“GiraPuglia”, 12 itinerari per una regione buona tutto l’anno

ROMA – “Dalle scogliere del Gargano ai monti Dauni, dalle Murge alla Valle d’Itria, dalla Messapia al Salento, la Puglia punta ancora una volta sull’eccellenza della semplicità, sul sapiente accostamento di materie prime di qualità, sull’indole di un popolo che sa accogliere e condividere.” Guidati da questi buoni propositi e da “GiraPuglia” si può partire alla scoperta di un territorio che riesce ogni volta a sorprendere. Stiamo parlando della Puglia, regione dalle antiche tradizioni storiche, dal fascino naturalistico e dall’ampia offerta enogastronomica. La regione dei due mari viene raccontata in “GiraPuglia” attraverso dodici itinerari del gusto per esplorarla in qualsiasi stagione dell’anno. Attraverso questo semplice e completo volumetto arrivato alla sua terza edizione e pubblicato da Tirsomedia, il turista, il curioso e il buongustaio potranno intraprendere ogni volta un viaggio diverso: esplorare le vigne di Nero di Troia o di Negroamaro, perdersi nelle bellezze architettoniche dei castelli di Federico II di Svevia, seguire le strade dell’olio extravergine di oliva attraverso le 5 DOP della regione, oppure lasciarsi trasportare dal ritmo della Valle d’Itria.

 

Tutto questo è la Puglia e molto altro si può scoprire con “GiraPuglia”; non solo una guida ma un vero e proprio universo proiettato in una terra sempre viva.

Donne vincenti


Silvia Notarangelo

ROMA– “Cattive ragazze”, ovvero, “15 storie di donne audaci e creative”. Può sembrare un controsenso, ma non lo è. L’esplosiva e ironica graphic novel di Assia Petricelli e Sergio Riccardi (Sinnos Editrice) coglie nel segno: nell’immaginario collettivo chi sceglie di non omologarsi si schiera dalla parte sbagliata, dalla parte del “cattivo”. Eppure, basta sfogliare questo intelligente e accattivante volume per rendersi conto dell’importanza di portare avanti le proprie convinzioni, anche quando questo significa andare controcorrente o intraprendere delle battaglie che sembrano perse in partenza.
Protagoniste assolute, le donne. Per la precisione, quindici donne che hanno fatto della forza e della tenacia una vera filosofia di vita. Sono scrittrici, condottiere, scienziate, attiviste, cantanti, pittrici. In altre parole, donne in carne e ossa, lontane dagli stereotipi, indipendenti, coraggiose. Alcune conosciute, altre meno, ma tutte, seppur in tempi, luoghi e modi diversi, sono riuscite a lasciare la loro impronta nella storia.
La bellissima Hedy Lamarr era la diva più pagata di Hollywood ma anche un’eccezionale scienziata, a cui fu assegnato l’Oscar per i pionieri della scienza. Nellie Bly fu la prima giornalista d’inchiesta a indagare sotto copertura. Antonia Masanello fu l’unica donna a combattere nell’esercito dei Mille insieme a Garibaldi. Solo tre, delle quindici donne, che promettono di conquistarvi grazie alla loro energia e a quella particolare vena combattiva che le portò a sfidare la vita.
Nell’introduzione alla graphic novel, Cecilia D’Elia le definisce storie di libertà. “Probabilmente nessuna di queste donne si pensava eccezionale, ma tutte erano determinate. Così, vivendo la loro vita, hanno aperto strade nuove o mandato in frantumi tradizioni secolari”. Un’iniezione di ottimismo, dunque, per guardare al futuro attraverso gli occhi e le esperienze di chi, alla fine, ce l’ha fatta.
Destinata ai più giovani, ma non solo, “Cattive ragazze” inaugura “Leggimi Graphic”, la collana di Sinnos pensata per venire incontro anche a coloro che presentano problemi di dislessia o difficoltà nella lettura.

