Cesena: La bellezza delle parole arricchisce il week end

Tre giorni di eventi e incontri per il festival dedicato ai libri e ai lettori

CESENA – Intensissimo il programma dell’ultimo weekend del festival La bellezza delle parole, in programma a Cesena da venerdì 20 a domenica 22 ottobre, con due anteprime già svolte nelle settimane precedenti. Sabato 21 ottobre nell’Aula Magna della Biblioteca Malatestiana di Cesena si parte alle 11 con Ana Maria Sepe e Anna De Simone e D’amore ci si ammala, d’amore si guarisce, poi alle 15.30 Marina Pierri presenta il suo Lila, in cui studia il mondo di Elena Ferrante. Alle 18 Enrico Terrinoni presenta La vita dell’altro. Svevo, Joyce: un’amicizia geniale, mentre alle 21 – però al Teatro Bonci – il duo filosofico formato da Maura Gancitano e Andrea Colamedici presenta lo spettacolo Elogio del Fannullone. La sezione Kids del sabato vede due letture e laboratori a cura di Pino Pace: alle 15.30 “Appunti di viaggio” e alle 17 “Il giro del mondo in 80 minuti”.

L’ultima giornata, domenica 22 ottobre, si apre al foyer del Bonci alle 11 con Emanuela Fontana e la sua La correttrice, poi il Festival si trasferisce alla Biblioteca Malatestiana con Aurora Tamigio che alle 15.30 presenta Il cognome delle donne. Alle 18, Marco Rossari presenta il suo L’ombra del vulcano (Einaudi 2023) dove si tesse la vicenda della fine di un grande amore, in un’estete torrida e alcolica. Chiude la giornata, alle 21, Antonio Manzini con Elp: Rocco Schiavone è tornato. La sezione Kids della domenica prevede alle 17 la lettura e il laboratorio “Il Medioevo dalla A alla Zazzera” di Manlio Castagna.

Sabato 21 ottobre – Aula Magna Biblioteca Malatestiana, ore 11

Ana Maria Sepe e Anna De Simone, “D’amore ci si ammala, d’amore si guarisce” (Einaudi, 2023)
in dialogo con Leandra Borsci

Ti ha lasciato senza un perché e ora ti pare che nulla abbia più senso? La tua vita di coppia è una gabbia e non sai come uscirne? Perché “collezioni” partner che si rivelano, puntualmente, la persona sbagliata per te? È possibile stare bene ed essere pienamente appagati anche da single? Spesso i rapporti di coppia, anche quelli nati con folgorante passione e farfalle allo stomaco, si logorano e ti mettono in crisi. Ana Maria Sepe e Anna De Simone, autrici dello strepitoso bestseller Riscrivi le pagine della tua vita, applicano in questo libro il loro unico metodo di studio e analisi alla ricerca delle cause dell’infelicità in amore. Perché d’amore ti puoi ammalare, ma la buona notizia è che puoi anche guarire. Qual è il segreto? Non è necessario “dare la colpa” al partner per ciò che non funziona: basta solo guardare dentro di te, cercando le antiche ferite, risalenti all’infanzia, che ancora oggi condizionano il modo in cui scegli il tuo lui (o la tua lei) e il tuo approccio nella relazione. Dentro ogni adulto che non sa amare c’è un cuore infranto di bambino. Per svincolarti dalle trappole che compromettono la vita di coppia, per arrestare gli automatismi che generano sempre gli stessi circoli viziosi, hai bisogno di riconoscere le tue fragilità e le tue sofferenze, e di imparare man mano a prendertene cura. Raggiungerai così – utilizzando anche diversi strumenti che le autrici illustrano in queste pagine – una nuova consapevolezza che ti consentirà di essere più sereno e appagato nella tua vita affettiva, da solo o in coppia. Perché, se la felicità è trovare la persona giusta, sappi che la persona giusta sei tu.

