Angelo Biasella ci racconta Anno Zero
Giulia Siena – C’è tempo fino al 30 maggio 2024 per partecipare alla prima edizione di Anno Zero, il Premio Nazionale di narrativa NEO Edizioni dedicato “agli autori, esordienti e non, di qualsiasi nazionalità, che abbiano nel cassetto un’opera letteraria inedita, scritta in lingua italiana”; in palio la pubblicazione nel 2025 e mille euro come anticipo sui proventi delle vendite del volume. Non semplici romanzi, però, ma opere fuori dai soliti generi e che possano destare curiosità, scalpore e forti emozioni. Abbiamo chiesto ad Angelo Biasella, fondatore insieme a Francesco Coscioni della casa editrice NEO, di raccontarci Anno Zero.
Allo scoccare del sedicesimo anno di attività, NEO. Edizioni indice il suo primo concorso letterario; di cosa si tratta?
Si tratta di un premio per inediti rivolto ai romanzi e alle raccolte di racconti. Mettiamo in palio la pubblicazione nel nostro catalogo, 1000 euro (da intendersi come anticipo sulle future royalties) e un ufficio stampa completamente dedicato. Presupposti, questi, che, in condizioni normali, non sempre riusciamo a garantire.
In questo Premio letterario c’è la volontà di “tornare all’anno zero”; come mai? Di cosa c’è nuovamente bisogno?
Pensiamo ci sia bisogno di tornare alle linee guida che avevano stimolato la fondazione della casa editrice. La Neo edizioni è nata con uno scopo preciso: dare voce ai disallineati. Negli ultimi anni, nonostante siamo fieri di ognuno dei titoli che abbiamo dato alle stampe, abbiamo notato d’aver un tantino smarrito la via. (Complice, probabilmente, un naturale infiacchimento dello spirito dovuto all’età anagrafica). Allora, con questo premio vogliamo tornare agli albori. Quello che cerchiamo negli autori che presentano le proprie opere è il coraggio, la volontà di mettersi in gioco totalmente. Auspichiamo una letteratura priva di dettami e condizionamenti, di ipocrisie e riverenze, di tradizionalismi e prudenza. Cerchiamo opere destabilizzanti e sincere.
Qual è l’identikit degli autori NEO? Quali caratteristiche devono avere gli aspiranti scrittori per rispondere alle esigenze di “lettori – cito dal vostro sito – viscerali, consapevoli, irriverenti, curiosi, dissacratori”?
I nostri autori non devono aver paura di osare. Questo è l’unico punto insindacabile. Non devono cedere mai, ripeto MAI, alla tentazione di edulcorare, limitarsi, autocensurarsi in nome di una presunta decenza necessaria alla pubblicazione. Pensiamo che il lettore vada perennemente sfidato, non compiaciuto.
I libri NEO sono sinonimo di trasversalità: non sono ascrivibili a un unico genere letterario, anzi, sono ribelli e borderline sia nelle trame sia nello stile; anche questa volta, infatti, siete alla ricerca di ciò, tanto da riportare nel bando questa frase. “Non cerchiamo opere accomodanti. Cerchiamo opere di persone libere e audaci”. Perché è così importante per voi essere un “neo” nel panorama editoriale italiano?
Per qualità e competenza, crediamo di lavorare allo stesso livello dei grandi gruppi editoriali. Evidentemente, però, i numeri effettivi parlano di realtà del tutto diverse. Per non entrare in competizione con le major, dobbiamo occuparci di altro: di quello che loro non reputano redditizio. E la cosa ci piace perché, molto spesso, è proprio dove non si intuisce un grande ritorno economico che andiamo a stanare le perle più preziose. La scelta, comunque, non è ponderata, voluta. Noi siamo così. Siamo sempre stati affascinati dagli sguardi laterali, dall’azzardo, dalle cose sbilenche. Il nostro è un destino irrequieto. Al contempo, un vanto e una dannazione.
QUI il Bando completo di Anno Zero, il Premio Nazionale di Narrativa NEO Edizioni