Giulio Gasperini
AOSTA – Nel 1913 Maria Montessori partì, a bordo del Cincinnati, alla volta degli Stati Uniti, per una serie di incontri e conferenze organizzate dai suoi estimatori per far conoscere le tecniche didattiche e pedagogiche messe a punto in anni di pratiche e studi. Fefè Editore ha pubblicato recentemente, con le prefazione e le notte della nipote Carolina Montessori, In viaggio verso l’America, il diario privato che la Montessori tenne durante il viaggio attraverso l’oceano, confidando alla carta i suoi pensieri più intimi e segreti, incluse le preoccupazione per aver lasciato il figlio appena ritrovato.
Maria Montessori vive l’attraversata dell’oceano come una guerra, come un “battesimo dell’acqua”, dal quale rinascerà se non migliore sicuramente diversa, più pronta ad affrontare le situazioni che il futuro è in procinto di assegnarle. È un salto nel vuoto questo suo viaggio negli Stati Uniti, nonostante negli anni precedenti abbia già organizzato dei corsi internazionali in Italia, frequentati da tantissime donne e insegnanti provenienti da ogni angolo di mondo.
La sua fama è all’apice, negli anni Dieci del Novecento. Ha già saputo attirare su di sé le attenzioni di tutto il mondo accademico internazionale, le scuole che si basano sul suo modello stanno già aprendo in gran numero. Ma sa perfettamente, la Montessori, che il suo ciclo di conferenze negli States sarà – secondo una splendida similitudine – come un mazzo di fiori: “Qualcosa sarà sfrondato – tolta la parte bella e gentile dei mazzi di fiori, le belle verdure gettate via, presa la metà dei fiori sostanzioni”.
Nel diario scritto su Cincinnati, però, quella che noi leggiamo è la Montessori donna, madre, amica; la Montessori che ha come pensieri principale quello del figlio, che trabocca di emozioni ogni volta che riceve una lettera da casa, che in ogni momento della giornata pensa a cosa stia facendo il figlio, contando le ore dei fusi orari e immaginandosi situazioni lontane.
Maria Montessori è stata donna coraggiosa: per aver deciso di scegliere carriera e maternità; entrambe assieme. Senza aver anteposto nessuna delle due. Piuttosto, scegliendo di non sposarsi, perché questo avrebbe significato la fine definitiva della sua carriera accademica. E anche in queste poche pagine di diario, tradotte prima in inglese e adesso pubblicate nella loro versione originale, risalta ogni aspetto, ogni corda intima e personale di una donna che è stata a lungo ingiustamente dimenticata, se non addirittura fraintesa.
Maria Montessori alla conquista dell’America
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