ROMA – Lontani dal lavoro e dai frenetici ritmi quotidiani, l’estate può essere il momento giusto per riconquistare un po’ di serenità e riscoprire ciò che davvero ci rende felici.
“Il sale della vita” dell’antropologa Françoise Héritier (Rizzoli) è un’autentica miniera di spunti per riflettere su quante piccole cose possano allietare la nostra esistenza. Non occorrono eventi o situazioni particolari, a volte è sufficiente saper gustare ed apprezzare quei momenti, quei gesti, quelle occasioni che ogni giorno la vita sa regalare.
Con umorismo, leggerezza e, talvolta, una punta di malinconia, l’autrice si lascia andare ad una libera associazione di idee che prende forma nell’arco di due mesi. Una lunga riflessione in cui riconoscersi e in cui riconoscere un universo di sensazioni, capaci di strappare un sorriso ma anche di suscitare qualche lacrima.
Tutto può dare un senso, un sapore diverso all’apparente monotonia quotidiana.
Ci sono i piaceri della cucina, come “il profumo delle brioche calde per strada”, le bellezze offerte dalla natura, “il volo di una rondine”, la facoltà di compiere gesti tanto banali quanto liberatori, “fischiettare con le mani in tasca”o “appoggiare i piedi su un tavolino”.
E ancora, le piccole indispensabili rivincite personali, “dare una bella lezione ad un misogeno rispondendogli a tono”; l’adrenalina che nasce da nuove esperienze o posti sconosciuti, “veleggiare in feluca sul Nilo”; le inquietudini e i turbamenti che rendono imprevedibile il vissuto di ognuno.
L’importante, come sostiene la Héritier, è riuscire a salvaguardare “quella capacità di sentire e provare sentimenti, di lasciarsi coinvolgere…e di comunicare tutto questo agli altri”. Nulla di trascendentale, dunque, semplicemente una spassionata presa di coscienza di quella “grazia tutta speciale” che consiste “nel puro e semplice fatto di esistere”.
L’essenza della vita secondo Françoise Héritier
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