PARMA – “Ok, senti, hai ragione. Non è che proprio ti conosco, ma è comunque moltissimo tempo che penso a te, da quando ti ho visto alla Grand Central Station, ti ricordi? Charlie Todd aveva detto a tutti di bloccarsi per far sembrare che la stazione fosse congelata. Ed ecco, noi due ce ne stavamo lì a pochi passi uno dall’altro e tu eri di schiena e ti stava per cadere il cappello… Ho pensato, appena mi scongelo vado da lei e la conosco, ma poi tu sei sparita, la gente ha cominciato ad applaudire e quando sono arrivato alla biglietteria tu non c’eri già più, e allora ecco ho cominciato a cercarti”. Jason cercava quella ragazza da anni, ben due anni, da quell’improvviso incontro quel giorno nel parco. La sua è stata una ricerca silenziosa, costante, speranzosa; l’intuizione di amarla spinse Jason a cercarla oltre quel flash mob, oltre quel silenzio durato anni. Se tu fossi neve (pubblicato da Giunti), il romanzo di Eleonora Sottili – viareggina con la passione per le belle storie da raccontare – narra di tre giovani protagonisti alla prese con la ricerca, dell’amore, di sé stessi, dei sogni. Jason cerca Alice, occhi neri e lucidi come due sassi, ragazza sola e rassegnata in una città che non è sua, New York. Qui Alice arriva per fuggire dal passato, dall’Italia, da due fidanzati problematici e da un ex datore di lavoro. Si ritrova “disfatta” e con gli occhi che hanno ancora la voglia di sorprendersi. Dall’altra parte, in continua apnea in una vasca da bagno, c’è Zadie, dodici anni e il sogno di raggiungere il Polo Sud come Amundsen e Scott. Tre vite differenti che si incrociano per poi incontrarsi, sorprendersi, capirsi, non capirsi, salutarsi, riconoscersi al centro della tempesta perfetta, durante un grande blackout che spegne New York.
Eleonora Sottili tesse una trama fitta e poetica; i personaggi sono ingabbiati in una favola che spazia tra vari generi per poi approdare al romanzo contemporaneo.