Giulia Siena
PARMA – “Perché non è la morte a essere inspiegabile ma la vita, che a volte è incomprensibile come attraversiamo la nostra rete quotidiana di buchi senza caderci dentro, come riusciamo a poggiare i piedi sull’esile filo che separa i vuoti”.
E’ un tempo differente, cristallizzato, in cui il moto della vita è impercettibile. La scrittura si fa strumento e saggezza, costruisce un nido ovattato. Qui il lettore si sente a proprio agio. Appunti di meccanica celeste è il secondo romanzo di Domenico Dara e il suo punto forte è la narrazione. Come in Breve trattato sulle coincidenze, sempre pubblicato da Nutrimenti, Dara accoglie il lettore in una interessante rete narrativa; la storia viene cucita su una scrittura densa, chirurgica e malinconica.
Girifalco, Calabria: questa è la scenografia sulla quale si muovono i personaggi di Appunti di meccanica celeste. Gli uomini, come gli uccelli, sembrano percorrere delle traiettorie già tracciate mentre il mondo è fermo, come un uomo di fronte a una edicola o una donna al cospetto di una fontana. Anime che condividono le strade, i luoghi, che condividono i dolori e invidiano le fortune e le passioni. Anime dannate e fortunate, annegate, perdute e che aspettano di essere ritrovate. Mararosa che passa i giorni a maledire la buona sorte della pasticcera Rorò, la quale le fa salire “ràggia” per quell’unico uomo che sarebbe potuto essere suo, Sarvatùra. Luciano Segareddu, da tutti chiamato Lulù che mentre a scuola restava sempre “arrìadi” nella musica era un vero maestro accompagnato, però, dalla sua piccola follia. Lulù è il pazzo. Percorrendo altre strade incontriamo Cucettedda dall’utero arido, colei che aspetta quel figlio che non arriva. Un figlio che si è smarrito, invece, Schiachineddu, “nu guagliunìaddu” di sei anni più piccolo del saggio fratello Archidemu. Insieme camminavano in quel bosco poco prima che di quel ragazzo curioso e arzillo si perdesse ogni traccia. Venanzio entra nella bottega di maestru Gatànu come garzone, nonostante le voci che circolano in paese; e quella bottega diventa punto di riferimento per le donne di Girifalco grazie all’arte amatoria del novello Don Giovanni.
Le vite continuano stanche e cicliche, ma la notte dei desideri, quella delle stelle cadenti, si sta avvicinando. Ognuno ha il proprio desiderio da esprimere, ognuno vuole la sua piccola rivincita. Ed è durante uno di questi giorni d’estate, l’undici agosto, che arriva in piazza la carovana del circo di Cassiel Engelmann. Per un puro errore di calcolo, mentre stanno raggiungendo il luogo in cui si tiene un famoso festival, la strada dei circensi coincide con la strada che porta alla desolata Girifalco. Il piccolo mondo cittadino si sveglia dal torpore: qualcosa succede e il primo ad accorgersi è Lulù. Manifesti di funamboli e maghi tappezzano i muri scuri del paese. Tutti sono attratti e incuriositi da quella grande novità, dai personaggi strambi e irriverenti, affascinanti e coinvolgenti. La gioia dell’arte circense e una grave sventura segneranno questi giorni di rinnovamento.
Quali maschere indosseranno i personaggi? Come cambierà il movimento celeste?
Dove porterà quella carovana di speranza e magia?