Giulio Gasperini
AOSTA – Il coming out è un momento, nella vita di una persona omosessuale, che scardina ogni sicurezze e lo consegna vulnerabile al mondo. Perché non si sa mai quale potrà essere la risposta di familiari, amici, vicini, qualsiasi altra persona che ci si trova a frequentare nella quotidianità, dal posto di lavoro alla socialità. Il disegnatore Alessandro Coppola ha provato, utilizzando la sua arte e avvalendosi delle parole di Daniela Rossi, a raccontare la sua esperienza di coming out in pagine ricche di emozioni colorate. Il suo Battito d’ali, edito da L’Orto della Cultura, racconta una storia essenziale ma potente, erotica nel senso di perpetua ricerca di amore, per sé stessi e nel rapporto con gli altri, tenera e colma di empatia, fiduciosa e coraggiosa.
Perché il coming out è preceduto anche da un percorso di comprensione del sé, di conoscenza profonda che deve smarcarsi e affrancarsi dai pregiudizi che gravano, dalla paura della società, dall’incomprensione che sta rigida, come scogli a fermare un’onda di marea. Alessandro Coppola riesce a squadernare tutta la potenza della linea e del colore, per raccontare un processo che in tanti hanno affrontano, magari dalla narrazione di un romanzo. E l’unicità di questo testo sta proprio qua: nella capacità del disegno di comunicare, di esplicitare emozioni che diventano improvvisamente evidenti, comprensibili da tutti con l’immediatezza di un’istinto, di una verità immanente. Le parole di Daniela Rossi cullano i disegni, raccontando un ritmo di vita e di presa di coscienza.
Il battito d’ali è un movimento leggero ma costante, fragile ma forte, indispensabile perché propulsivo; è un movimento di cui rimaniamo spesso inconsapevoli e distratti, ma che viene compiuto migliaia di volte. E così diventa il coming out, perché permette di essere sé stessi partendo da un’altra condizione, quella più precaria di bozzolo. È un movimento che ognuno sviluppa come riesce, secondo i propri dettami e le proprie leggi, secondo i propri richiami e la propria disponibilità. Ma è un regalo, in definitiva. Che ciascuno concede anche agli altri, oltre che a sé stessi. La dedica stessa di “Battito d’ali”, che Alessandro Coppola ha voluto, non lascia spazio a dubbi: “A me stesso perché non ho paura di essere”. Questo progetto, partito da una raccolta di crowdfunding su internet, vuole essere un regalo per tutti, un dono per chiunque ha bisogno di un po’ di coraggio, di una spinta per non perdere più tempo facendo finta di essere altro. Non rinunciare mai a sé stessi, cercando sempre una strada per l’amore che è sempre sulla strada, in attesa che ciascuno diventi disposto a incontrarlo e a dargli fiducia.
Il coming out e la libertà di essere
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