Giulia Siena
ANCONA – Fascino e mistero, leggende e tradizioni, signori e popolo si intrecciano in Forse non tutti sanno che nelle Marche… il nuovo libro di Chiara Giacobelli targato Newton Compton Editori. Dopo il successo di “101 cose da fare nelle Marche almeno una volta nella vita” e “Le Marche al sapore diVino”, Chiara Giacobelli torna a parlare della sua regione e lo fa attraverso una guida romanzata che narra le vicende e le storie dei luoghi più suggestivi e delle personalità più coinvolgenti di questa regione da sempre caratterizzata da un fascino particolare.
Attraverso curiosità, storie inedite, misteri, aneddoti storici e luoghi sconosciuti di una regione dai mille volti, Giacobelli riesce a destare – continuamente – l’attenzione del lettore. Nel racconto, nelle descrizioni, si ritrova lo stile pulito e narrativo che solo quelle guide, perfette compagne di viaggio, sanno regalare.
Ecco a voi la nostra chiacchierata con l’autrice, Chiara Giacobelli (nella foto in basso).
Dopo “101 cose da fare nelle Marche almeno una volta nella vita” con “Forse non tutti sanno che nelle Marche…” Chiara Giacobelli torna alla sua terra. Che sapore ha tornare a parlare di Marche?
Un sapore conosciuto, familiare, soprattutto perché ormai da anni vivo a Firenze, pertanto continuare a mantenere un legame con la mia regione attraverso la scrittura mi permette di non perdere le mie radici. Tanti ricordi, l’affetto di un pubblico vastissimo che ogni volta mi stupisce sempre di più! Allo stesso tempo, ha anche un sapore di novità e di meraviglia, poiché nonostante io conosca ormai molto bene la mia terra, c’è sempre qualcosa in più da scoprire, e di solito è qualcosa di estremamente speciale, magari unico al mondo. Questa è davvero un’area d’Italia che non smette mai di tirare fuori dal cappello magico eccellenze e posti spettacolari.
Con quest’ultimo ed esaustivo lavoro editoriale possiamo andare alla scoperta di nuovi angoli della tua regione guidati da aneddoti storici o curiosità legate a quei luoghi. Come è strutturato questo lavoro?
In questo caso i capitoli sono di meno, 60 invece di 101, quindi ho avuto la possibilità di approfondire meglio ogni argomento. In generale, il livello editoriale e culturale del libro è un po’ più elevato rispetto al precedente, anche grazie alle importanti collaborazioni di cui mi sono avvalsa: il professor Cesare Catà, il giornalista Giovanni Filosa, il promoter del territorio Davide Barbadoro e due fondamentali sponsor: il Consorzio Vini Piceni e la Confcommercio di Pesaro e Urbino.
Ancora una volta il protagonista resta tuttavia l’inedito: i luoghi, i personaggi storici, le famiglie nobiliari, le leggende, le tradizioni e il folclore, l’enogastronomia, le cittadine, la cultura, le opere d’arte meno conosciute e inflazionate.
Le Marche: da regione in sordina a vera e propria sorpresa turistica e mediatica degli ultimi anni. Oggi qual è il valore aggiunto di questo territorio?
Il fatto che non abbia nulla da invidiare rispetto ad altre regioni italiane e tuttavia sia ancora un paradiso quasi incontaminato. I costi minori rispetto alla Toscana e ad altre zone d’Italia sono un richiamo forte per i turisti, i quali si ritrovano a visitare una terra spettacolare: paesaggi meravigliosi che vanno dal mare alle colline fino alle montagne, grandi eroi del passato e del presente, musei unici al mondo, borghi tra i più belli della penisola con pochissimi abitanti e atmosfere suggestive. Insomma, un libro come il mio è utile e piacevole per sognarle, le Marche, ma poi occorre prendere e partire se si vuole conoscerle a fondo.
Qual è il luogo del cuore (marchigiano) di Chiara Giacobelli? E perché?Gradara, perché è il luogo di Paolo e Francesca. Ho un rapporto privilegiato con questi due innamorati ostacolati dalla storia… sono nei miei pensieri da tanto tempo e ho già in mente un importante progetto legato al loro amore tragico.
Parlando, invece, della tua professione possiamo dire che hai trentadue anni e sei già nono libro, tutti interessanti e coinvolgenti, oltre che grandi successi di critica e pubblico; l’editoria è una cosa semplice?
Non è l’editoria in sé ad essere estremamente complessa, lo è tutto il sistema artistico in generale, specie in un Paese come l’Italia. Dal mio punto di vista la distinzione netta la fa se si viene pagati per la propria arte (che sia musica, pittura, scrittura, danza, teatro ecc), oppure se si deve pagare per essere pubblicati e così via.
Vivere della propria arte è uno degli obiettivi più difficili in assoluto da raggiungere, triplicato se parliamo dell’Italia. Eppure, non c’è nessun altro lavoro che possa portare le stesse emozioni e soddisfazioni per chi nasce con un’indole artistica talmente forte da percepire la propria passione come una necessità, non un capriccio e neppure un hobby.
Così, ogni volta che mi sento giù e mi trovo davanti a qualche problema, o vengo presa dai dubbi, mi rileggo sempre una frase messa in bocca al Tintoretto da Melania Mazzucco (scrittrice che io adoro) su “La lunga attesa dell’angelo”. La frase dice così: “Mi sono guadagnato il diritto di sopravvivere come deve fare il più debole della cucciolata, destinato a essere emarginato, affamato e sbranato dagli altri cani. Ho studiato, ho lavorato sempre – più di tutti. Sulla facciata della mia casa, quando ho potuto comprarmene una, quando ho potuto scegliere la pàtera che identificasse il proprietario, ho fatto incastonare una statuetta di Ercole. Lottatore e pellegrino, viaggiatore e combattente – è la mia immagine. Perché le sue fatiche sono le mie, perché questa è la vita di un artista. (…) La libertà me la sono presa anche se non potevo pagarmela. La libertà del resto non è in vendita. (…) La fortuna ama gli audaci, mi sono detto. Non tornerò mai indietro. Non farò mai il tintore. Non mi cercherò un impiego (…). Io vivrò di pittura, dovessi affogarmi in un canale”.
Chiara, scrittrice e giornalista, una carriera fatta di studi, approfondimenti, scrittura, interviste e viaggi. Questo sognava Chiara Giacobelli da piccola?
No, non ho mai creduto che tutto questo sarebbe potuto diventare realtà, non osavo nemmeno immaginarlo poiché non credevo affatto nelle mie potenzialità (oltre a non conoscere minimamente l’esistenza di certi luoghi incredibili di estremo lusso che ora mi ritrovo a frequentare per lavoro, a volte facendo una vita davvero da sogno). Ho scoperto a poco a poco, grazie all’aiuto di alcune persone, che cosa potevo fare e dove potevo sperare di arrivare. Nonostante tutto, io mi sento ancora solo all’inizio di un lungo cammino e sono curiosa di andare avanti per vedere cosa succederà.