I 12 candidati al Premio Strega 2013

ROMA – Il Comitato direttivo del Premio Strega, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci in collaborazione con Liquore Strega, ha selezionato i dodici libri che si disputeranno la sessantasettesima edizione tra i 26 presentati lo scorso 5 aprile dagli Amici della domenica:

1.       Apnea (Fandango) di Lorenzo Amurri

Presentato da Clara Sereni e Sandro Veronesi

2.       El especialista de Barcelona (Dalai editore) di Aldo Busi

Presentato da Alessandro Barbero e Stefano Bartezzaghi

3.       Romanzo irresistibile della mia vita vera (Marsilio) di Gaetano Cappelli

Presentato da Gian Arturo Ferrari e Marina Valensise

4.       Cate, io (Fazi) di Matteo Cellini

Presentato da Filippo La Porta e Paola Mastrocola

5.       Sofia si veste sempre di nero (minimum fax) di Paolo Cognetti

Presentato da Diego De Silva e Lorenzo Pavolini

6.       Mandami tanta vita (Feltrinelli) di Paolo Di Paolo

Presentato da Gad Lerner e Rosetta Loy

7.       Il cielo è dei potenti (e/o) di Alessandra Fiori

Presentato da Giovanna Botteri e Paolo Sorrentino

8.       Atti mancati (Voland) di Matteo Marchesini

Presentato da Massimo Onofri e Silvia Ronchey

9.       Le colpe dei padri (Piemme) di Alessandro Perissinotto

Presentato da Gianluigi Beccaria e Eva Cantarella

10.    Figli dello stesso padre (Longanesi) di Romana Petri

Presentato da Alberto Asor Rosa e Salvatore S. Nigro

11.    Resistere non serve a niente (Rizzoli) di Walter Siti

Presentato da Alessandro Piperno e Domenico Starnone

12.    Nessuno sa di noi (Giunti) di Simona Sparaco

Presentato da Valeria Parrella e Aurelio Picca

 

Il Comitato direttivo del Premio Strega – composto da due esponenti della Fondazione Bellonci, Tullio De Mauroe Valeria Della Valle, due rappresentanti di Strega Alberti S.p.A., Giuseppe D’Avino e Alberto Foschini, dall’assessore alle Politiche culturali di Roma Capitale, Dino Gasperini, da due autori premiati nelle precedenti edizioni, Melania Mazzucco Ugo Riccarelli, e da due personalità rappresentative dei quattrocento Amici della domenicaGiuseppe De Rita e Fabiano Fabiani – ha selezionato i dodici libri in gara. “Siamo stati piacevolmente sorpresi dal gran numero e dalla qualità complessiva dei libri presentati dagli Amici della domenica, che riflettono i caratteri di una stagione letteraria ricca di proposte letterariamente mature,” dichiaraTullio De Mauro, presidente del Comitato direttivo e della Fondazione Bellonci, “le scelte del Direttivo sono state perciò il frutto di una discussione accurata e appassionante. Ora spetta alla giuria del premio, nelle sue varie articolazioni, il compito di selezionare i finalisti prima e il vincitore poi, quest’anno avvalendosi anche dell’opportunità di votare telematicamente”.

 

Per la prima volta, sul nuovo sito del premio, www.premiostrega.it, i giurati potranno votare i libri concorrenti con un sistema sicuro e anonimo che sostituisce quello espresso via fax o tramite telegramma. Il nuovo sistema di voto, a cui si accede da un’area del sito espressamente riservata ai giurati e attiva dal 29 aprile, si aggiunge al voto tradizionale effettuato tramite la consegna o l’invio della scheda cartacea.