Sabato 21 ottobre – Aula Magna Biblioteca Malatestiana, ore 15

Marina Pierri, “Lila” (Giulio Perrone Editore 2023) in dialogo con Leandra Borsci

Questo libro è il mio esorcismo. Esiste una febbre Ferrante: un virus che, con manifestazioni sintomatiche differenti, ha influenzato milioni di lettori. La tetralogia de L’amica geniale di Elena Ferrante è stata un successo mondiale e ha ispirato molte letture e interpretazioni: sull’amicizia femminile, sul corpo, sulla maternità. Sull’identità e sull’assenza. Da lettrice, Marina Pierri attraversa queste strade. studia il mondo ferrantiano, non lo molla, se lo porta in giro e se lo porta dentro. Da scrittrice, Marina Pierri sceglie Raffaella Cerullo, Lila, Lina: la mosca impossibile de L’amica geniale, la dea oscura, la prestigiatrice. Si sente scelta lei stessa, Pierri. E subito scopre le carte ( e di carte pure parla questo libro): non si può “leggere e guardare L’amica geniale in una maniera che non sia in sé stesse”. Guarda in fondo al pozzo, e scopre che è come guardare a uno specchio, guardarsi in uno specchio. E il viaggio ricomincia. Dalla semiotica (all’origine di tutto non è forse un gioco linguistico?), al labirinto, dal gioco-non-gioco degli archetipi (i nostri, quelli di Lila), alla smarginatura come glitch. Quindi: Raffaella Cerullo, Lila, Lina, ma anche una genealogia privata e universale quella che Marina Pierri risale. Fino a consegnare lo specchio nelle nostre mani.

Marina Pierri è cofondatrice e direttrice artistica di FeST-Il Festival delle Serie TV. Studiosa di narratologia, il suo primo libro Eroine (Edizioni Tlon, 2020) esplora gli archetipi narrativi nel Viaggio dell’Eroina ed è seguito dal podcast Soglie-Viaggio nei Mondi Narrativi (Storytel). Series Developer per EDI Effetti Digitali Italiani, fa parte del coordinamento scientifico della scuola online Come si scrive una grande storia. Insegna, inoltre, Storia dell’innovazione televisiva nel Master in Series Development di Netflix della Civica Scuola di Cinema di Milano.

Sabato 21 ottobre – Aula Magna Biblioteca Malatestiana, ore 18

Enrico Terrinoni, “La vita dell’altro. Svevo, Joyce: un’amicizia geniale” (Bompiani 2023) in dialogo con Corrado Ravaioli

La vita dell’altro è il racconto inedito dell’amicizia molto speciale tra due giganti del Novecento. Joyce, irlandese abbastanza ribelle che arriva in Italia perché ama la lingua e la cultura italiana, ma anche per fuggire da un’Irlanda sotto il doppio giogo dell’Impero britannico e della Chiesa cattolica, e Svevo, un signore di mezza età, di origini ebraiche, che dopo anni in banca lavora nell’industria di vernici per applicazioni subacquee della famiglia della moglie. Joyce insegna inglese, e si distingue subito a Trieste per i suoi comportamenti poco ortodossi. Svevo, bonario uomo di famiglia, si accorge di lui e inizia a frequentarlo, prima da allievo, poi da amico. Dal loro incontro nasce qualcosa. Si scambiano gli scritti e ammirano le rispettive opere. Svevo aiuta spesso Joyce, sempre a corto di denaro, e questi ricambierà la sua generosità contribuendo a farlo diventare un caso letterario internazionale. Le loro storie si incrociano e ci parlano di un’amicizia profonda, non soltanto di affinità. E si intrecciano in un curioso entanglement anche le loro opere, capaci di dialogare da posizioni distanti su temi condivisi e segreti. La vita dell’altro è una storia non ancora raccontata, che mostra l’esistenza tra questi due mostri sacri del Novecento di un rapporto assai profondo, di un’affinità elettiva ma anche di una voglia di sostenersi a vicenda e guardarsi negli occhi per riconoscersi. Questa storia minima di due grandi racconta tramite eventi, resoconti, impressioni, incroci e simultaneità come le opere e le esistenze di Svevo e Joyce continuano a scrutarci oscuramente dal passato, con occhi attenti e divertiti, fissi sui nostri futuri.

Enrico Terrinoni è docente di letteratura inglese, teoria e pratica della traduzione. Per Newton Compton si è occupato della traduzione dell’Ulisse di James Joyce, che ha vinto il Premio Napoli per la Lingua e la Cultura Italiana – sezione traduzione – nel 2012. Collabora con Il Manifesto ma ha scritto anche per il Corriere della Sera, Il Sole 24 ore e Il Messaggero. Ha pubblicato diversi libri e saggi e ha tradotto autori dall’inglese (Muriel Spark, Brendan Behan, BS Johnson, John Burnside, Miguel Syjuco) e classici (John Florio, Francis Bacon, Nathaniel Hawthorne, James Joyce).

