Amore, illusione, sensibilità e violenza: un romanzo che è un vortice di sensazioni
Giulia Siena – Una lunga confessione. Operaprima, il romanzo di Simone Salomoni che arriva domani in libreria per Alter Ego Edizioni, appare – fin dalle prime pagine – come una lunga dichiarazione, una disamina, un tentativo di discolpa, un’ammissione di innocenza. A parlare è un pittore quarantenne rifugiatosi a Monghidoro, sull’Appennino bolognese, per la preparazione di una mostra. Vive scalzo, spesso nudo, in una libertà piena, fisica ma soprattutto morale: dopo aver squarciato il velo dell’iprocrisia artistica ed essersi liberato dai dettami della società e dalle aspettative della famiglia, ora asseconda le necessità della sua pittura che con il tempo si è evoluta fino a esplorare nuove tecniche e nuove consistenze.
E’ questo ciò che vorrà proporre alla mostra che lo aspetta da lì a pochi mesi, quella che dovrà portarlo alla ribalta vera, ne ha anche parlato con Afra, la donna per la quale non prova più amore, più attrazione e nella quale non trova né ispirazione né comprensione. Ma Afra cura ciò che bisogna definire gli “affari”. Afra è il suo contatto con il mondo. L’unico fino a quando non arriva, nella casa accanto, Marie Bertrand. E’ una calda giornata di inizio estate e la donna, elegante e sfrontata, si presenta come la nuova affittuaria di quella porzione di casa così familiare e così dimenticata. Marie non è sola, Marie è la madre di Simone. Ed è per quest’ultimo, per i suoi 18 anni, che Marie commissiona un ritratto. Dovrà essere pronto per il 26 settembre.
Simone sarà al centro del dipinto, tra luci ed ombre. Sarà da rappresentare la sua bellezza, la sua forza e la sua sensibilità. Nel ritratto dovrà emergere la tensione, l’urgenza, la sensualità. Ed è dall’osservazione di quella capigliatura così ribelle, di quel volto angelico, di quel corpo tonico che si instaurerà un’amicizia tra il pittore in crisi di identità e il giovane dalle ferite misteriose. Simone, infatti, in quelle ombre che il pittore ha scorto in apparenza, vive il grande buio provocato dai lividi inferti, dagli abusi subiti.
Simone espone il suo corpo per celare la propria anima. E mentre l’arte diventa mezzo comunicativo tra i due uomini, cresce un legame fatto di ascolto, cura, piccole fughe. Il pittore cerca in questo rapporto una catarsi che stenta ad arrivare: vuole scorgere in quei discorsi e nello stupore che vede negli occhi di Simone una conferma dei propri sforzi artistici, un ritrovato vigore e una nuova fase creativa. Simone attraversa il giardino per rifugiarsi nella casa dove “non esiste il pianto”, in quel luogo nel quale nessuno potrà abbindolarlo, violarlo, privarlo di serenità. Insieme scopriranno tasselli che avrebbero occultato al mondo intero: gli scritti di Simone, i progetti del pittore; insieme – a proprio modo – fuggiranno dal giudizio altrui riparandosi nella condivisione di lacerazioni, dolori e speranze.
La letteratura, l’arte, servono a una cosa sola. Una seconda pausa, più lunga, mi guardo in giro, mi guardo intorno, come se avessi timore di farmi rubare il segreto per sempre. Dai, piantala, dimmi, a cosa serve l’arte?
Simone ha urgenza di risposte, intanto l’estate avanza, si conclude. Ma il loro non è un rapporto carnale, forse di amore. Acerbo. E’ un legame, è un filo rosso che unisce, è un’esigenza. Mentre il pittore allontana (le donne, le telefonate, l’idea di un amore), Simone brama protezione (dagli uomini che riceve, da Elena, nelle toilette dei locali, dalle amicizie sbagliate). In questo scambio si avverte una fascinazione continua, un sentimento che cozza con l’esigenza fisica di attrarre, godere, provare piacere e dolore. Simone intuisce prima ciò che il pittore scoprirà solo dopo quella telefonata notturna. Solo dopo che sarà ricordo, un rimpianto. Il pittore tornerà ad essere ciò che per mesi ha bramato ma di una vitalità futile, priva di finalità.
Simone Salomoni porta in libreria (il 26 settembre, giorno del suo compleanno) un romanzo il cui protagonista è suo omonimo in una storia che mescola la sensibilità e il sesso, la paura e la tentazione, la cura e la violenza, il cinismo e l’ascolto inseriti in una struttura narrativa solida e in un plot che si lascia ricordare.