Giulio Gasperini
AOSTA – La storia è piena di libri la cui lettura era stata vietata. Per le più svariate ragioni, ma principalmente perché venivano considerati sconvenienti, pericolosi per mantenere un ordine e un presunto decoro. In Vietato leggere Lewis Carroll di Diego Arboleda e le bellissime illustrazioni di Raúl Sagospe, edito in Italia da Edizioni Lapis (2015) sono i due libri della famosissima Alice a essere oggetto di “scomunica”.
La signorina Chignon, istitutrice francese, ottiene un prestigioso lavoro presso la famiglia Welrush, di New York. L’unica condizione posta dal Signore e dalla Signora Welrush è che l’istitutrice non dovrà mai parlare dei libri di Lewis Carroll al cospetto della loro figlia, che si chiama Alice e che ha un’ossessione per l’Alice del romanzo. Proprio quella che insegue i Conigli bianche, cade nei buchi, cresce e rimpicciolisce per un morso o un sorso, e vede le carte dipingere di rosso le rose bianche. Il suo compito è quello di mentire e dissimulare, dovendo soprattutto nascondere la notizia che la signora Alice Liddell, colei che aveva ispirato il personaggio di Alice a Lewis Carroll, sarebbe stata ospite della stessa università dove il signor Welrush lavorava.
La signorina Chignon, in realtà, è una ragazza goffa e pasticciona, che causa sempre involontari disastri dovunque va. Senza intenzione, ovviamente, anche cercando di evitarli in tutti i modi. Possiede, l’istitutrice, quell’ingenuità adorabile tipica dei bambini; quell’atteggiamento naif che la conserva pura e cristallina anche in un mondo che vorrebbe tenere a freno l’entusiasmo e la follia creatrice di un bambino.
In America, l’istitutrice Chignon si troverò circondata da personaggi strani e persino borderline, come il fratello della signora Welrush, vittima di una fame che non trova mai sazietà. O come del belga Baptiste Travagant, che custodisce un uovo enorme, il più grande della Terra. O come il signor Peter Davies, l’uomo che ha ispirato il personaggio di Peter Pan, che conserva un’ombra prepotente di tristezza negli occhi.
Eugène Chignon, in questo viaggio dai ritmi serrati e appassionanti, scoprirà comunque che la fantasia può superare molte barriere e aggirare tanti assurdi veti, senza che si riesca a frenarla. In qualche caso, addirittura, sopravvivendo a tutte le età e a ogni stagione umana e conservandosi, pura e genuina, in fondo agli occhi anche di una signora ottantenne che continua, divertita e ironica, a guardare (e sbeffeggiare) il mondo e a vedere un Coniglio bianco scappare per la fretta di non perdere un appuntamento col destino.
“Vietato leggere Lewis Carroll”: l’assurdo divieto alla fantasia
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