ROMA – Scrittura immediata, forte e appropriata per Il posto giusto, il romanzo di Simona Garbarini pubblicato da CasaSirio Editore.
Guido era stato un giovane e rampante viceprimario del reparto chirurgia di un rinomato ospedale di Torino. Poi ha cominciato a bere. E sono iniziati i problemi. Quell’unico difetto in una carriera di successi è diventato un buco nero in cui si è lasciato trascinare. A causa di quel suo vizio ha dovuto lasciare tutto, cambiare lavoro, cambiare vita e inventarsi nuovamente, vestendo i panni di medico sportivo. Così, calpestando il prato verde alla ricerca del “calabrone da inseguire”, della promessa da rincorrere, così, ha conosciuto Toni. Toni aveva solo undici anni e già tanti problemi: una famiglia disastrata alle spalle e un’adolescenza che si preannunciava problematica. Toni, però, aveva grandi sogni e Guido cominciò a sognare con lui. L’adozione diventa inevitabile, naturale; Guido si scopre padre e “fare il padre è facile, così come essere un eroe”.
Ma cominciano presto i problemi: il passato di Toni torna in modo arrogante e violento, arriva la tossicodipendenza, i fantasmi, le paure. Tutto, secondo Guido, si può affrontare insieme, tutto perché Toni è destinato a vincere la sfida con se stesso e diventare un campione.