Sabato 21 ottobre – Teatro Bonci, ore 21

Maura Gancitano e Andrea Colamedici (Tlon) “Elogio del Fannullone”
Il duo filosofico Maura Gancitano e Andrea Colamedici, della casa editrice e produzioni multimediali “Tlon”, propongono l’incontro Elogio del fannullone. Nella frenetica corsa alla produttività che caratterizza la nostra epoca, la figura del “fannullone” è spesso vista come un anacronismo o, peggio, come un ostacolo al progresso. In questa conferenza verrà esplorata l’importanza dell’ozio come spazio vitale per la creatività, l’innovazione e il benessere personale, proponendo l’ozio come forma di resistenza intellettuale e culturale.

Domenica 22 ottobre – Teatro Bonci, ore 11

Emanuela Fontana “La correttrice” (Mondadori, 2023) in dialogo con Leandra Borsci

In che modo sono legate le sorti di una giovane bambinaia e del romanzo più celebre della storia della letteratura italiana? Per scoprirlo bisogna calarsi in un palazzo nobile della Firenze del 1838, dove quella ragazza di nome Emilia Luti, nubile e orfana di padre, per mantenere la madre e le sorelle minori fa la spola giorno e notte tra la stanza dei bambini e il Gabinetto letterario di casa Vieusseux, nella doppia mansione di bambinaia e aiutante di biblioteca. Quando Massimo d’Azeglio la incontra nel salotto dell’amico rimane colpito dai suoi modi schietti e dal suo fiorentino purissimo e le propone di seguirlo a Milano per occuparsi della piccola Rina, la bambina avuta dalla prima moglie Giulietta, figlia di Alessandro Manzoni. È così che Emilia fa il suo timoroso ingresso nella casa dello scrittore che con i suoi Promessi sposi ha già conquistato il cuore di migliaia di lettori. Il romanzo ha avuto successo, ma lui non è soddisfatto, si è messo in testa di ristamparlo in un’edizione illustrata e di rivederne completamente la lingua, per avvicinarla ancora di più a un fiorentino capace di parlare a tutti, “una lingua che diventi la lingua degli italiani”. Quasi per scherzo, sottopone a Emilia qualche frase, e impressionato dalle sue osservazioni comincia a mandarle dei bigliettini per chiederle aiuto. I due finiranno per rileggere e correggere insieme l’intero romanzo, tra lo studio di Milano e la villa di campagna a Brusuglio, circondati e spesso distratti dalle vicissitudini dell’ingombrante famiglia Manzoni. Capitolo dopo capitolo, fiorirà tra loro la confidenza che nasce quando si cammina insieme in quel luogo spaventoso e pieno di meraviglia che sono le parole di uno scrittore. Don Alessandro rivelerà a Emilia le sue paure, e a sua volta Emilia si aprirà con lui fino a raccontargli il suo più grande segreto. Prendendo le mosse da una storia vera rimasta finora nell’ombra e attingendo dalla corrispondenza tra il Manzoni e la Luti e da materiali inediti emersi dalle sue ricerche, Emanuela Fontana traccia un ritratto profondamente umano dello scrittore più idealizzato di tutti i tempi e trasforma Emilia in un grande personaggio letterario, sagace e libero, rendendo così giustizia al contributo dato da una giovane donna al romanzo più famoso di sempre, nella versione che tutti noi abbiamo letto e studiato.

Domenica 22 ottobre – Biblioteca Malatestiana, ore 15.30

Aurora Tamigio “Il cognome delle donne” (Feltrinelli, 2023) in dialogo con Leandra Borsci

