MONFALCONE – È conto alla rovescia per la prima edizione di GEOgrafie Festival. Scrivere la terra, leggere la terra, un progetto del Comune di Monfalcone con Fondazione Pordenonelegge e con la partnershp di Fincantieri: a cinque giorni, dal 2 al 6 ottobre nel centro storico della città con le parole dei libri e dei loro autori, con i piccoli editori, i librai, le scuole, le associazioni più attive.
Monfalcone, che non è Trieste e non è Friuli. Monfalcone, trenta minuti dai confini nazionali col centro-Europa. Monfalcone, la città di Gino Paoli, di Elisa, di Paolo Rossi. La città delle grandi navi e della grande Guerra. La città di mare e di terra, grande cuore adriatico e cuore pulsante del Carso. Monfalcone, città di incrocio e di crocevia: città dove tanta umanità confluisce per infondere nuove energie alla mano d’opera dei cantieri. E città da dove si dipartono innovativi progetti, che navigheranno i mari della terra. «Monfalcone – spiega il direttore artistico di GEOgrafie Gian Mario Villalta – è fulcro di meravigliose diversità geografiche: punto di raccordo fra il profilo sabbioso delle lagune e la dorsale rocciosa che prosegue fino all’area balcanica. Alle spalle, il Carso ricco di storia recente e di vicende geologiche millenarie. L’orizzonte si alterna, a seconda di dove volge lo sguardo, vero una lontana corona di monti o verso un mare che sconfina nella luce». Per questo Monfalcone è il luogo “naturale” in cui mettere a confronto le GEOgrafie tradizionali e “lineari” del mondo con quelle virtuali e globali dei nostri anni che viaggiano sempre più veloci e ci proiettano a distanze siderali in pochi istanti. Una cartografia dell’umano e del paesaggio, della storia e dell’innovazione, l’esperienza dei libri e spazi di confronto per raccontare il nostro transito sul pianeta. «Per rileggere – spiega il sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint – le vicende che hanno plasmato la nostra identità e i valori del territorio, alla luce dei cambiamenti epocali che ci chiamano in causa e che tutti ci troviamo ad affrontare».
Libri e audiolibri: GEOgrafie Festival, dal 2 al 6 ottobre, avrà due anime. Una che incontra la lettura ad alta voce; un’altra che accoglie alcuni dei più interessanti libri attuali dalla viva voce dei loro autori.
Per trattare il tema voce di riferimento sarà quella del geografo Franco Farinelli (venerdì 4 ottobre, ore 21 Teatro Comunale): in dialogo con Gian Mario Villalta ci spiegherà che lo spazio e il tempo moderni sono il prodotto della sostituzione del mondo con la carta geografica. Così l’epoca moderna è terminata quando è iniziata la globalizzazione, ovvero quando la comunicazione e l’interagire tra computer ha valicato i confini di tempo e spazio rappresentabili su una superficie piana. Con Valerio Massimo Manfredi, nella serata inaugurale (mercoledì 2 ottobre, dalle 18 in piazza della Repubblica) si parlerà della Geografia delle tradizioni che uniscono l’Italia: Si può ancora parlare di Spirito di un Popolo senza inciampare in goffi anacronismi? È ancora possibile, per noi italiani, richiamare le meraviglie della nostra Storia, ammirarle di viva ammirazione perché orientino ancora il nostro presente e il futuro delle generazioni a venire? Valerio Massimo Manfredi ricorderà che essere italiani ci consente gioie inestimabili, ma al contempo ci impone una continua ridefinizione del “sentimento nazionale”. Con Mauro Covacich, in dialogo con Alberto Garlini, esploreremo la mappa di una città che diventa geografia del corpo, e la vita quando cambia al sua dimensione. Gianni Mura, inviato de La Repubblica, scorrerà le geografie di un pallone che rotola da tutto il mondo, o quasi: perché, spiegherà, “Non sono mai stato in Oceania”. E Ferruccio de Bortoli, conversando con il direttore del Messaggero Veneto Omar Monestier, si soffermerà sulla geografia del futuro: un viaggio nelle geografie virtuose, spesso nascoste, dell’Italia, perché una riscossa è ancora auspicabile e possibile. Aldo Cazzullo in dialogo con Alberto Bollis, vicedirettore