Giulia Siena
PARMA – Chi lo ha detto che gli ingegneri sono tutti maschi? Eugenia è una bambina e sa già che vorrà diventare un’ingegnera; è determinata, capace, creativa e ha una missione da compiere, arrivare all’isola di Nonsodove. Eugenia è un portento di idee e concentrazione, creatività e allegria, forse proprio per questo l’Isola dei Nascondoni le sta un po’ stretta. Eugenia vuole esplorare il mondo, vedere cosa c’è dopo tutto quel mare e capire se quella terra che si nasconde oltre la nebbia, l’Isola di Nonsodove, sia abitata. Eugenia deve scoprirlo e per farlo coinvolge suo fratello Nicola.
L’illustratrice e autrice svizzera Anne Wilsdorf ci catapulta in questa magica storia, la storia di Eugenia l’ingegnosa. Recentemente pubblicato dalla casa editrice romana Sinnos, il libro è stampato con la font leggimi, appositamente studiato per agevolare la lettura.
Eugenia ha un piano dettagliato: deve arrivare all’Isola che vede all’orizzonte e per farlo disegna un progetto, ne parla con il suo fedele collaboratore, rovista nel magazzino del padre per mettere su il suo piccolo cantiere e parte spedita con attrezzi ed entusiasmo. Eugenia riesce a ottenere tutti quegli attrezzi da maschio che il padre non le avrebbe mai ceduto e lei è capace di usare martelli e chiodi, corde e legno; è una bambina, ma anche le bambine hanno dei grandi sogni da costruire! Comincia, così, a costruire un ponte collegando gli scogli: non le interessa quanto tempo ci metterà e quanta fatica le costerà, lei è una futura ingegnera e non si perde d’animo, lei vuole aprire i suoi orizzonti, conoscere altra gente e scoprire se, effettivamente, su quell’isola misteriosa qualche abitante c’è. Eugenia e Nicola cominciano a fissare assi, legare funi, attraversare scogli; la fatica è tanta e le mani bruciano ma l’arrivo di amici strambi darà la forza di arrivare sull’altra sponda. Forse lì ci saranno altre sorprese per una curiosona come Eugenia.
Eugenia l’ingegnosa è un progetto editoriale nato su iniziativa di un gruppo di architette e ingegnere svizzere che attraverso la piccola eroina dimostrano come sia divertente e naturale progettare e costruire ponti per abbattere i muri.