scontate, ma sono invece indispensabili per la buona riuscita di una ricetta.

"Sorella Toscana": la più bella regione, tra musica e parole.

Giulio Gasperini
ROMA
– Una silloge poetica e un CD per celebrare la Toscana, per raccontarla nella quotidianità dei suoi abitanti, anche grazie al complice aiuto di toscani blasonati e conosciuti, dalla grande Atina Cenci a Cristiano Militello, da Alessandro Benvenuti a Leonardo Pieraccioni, da Alessandro Nannini a Renzo Ulivieri. La casa editrice di Colle Val d’Elsa, Edizioni Protagon, ha pubblicato “Sorella Toscana”: un libro di poesie, circa un centinaio, curate da Marco Brogi, e dieci canzoni, create dal musicista Nicola Costanti per accompagnare la parola scritta, per guidarci alla scoperta di un borgo in particolare, Buonconvento, diventato exemplum per tutta la regione.

Perché la Toscana è una terra ancora saldamente ancorata al suo passato, al suo retaggio contadino, alle sue memorie comunali, alle sue tradizioni così dure (fortunatamente!) a estinguersi.
Le poesie sono spesso brevi; composizioni che giocano con le parole. Si tramutano in una sorta di Spoon River, nella quale, però, non si dimenticano la spregiudicata ironia e la graffiante sagacia toscane. Sicché non diventa un canto di morte, ma una gridata dichiarazione d’amore per la terra e per i suoi abitanti. Sono poesie che danno voce a un’umanità ampia e variegata, ai mestieri più disparati e distanti, alle esigenze più diverse e differenti: la Toscana è i suoi abitanti, e i toscani edificano la loro regione, dalla quale difficilmente se ne allontano (o tranciano, completamente, il legame più profondo).
Le dieci canzoni, invece, scritte ed eseguite da Nicola Costanti, innanzitutto esortano tutta la regione (e i suoi abitanti) a liberarsi dai luoghi comuni, dai pensieri convenzionali, dalle attese banali (“Sorella Toscana, alzati e cammina, esci dalla cartolina!”), dagli archetipi diffusi e oramai cristallizzati nelle guide di viaggio; ma arrivano anche a toccare vette di intensa poesia (“Quando non penso sogno di atterrare sugli occhi di mia madre bambina e aiutarla a fare i compiti”) o a districarsi agevolmente tra giochi di parole (“Scagliati come sassi da una mano nascosta, battiamo il record di sesso in corsa senza farlo apposta”).
Le tradizioni e la vita, più in generale, della Toscana sono, tramite questo raffinato prodotto editoriale, sottolineati ed esaltati; tutto questo per comprovare il vero significato e la vera potenzialità della più bella regione d’Italia.

Voland: "Il denaro e le parole", l’editoria nell’era del business

Silvia Notarangelo
ROMA –
Il mondo dell’editoria è veramente in crisi? È ancora possibile salvaguardare la sua indipendenza dalle pressioni del potere politico ed economico? Sono questi gli interrogativi a cui André Schiffrin tenta di dare una risposta nel suo ultimo libro “Il denaro e le parole”, appena pubblicato da Voland. L’autore francese presenta un panorama editoriale in difficoltà: il numero dei lettori di quotidiani è letteralmente crollato negli ultimi anni, le piccole librerie faticano a sopravvivere dovendo, spesso, contrastare la concorrenza di supermercati sempre più forniti e con prezzi altamente competitivi.

Del vecchio mestiere di editore resta ben poco. A dettare legge sono il mercato e i profitti che possono derivarne. Per questo si sceglie di produrre meno libri, concentrandosi su quanti, potenzialmente, sono in grado di garantire cospicui introiti.
Tende ad allargarsi, così, la forbice tra i maggiori gruppi editoriali, forti dell’appoggio della grande distribuzione, e le case editrici indipendenti, la cui produzione, spesso di notevole valore intellettuale, non riesce ad assicurarsi un’adeguata promozione né a trovare il giusto spazio sul mercato.
Quali strategie potrebbero, allora, sostenere il settore dell’editoria?
Schiffrin suggerisce di puntare su aiuti economici regionali e locali, sulla creazione di “alleanze”, purtroppo ancora isolate, tra case editrici e istituzioni culturali, prime fra tutte le università. Ricorda, inoltre, la positiva esperienza di cooperative gestite direttamente dai lavoratori del mondo editoriale e guarda, con favore, alla possibilità di trasformare piccole case editrici in organizzazioni senza scopo di lucro, così da assicurare loro almeno alcune agevolazioni fiscali. Ampio spazio viene, inoltre, dedicato ad una riflessione sulla politica culturale della Norvegia, che ha saputo rendere il pluralismo dell’informazione un presupposto indispensabile della sua democrazia, diventando un modello a cui ispirarsi. I giornali, ad esempio, sono esenti da imposte, le testate minori sono destinatarie di appositi fondi, gli editori possono contare, ogni anno, sull’acquisto da parte del governo di un determinato numero di volumi distribuiti, poi, alle biblioteche comunali. Simili iniziative, secondo lo scrittore, possono contribuire ad alimentare la speranza di una ripresa dell’editoria, a patto che siano integrate da ponderate scelte personali perché “ognuno può scegliere di sostenere un giornale o una libreria” al fine di poter fruire di media indipendenti, “essenziali per qualunque autentico dibattito”.

, le case editrici indipendenti, trascurate da una grande distribuzione attenta solo a quei best seller capaci di incrementare il proprio volume d’affari, non se la passano certamente meglio. Una situazione complessa, ulteriormente aggravata dalla diffusione di Internet, dalla recente comparsa di libri elettronici, da agenzie pubblicitarie che sembrano, ormai, snobbare la carta stampata a vantaggio di altri media.

"10 Libri dell’estate Vintage"

G.o G.a
ROMA – Cercare in un libro una scrittura che difficilmente si trova tra le novità in libreria. Storie che abbiamo cercato nella Letteratura del Novecento e che oggi vi suggeriamo per la vostra estate: 10 Libri dell’estate Vintage.

1. Estate, di Elio Pecora
2. Lettere da Capri, di Mario Soldati,
3. Le strade di polvere, Rosetta Loy
4. Storia dela mia fuga dai Piombi, di Casanova
5. L’amore negato, di Maria Messina
6. Il prete bello, di Goffredo Parise
7. La sparviera, di Gianna Manzini
8. Troppo tardi, di Carlo Cassola
9. Il campiello sommerso, di Nantas Salvalaggio
10. Ballata levantina, di Fausta Cialente.