Giulio Gasperini
AOSTA – Far propaganda è facile, perché consiste nella menzogna istituzionalizzata: citare dati scorretti, non costruire ragionamenti documentati, mistificare la realtà e annichilire sensati ragionamenti. Tutto questo è molto più agevole e genuino da fare ma decisamente più gretto e fallace se avviene sul piano istituzionale. La capacità di discernimento personale non dovrebbe abdicare di fronte alla semplicità della sottomissione acritica.; ecco perché questo agile ma dettagliatissime testo, Il razzismo è illegale. Strumenti per un’opposizione civile, edito da Edizioni Gruppo Abele e redatto, in collaborazione, da personalità dell’Arci, dell’ASGI, del Gruppo Abele e di Libertà e giustizia, può diventare un inevitabile strumento di contronarrazione.
Il testo, approntato sull’urgenza dei cambiamenti prodotti dal Decreto sicurezza n. 113/2018, il cosiddetto Decreto Salvini, percorre con argomentazioni calzanti ed esposte con chiarezza di parole ed esempi la storia del diritto d’asilo in asilo e dell’accoglienza, mostrando chiaramente come, nel corso degli anni, le buone pratiche e i successi faticosamente costruiti siano stati annichiliti e vanificati da un testo ampiamente incostituzionale, che prevarica il diritto internazionale a cui l’Italia deve rispondere, e diventa strumento di permanente campagna elettorale, sulla pelle dei più deboli e dei più socialmente esposti.
I dati precisi, le citazioni delle leggi, la presentazione di quello che le norme prevedono e comportano: in questo volumetto agile è possibile incontrare la complessa materia dell’immigrazione, che non è più considerabile e analizzabile in chiave di “emergenzialità” ma come strutturale e intrinseca ai processi stessi di cambiamento sociale; per altro, inevitabili e improcrastinabili nei nostri contesti, prima nazionale e poi europeo. Non si tratta tanto di additare nemici e colpevoli, quanto invece di analizzare con competenza e chiarezza la situazione, tanto più complessa quanto più adeguata grottescamente alle chiacchiere da bar o da macchinetta del caffè, dove non si può di certo ricreare una coscienza civile e morale di un paese disastrato.
La coesione sociale, la coscienza civile, la capacità di giudizio sono fortemente minati da comportamenti che, contrariamente a quanto dovrebbero, sono veicolati da figure istituzionali, che abusano del loro ruolo e si dimenticano che il giuramento sulla Costituzione dovrebbe comportare altri ruoli e compiti, e implicare altri comportamenti. Il lavoro sul contrasto alle fake news e su un convinto utilizzo della capacità (e della voglia) personale di non lasciarsi ingannare dalla propaganda ma dal mettersi in gioco per un’informazione migliore e una visione più lungimirante è la sfida che aspetta tutti nei prossimi anni; è già drammaticamente evidente che cosa, il contrario, riesce a distruggere.