Daniela Distefano
CATANIA – “Quando ricordiamo una cosa, quella cosa accade di nuovo – disse – Ma quando la dimentichiamo è come se non fosse mai accaduta”.
Martti Corvara è un vitellone dei giorni nostri, senza arte né parte. E’ partito poco più che ventenne da Pressi del Lago e ci ritorna a distanza di vent’anni per fare chiarezza sul presunto suicidio del padre. Nel paese ritrovato, lo accolgono i tre amici di gioventù cambiati, e divenuti politici, faccendieri corrotti e corruttori, emuli dei loro padri e a loro volta padri infelici. Martti si tramuta in marziano che lotta contro i mulini a vento. Non riesce ad ambientarsi più in quello che è divenuto un acquario fetido per pesci infettati di catrame, di putritudine morale, di maleficio dei gangli della collettività.
Tra rave psichedelici e giacimenti di gas, immerso nelle sabbie mobili di un’inchiesta su una ragazza uccisa e destinata all’oblìo sulle rive del Lago dei Morti, Martti non smette di correre e di cercare una grammatica nuova che metta in regola le assurdità di esistenze a perdere.
La grammatica della corsa (Laurana Editore) di Fausto Vitaliano è un romanzo polposo, che racconta la storia di un perdente che si riscatta se confrontato con una società vuota e di gesso. I personaggi che incontra, le umiliazioni che subisce, le interazioni che lo travolgono sono tutti ingredienti della sua inattesa vittoria. Il Male circonda Martti, ma per contrasto lo strasforma in eroe dei giorni nostri. Un uomo che si impasticca per non pensare, per non lasciarsi trascinare dalla marea degli adescamenti morbosi, per non divenire sepolcro che cammina. No, Martti preferisce correre, correre come un matto e non strisciare come un pavido che abbandona la vita perché non tollera di morire. Il finale contiene una sorpresa, che il lettore scoprirà con stupore e raziocinio.
Fausto Vitaliano è nato ad Olivadi nel 1962. Vive e lavora nei pressi di Milano, scrive e sceneggia fumetti e cartoni animati. Ha tradotto romanzi per Rizzoli e Feltrinelli, e curato volumi antologici. Ha pubblicato due saggi per ragazzi e scritto insieme a Michele Serra il monologo teatrale “Tutti i santi giorni”, prodotto dal Teatro Filodrammatici di Milano.