All’origine c’è Rosa. Nata nella Sicilia di inizio Novecento, cresciuta in un paesino arroccato sulle montagne, rivela sin da bambina di essere fatta della materia del suo nome, ossia di fiori che rispuntano sempre, di frutti buoni contro i malanni, di legno resistente e spinoso. Al padre e ai fratelli, che possono tutto, non si piega mai sino in fondo. Finché nel 1925 incontra Sebastiano Quaranta, che “non aveva padre, madre o sorelle, perciò Rosa aveva trovato l’unico uomo al mondo che non sapeva come suonarle”. È un amore a prima vista, dove la vista però non inganna. Rosa scappa con lui, si sposano e insieme aprono un’osteria, che diventa un punto di riferimento per la gente dei quattro paesi tutt’intorno. A breve distanza nascono il bel Fernando, Donato, che andrà in seminario, e infine Selma, dalle mani delicate come i ricami di cui sarà maestra. Semplice e mite, Selma si fa incantare da Santi Maraviglia, detto Santidivetro per la pelle diafana, sposandolo contro il parere materno. È quando lui diventa legalmente il capofamiglia che cominciano i guai, e un’eredità che era stata coltivata con cura viene sottratta. A farne le spese saranno le figlie di Selma e Santi: Patrizia, delle tre sorelle la più battagliera, Lavinia, attraente come Virna Lisi, e Marinella, la preferita dal padre, che si fa ragazza negli anni ottanta e sogna di studiare all’estero. Su tutte loro veglia lo spirito di Sebastiano Quaranta, che torna a visitarle nei momenti più duri.

Domenica 22 ottobre – Biblioteca Malatestiana, ore 18

Marco Rossari “L’ombra del vulcano” (Einaudi, 2023) in dialogo con Corrado Ravaioli

È un’estate torrida e alcolica, dopo la fine di un grande amore. Mentre intorno a lui la città si svuota, il traduttore combatte con un romanzo esplosivo e maledetto: Sotto il vulcano di Malcolm Lowry. In quei giorni immobili di agosto Milano sconfina nel Messico, e per non morire di ricordi il traduttore si perde tra le pagine a caccia del Console, il protagonista del libro, per incontrarlo, parlare e bere con lui. Perché tradurre, in fondo, è il modo migliore per non restare mai soli. Marco Rossari prende la sua estate del disamore e ne fa un racconto sentimentale, ossessivo e incandescente, in cui autobiografia e finzione si mescolano come la vita e l’alcol, di notte, in un bar di periferia.

Domenica 22 ottobre – Biblioteca Malatestiana, ore 21

Antonio Manzini, “Elp” (Sellerio, 2023)in dialogo con Corrado Ravaioli

Una donna picchiata dal marito, una violenza domestica negata dalla vittima, il copione che troppo spesso precede un omicidio. Rocco Schiavone è tornato. Non si fa che parlare dell’ELP, l’Esercito di Liberazione del Pianeta. Il vicequestore Rocco Schiavone guarda con simpatia mista al solito scetticismo ai gesti clamorosi di questi disobbedienti che liberano eserciti di animali d’allevamento in autostrada. Semmai è incuriosito dal loro segno di riconoscimento che si diffonde come un contagio tra ragazze e ragazzi. La vera violenza sta però da un’altra parte e quando Rocco viene a sapere di una signora picchiata dal marito non si trattiene, «come una belva sfoga la sua rabbia incontenibile»: «un buon suggerimento» per comportamenti futuri. Solo che lo stesso uomo l’indomani viene trovato ucciso con un colpo di pistola alla fronte. Uno strano assassinio, su cui Schiavone deve aprire un’inchiesta da subito contorta da fatti personali (comici e tragici). Per quanto fortuna voglia che facciano squadra clandestinamente anche i vecchi amici senza tetto né legge di Trastevere, Brizio e Furio, che corrispondono al suo naturale sentimento contro il potere. Nel caso è implicata una società che sembra una pura copertura. Ma dietro questa copertura, qualcosa stride e fa attrito fino a bloccare completamente Rocco sull’orlo della soluzione del caso. Intanto crescono in aggressività gli atti dell’ELP fino a un attentato che provoca la morte di un imprenditore di una fabbrica di pellami. Indagando, Rocco si rende conto che forse, dal punto di vista della sensibilità ambientale, sullo stabilimento non c’è molto da ridire. Ma perché i «simpatici» ambientalisti sono giunti a tanto? ELP è particolarmente narrativa e mette sotto un unico segno due casi e due inchieste. Le riunisce lo sfondo di calda attualità sociale. Anche il brusco vicequestore è più ombroso e stanco, sente più acutamente quanto importante sia l’amicizia, e deve investire nell’indagine tutta la sua irruente e sincera passionalità, e tutta la tenerezza della sua invincibile malinconia.

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