Giulia Siena
PARMA – Da lì dove questo progetto è nato, circa tre anni fa, dalle carceri, lì è tornato sotto forma di libro per ricominciare il viaggio. Stiamo parlando di Teatro 360° riabilitare, educare, essere…, il libro del fotoreporter Sandro Capatti pubblicato da Edit Faenza e presentato la scorsa settimana nella Casa di Reclusione di Opera, a Milano. Dopo il successo dello scorso anno con Una luce per la memoria, una luce per la libertà, Capatti torna in libreria narrando – attraverso le fotografie – degli ultimi e colmando una lacuna editoriale legata al teatro sociale. “Il teatro non può essere solamente una forma espressiva, non è unicamente spettacolo, maschere e grandi manifestazioni – ha spiegato Sandro Capatti durante la nostra chiacchierata – ma il teatro è l’unica forma d’arte che un essere umano possa indossare”.
Per oltre due anni il fotoreporter ravennate ha girato l’Italia entrando nelle carceri, negli istituti psichiatrici e nei centri disabili facendosi tramite, attraverso la sua macchina fotografica, della forza e dell’indispensabilità del teatro tra i pazienti e i reclusi di questi luoghi. Un viaggio denso, intenso, profondo e difficile cominciato lì dove stava ultimando il precedente progetto, in Russia. Lì, osservando dei ragazzi a lavoro in un laboratorio teatrale, un’idea lo ha folgorato: che ruolo ha quest’arte? Come cambia le persone e il loro modo di affrontare la malattia, la pena, la disabilità? Tornato in Italia presenta il progetto e dopo qualche mese, con l’appoggio del Ministero della Giustizia, può cominciare.
Milano, Parma, Bologna, Reggio Emilia, Roma, Volterra, Lecce, Pontremoli: in lungo e in largo per la penisola all’interno di istituti penitenziari e centri psichiatrici oltre che in Russia per raccontare il teatro di strada di circa 35 artisti sordomuti.
“In Teatro 360° riabilitare, educare, essere… la macchina fotografica è una lente che ti permette di cambiare prospettiva, ti mette in relazione, ma allo stesso tempo crea una distanza. La fotografia scalfisce l’indifferenza e amplifica la percezione delle cose. – ha dichiarato Capatti – Sono un testimone fortunato poiché ho potuto fare delle esperienze forti e formative frutto di un viaggio intenso e bellissimo. Ho avuto modo di conoscere professionisti e associazioni che con coraggio e passione permettono questi piccoli miracoli. Osservando e lasciandomi coinvolgere nella normale quotidianità di questi istituti ho potuto scoprire la forza del teatro: cura, rinascita e risveglio”.