Gelosia, amore e dolore. Tutto sul ring.
“Non è mai il momento giusto, il tempo è tutto un errore. Qualsiasi cosa tu faccia, in qualche modo e per qualche ragione, sbagli. […] A stento mi reggo in piedi, i suoi occhi mi si scagliano addosso, colpiscono forte e duro, un’alternanza di pugni e pietre. Mi ha guardato per una frazione di secondo, con il terrore di chi per la prima volta vede un uomo o il suo esatto contrario. Non so dire chi tra noi fosse più distante dall’umano. Forse è proprio questo che accade, quando sei a un passo dal morire, oppure a un passo dall’uccidere”.
Elena Mearini torna al romanzo e lo fa con Corpo a corpo (Arkadia), una storia che si sviluppa nell’arco di diciotto ore e che intreccia le brevi vite di due sorelle, Ada e Marta, a quella di Stefano Santi. Stefano è l’insegnante di Marta; è passato a trovarla quando il dolore per la morte di Ada tiene Marta distante da scuola. E’ a letto da giorni, mentre attorno l’assenza della figlia perfetta, adorata, bellissima, divora quel che resta della famiglia. L’unica presenza costante per Marta, in quel vuoto che ha lasciato Ada volando dalla finestra, è il quaderno dalla copertina azzurra nel quale raccoglie le Polaroid scattate dal padre negli anni, nel quale riversa pensieri e segreti.
Intanto il flusso del racconto ci riporta a Stefano, lì dove questa storia è cominciata, in una palestra alla periferia di Milano. Lo troviamo vittima con una possibile condanna da carnefice; si è rifugiato in quel limbo in attesa della decisione da prendere: deve fare i conti con un dolore antico e che nuovamente affiora. Al suo cospetto c’è Mario, insieme sono sul ring, in quel quadrato che è disciplina e scuola di vita, tra quelle mura che hanno già visto un errore fatale di Stefano, la sua disperazione e il suo allontanamento. Ma il ring ha le sue regole: qui avviene il corpo a corpo, qui devi soppesare con velocità e saggezza le mosse dell’avversario, alzare la guardia, decidere quando sferrare l’attacco.
Stefano torna qui perché intanto Marta è cresciuta, è una donna, è la sua convivente da tre anni. Mentre Marta cresceva, però, il loro rapporto diventava un abbraccio sempre più vorace, un laccio sempre più stretto, nuovi tasselli si aggiungevano al passato – di entrambi – fatto di ombre. Ora, da quel rifugio, da quel ring al cospetto di Mario, Stefano deve scegliere quale direzione prendere. E’ a Mario, infatti, che Stefano legge quel diario perché non ha deciso lui di diventare carnefice,“serve conoscere la voce di lei per arrivare alla disfatta di lui”; serve capire quella “missione” salvifica contro la perfezione di Ada per interpretare le mosse di Marta, i gesti di Marta, i fili che lentamente muoveva.
Corpo a corpo è il bene e il male, la scelta, la crudeltà dell’amore o l’assurdità di esso. Errore, ostinazione, ferita. Con questo romanzo Elena Mearini esplora la gelosia, l’ossessione, la dualità e lo fa attraverso la metafora del pugilato. Il racconto tiene con il fiato sospeso, lacera e lascia sanguinare le ferite.