ROMA – Creare una casa editrice. Un progetto un po’ utopico forse, quando nel 2008, Chiara, Manuele e Attilio pensarono di unire le proprie professionalità e creare Intermezzi Editore. Nel cuore pulsante della Toscana Intermezzi è una commistione di arti, capacità e idee: libri interculturali e articoli multimediali per avere la possibilità di creare prodotti fruibili da media diversi. Ma come è cambiata in questi anni l’Intermezzi? Lo chiediamo a Chiara Fattori, direttore editoriale della casa editrice toscana.
Quali sono le novità autunno/inverno 2012 di Intermezzi editore?
A dicembre, in occasione di Più libri più liberi, uscirà “Nessuna Esperienza Richiesta” di Gianluca Comuniello, un romanzo composto da racconti, o come l’autore stesso lo definisce un “concept album”, con protagonista Descentio Cesellati, eurocrate figlio di latinisti. Altra novità a cui stiamo lavorando e che lanceremo nel nuovo anno è la collana “Sottogliottantamila”, testi brevi in ebook.
I tre libri sui cui puntate in questo momento?
Non ci sono libri su cui puntiamo più di altri: la scelta di fare poche uscite l’anno ci consente di portare avanti tutto il catalogo senza lasciare nessuno indietro.
A 5 anni dalla sua nascita, qual è il bilancio di Intemezzi editore?
Fare un bilancio in termini di positivo o negativo di un progetto come il nostro, nato in questi tempi disastrati, non è possibile. Posso dire che Intermezzi è cresciuta insieme a noi, alla nostra passione e alle nostre competenze, e che sta trasformandosi e migliorandosi continuamente. Abbiamo fatto bei libri di cui siamo orgogliosi e con noi hanno esordito autori che si stanno ora facendo conoscere e apprezzare anche altrove (Ilaria Giannini uscirà a dicembre con un romanzo per Gaffi e Stefano Sgambati il prossimo anno con minimum fax). Al momento puntiamo molto sul digitale e cerchiamo di stare al passo con i cambiamenti, che non sono e non saranno trascurabili nei prossimi anni.
Tra scelte di manoscritti, realizzazione, promozione dei libri e festival letterari, com’è la vita delle piccole case editrici in Italia?
Le piccole case editrici italiane sono spesso, come nel nostro caso, portate avanti da persone che non fanno questo come unico lavoro, purtroppo. Quindi la vita non è facile, è frenetica e disordinata. Per noi le fiere e i festival sono i momenti più rilassanti e divertenti, in cui confrontarsi con colleghi, autori e lettori, in una immersione totale tra libri e emozioni. Per il resto si legge tanto, si lavora sui testi anche di notte, si rincorrono i librai, ci si ingegna per trovare sistemi orginali e alternativi di promozione e si tiene in ordine la contabilità.
Fare libri è…
Contribuire all’eterna autorappresentazione dell’uomo.
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