Il Piccolo, sarà testimonial di un’altra imprendibile geografia: quella dell’“immaginario presente” che ci proietta in formidabili scenari fantapolitici. Mentre Beatrice Masini insieme a Valentina Gasparet sfoglierà le geografie di genere: tanti ritratti di eroine letterarie – da Emma Bovary a Jane Eyre, da Anna Karenina a Pippi Calzelunghe, fino alle modernissime Matilde di Roald Dahl o Mina di David Almond – che hanno in comune la voglia di uscire dagli schemi della società in cui vivono.Si traccerà una geografia dei viventi animati – ma non animali: viventi vegetali! – con la scienziata e nota esperta di Bio Robotica Barbara Mazzolai, per scoprire con occhi nuovi cosa hanno da insegnarci organismi che vivono da sempre in relazione con noi, ma che abbiamo sempre ritenuto meno complessi e interessanti: modi di agire, forme di organizzazione e qualcosa sulla natura del tempo. Con Luigi Nacci si parlerà delle geografie del viandante e del “selvatico” a pochi passi: geografia del Carso, non corpo separato, ma parte integrante della città: labirinto di sassi, boscaglie, doline, foibe, trincee. Boschi e foreste, luoghi in cui si è combattuto, allo stesso tempo rifugi per viandanti che non conoscono l’odio. Una forza selvaggia e liberatoria. Altrettanto dirompenti le “geografie del male” di cui converserà la scrittrice Ilaria Tuti insieme alla giornalista Arianna Boria caporedattore cultura del quotidiano Il Piccolo. Un viaggio attraverso le indagini del commissario di polizia Teresa Battaglia «che ogni giorno cammina sopra l’inferno, e per la prima volta nella sua vita, ha paura di non poter salvare nessuno, nemmeno se stessa». Eliana Liotta descriverà un’altra parabola: quella delle “geografie della felicità”: un dono che dovremmo fare a noi stessi, una mappa sulle tracce della gioia, ascoltando la soddisfazione che il corpo ha di muoversi e di sentirsi vivo. La geografia dello spazio è affidata a Patrizia Caraveo, per guardare alla Luna che da sempre affascina gli abitanti della Terra, proiettati sul misterioso satellite prima con l’immaginazione e adesso con gli strumenti della tecnologia. Delle geografie editoriali, e soprattutto di quelle della nuova editoria degli audiolibri ci parlerà Sandra Furlan: nuove frontiere che trasformano un libro nella voce che lo racconta. Sullo stesso tema ecco uno dei più noti doppiatori italiani, Raffaele Farina, che racconterà come si prepara, si imposta e si realizza la registrazione di un audiolibro. A partire dal Poirot di Agatha Christie. Ci sarà anche la geografia delle voci altre, nell’incontro che vedrà protagonista un poker di voci poetiche: quelle di Ivan Crico (bisiac), Claudio Grisancich (Triestin), Marko Kravos (slovenski) e Giacomo Vit (furlan). Ovvero il “coro” dei dialetti e delle lingue “altre” intorno a Monfalcone, perché i confini delle lingue sono sempre due. Io e tu, questo insegna la poesia; tu e io ci incontriamo secondo l’ascolto, la pazienza del tradurre, il silenzio che separa una parola dall’altra. Una geografia “delle città invisibili” sarà quella raccontata da Dušan Jelinčič, Paolo Medeossi, Roberto Covaz. Trieste, Udine, Gorizia per scoprire gli angoli nascosti, le storie dimenticate e i fantasmi delle città del Friuli Venezia Giulia attraverso tre libri: “I fantasmi di Trieste”, “La città che inizia per U”, “Gorizia capovolta”.
Molti gli altri scienziati, scrittori, poeti, viaggiatori presenti nelle cinque giornate dedicate al primo GEOgrafie Festival, in un cartellone che si integra ai percorsi legati allo storico Book in the Ciity di Monfalcone. Tante le presentazioni dedicate agli autori del territorio: ci sanno i libri di Antonio Boemo, Luciana Marchesa, William Bertola, Ace Mermolja, Ivan Portella, Laura Rizzi, Silvio Perrella, Marco Dogo, Livio Comuzzi, Matteo Moder, Germano Pontoni, Giuseppe Bergamini, Ezio Solvesi. Si spazierà con lettura dalla Rocca del Castello di Monfalcone ai Cantieri, ci sarnano gli aperitivi di Books in the City e la gara di poesia della Lega italiana Poetry slam.