Anno UNO, torna il Premio Nazionale di narrativa e poesia di NEO Edizioni

Novità 2025: oltre alla narrativa, una nuova sezione dedicata alla poesia

Nel 2024 hanno fatto incetta di storie. Non storie qualsiasi, però, ma storie perturbanti e dense di vita, inquietudine e cambiamenti. Proprio quello che cercavano. A spuntarla, tra le tante opere letterarie giunte per Anno Zero, è stato Spettri Diavoli Cristi Noi di Riccardo Ielmini. Era un anno fa. E mentre, oggi, il romanzo di Ielmini viaggia spedito nel mondo editoriale, NEO Edizioni è di nuovo alla ricerca di un’opera che possa sbaragliare l’abitudine, creare stupore e diventare una lettura “alla NEO”; non una sola però: l’edizione 2025 del Premio Nazionale di narrativa e poesia, Anno Uno, si apre anche alla poesia. Abbiamo cercato di capirne di più intervistando gli editori, Angelo Biasella e Francesco Coscioni.

Ultimo mese per partecipare ad Anno Uno, seconda edizione del Premio letterario indetto da NEO; dopo Anno Zero che ha portato alla pubblicazione di Spettri Diavoli Cristi Noi di Riccardo Ielmini, siete pronti a farvi “catturare” da nuove storie? Cosa vi aspettate?

In verità stiamo valutando l’ipotesi di prorogare la scadenza al 31 maggio. Nei prossimi giorni decideremo e, in caso affermativo, renderemo pubblica la notizia. La prima edizione è andata oltre ogni più rosea aspettativa. Abbiamo trovato un vincitore che racchiude in sé tutta la nostra idea di letteratura. Il romanzo Spettri Diavoli Cristi Noi di Riccardo Ielmini, pubblicato a febbraio scorso, sta avendo un’ottima accoglienza e sta mettendo d’accordo tutti, cosa abbastanza singolare: lettori e critici letterari. Non da ultimo, è stato anche proposto al Premio Strega. Ma le soddisfazioni non si fermano a lui. Delle opere arrivate nell’ambito del premio ne pubblicheremo altre due: L’incredibile storia di Callista Wood che morì otto volte di Manuela Montanaro e GAP (grottesco adolescenziale periferico) di Placido Di Stefano. Il premio nasce principalmente per fare scouting e anche quest’anno speriamo di trovare autori che ci facciano innamorare e sui quali, poi, decideremo di scommettere.

Questa volta, però, non vi siete fermati alla sola narrativa che tante soddisfazioni ha portato lo scorso anno, ma avete voluto aprire la competizione alla poesia. Come mai questa scelta?

Nel corso degli anni, abbiamo sempre pubblicato libri di poesia. Abbiamo una collana, Intimate,
completamente dedicata. Nonostante in Italia sia difficilissimo tenere in vita un contenitore del genere e renderlo sostenibile in un mercato tanto asfittico, siamo dell’idea che la poesia sia l’unico antidoto alle brutture del mondo moderno. Crediamo fortemente nel vecchio adagio “la bellezza ci salverà”. Allora non vogliamo esimerci dalla battaglia e siamo determinati nel fare la nostra parte. In casa Neo Edizioni ci sarà sempre spazio per i visionari e i sognatori.

Una casa editrice, la vostra, che fin dagli albori punta a pubblicare “opere destabilizzanti e sincere” e di sincerità, schiettezza e forza della natura aveva parlato con ottimi risultati attraverso la poesia con la pubblicazione, nel 2021, de La terza geografia di Carmine Valentino Mosesso. In questi anni che rapporto c’è stato tra la NEO e la scrittura in versi? 

Un rapporto simbiotico. In verità, non facciamo molta differenza tra prosa e poesia. L’anno prossimo, se tutto va come deve, ci apriremo anche ad altre forme di narrazione. L’importante, per noi, è sempre stato lo sguardo laterale. Se facessimo cose “allineate” andremmo a competere con i grandi gruppi editoriali, e saremmo sconfitti in partenza. L’unica possibilità è quella di fare cose diverse da quelle cha fanno le major e farle meglio possibile. Ma questa non è una scelta di campo o un’attitudine figlia di decisioni ponderate. Quella di essere dissimili è la nostra vera natura. È quello che leggevamo da lettori e quello che pubblichiamo da editori.

Il Concorso Letterario Anno UNO è una “chicca” perché ha uno sguardo laterale, non si accontenta di leggere proposte con confini definiti e rassicuranti, ma conserva – come ricorda il bando – la curiosità per quelle opere irrequiete che sanno ancora osare. Dalle scelte editoriali dei grandi gruppi e che poi ritroviamo nelle librerie, non sembra che ci siano opere così, ma voi avete dimostrato con Anno Zero che c’è fermento. Una proposta differente è possibile?

Con la prima edizione del premio abbiamo avuto, forte e chiara, la consapevolezza che una letteratura più “indomita” esiste anche in Italia. Si muove nel sottobosco, non sempre arriva alla pubblicazione, men che meno nei cataloghi dei grandi editori. Spettri Diavoli Cristi Noi, il vincitore dell’anno scorso, è un romanzo che tiene insieme il thriller, il romanzo di formazione, l’horror, il gotico, il romanzo generazionale… tutto amalgamato in modo armonioso. Una roba che farà saltare in aria l’algoritmo di Amazon. Una cosa che le macchine non possono ancora capire. Ci auguriamo, quest’anno, di trovare opere altrettanto coraggiose.

Consulta QUI il Bando completo di Anno Uno.

Informazioni su Giulia Siena

Direttore. Per gli amici: il direttore di ChrL. Pugliese del nord, si trasferisce a Roma per seguire i libri e qui rimane occupandosi di organizzazione di eventi e giornalismo declinato in modo culturale e in salsa enogastronomica. Fugge, poi, nella Food Valley dove continua a rincorrere le sue passioni. Per ChrL legge tutto ma, come qualcuno disse: "alle volte soffre un po' di razzismo culturale" perché ama in modo spasmodico il Neorealismo italiano e i libri per ragazzi. Nel 2005 fonda la rubrica di Letteratura di Chronica.it , una "vetrina critica" per la piccola e media editoria. Dopo questa esperienza e il buon successo ottenuto, il 10 novembre 2010 nasce ChronicaLibri, un giornale vero e proprio tutto dedicato ai libri e alle letterature, con occhio particolare all'editoria indipendente. Uno spazio libero da vincoli modaioli, politici e pubblicitari. www.giuliasiena.com
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