 

La rosa dei 12 candidati sarà presentata ufficialmente venerdì 10 maggio al Teatro San Marco di Benevento. La prima votazione si terrà come di consueto in Casa Bellonci, sede della Fondazione, dove sarà effettuato,mercoledì 12 giugno, lo spoglio dei voti dei quattrocento Amici della Domenica. Agli Amici della Domenica si aggiungono sessanta “lettori forti” (segnalati da altrettante librerie indipendenti associate all’ALI-Associazione Librai Italiani) e i gruppi di lettura coordinati da 10 Istituti Italiani di Cultura all’estero, ciascuno titolare di un voto collettivo. La seconda votazione e la proclamazione del vincitore avverranno nel consueto scenario del Ninfeo di Villa Giulia giovedì 4 luglio

Carolina Crescentini è lo “Spirito Noir” della seconda edizione del Premio Zucca

MILANO – Dopo il successo dello scorso anno, con più di 400 racconti pervenuti, parte ufficialmente la seconda edizione del “Premio Zucca Spirito Noir”, il contest letterario ideato e lanciato da Rabarbaro Zucca. Tutti gli amanti del genere potranno dare sfogo alla propria creatività a tinte nere inviando un breve racconto che avrà come soggetto l’attesa, scelto poiché il più votato dagli utenti della folta community Rabarbaro Zucca su Facebook.

A raccogliere il testimone dal collega Michele Riondino, nel ruolo di personaggio “Spirito Noir”, è Carolina Crescentini, come già annunciato in occasione dello scorso Courmayeur Noir in Festival. Sarà lei a decretare il miglior racconto assieme ad una giuria di prim’ordine, formata dal condirettore del Courmayeur Noir in Festival Giorgio Gosetti, l’attore Luca Argentero, gli scrittori noir Maurizio De Giovanni e Maurizio B. Bianchi, e infine dalla vincitrice della scorsa edizione del premio, Maria Elena Corbucci.

Grazie a Zucca, che ha ideato e realizzato il concorso, il racconto del vincitore sarà pubblicato nel secondo volume della raccolta “Spirito Noir Collection”, edito dalla casa editrice Salani. Il primo volume sarà nelle librerie dalla fine del mese di marzo 2013, e conterrà la prefazione di Piero Colaprico e un imperdibile racconto inedito di Marcello Fois.

Tutte le informazioni sul “Premio Zucca Spirito Noir” 2013 e le modalità di partecipazione sono disponibili sulla pagina Facebook di Rabarbaro Zucca.

Giornata Mondiale del Libro: il 23 aprile le Pagine Viaggianti invadono le metropolitane di Roma

ROMA – Il 23 aprile, in occasione della giornata mondiale del Libro, i libri saranno Pagine Viaggianti all’interno delle stazioni Metro di Roma. Il progetto, realizzato dall’Associazione Culturale Libra 2.0, in collaborazione con Atac S.p.A, Biblioteche di Roma, Centro Culturale Gabriella Ferri, Caffè News Magazine e l’Associazione Cartastraccia, darà la possibilità ai fruitori dei mezzi di trasporto di viaggiare insieme ai libri. Per dodici ore, dalle 8.00 alle 20.00 di martedì 23 aprile i cittadini potranno donare e ricevere libri all’interno delle stazioni Metro Santa Maria del Soccorso e Cornelia che per l’occasione diventeranno “stazioni culturali” e bookcrossing, con performance di lettura di autori emergenti: Donatella Mei, Tommaso Putignano Eva Clesis e Rossana Vesnaver.
I mezzi di trasporto, soprattutto la metropolitana, quotidianamente diventa occasione di lettura per migliaia di cittadini romani.
Tutti i libri raccolti, selezionati per categorie, saranno destinati a case famiglia e istituti penitenziari, affinché le Pagine Viaggianti possano allietare altri percorsi; perché, come afferma Milagros del Corral, direttrice in carica all’UNESCO, “Esistono libri su tutti i temi, per ogni pubblico ed ogni momento. Ma dobbiamo fare in modo che i libri siano disponibili per tutti, dappertutto”.
Quale migliore occasione, dunque, per celebrare la giornata mondiale del libro 2013 all’interno delle stazioni metro?
Grazie alla collaborazione di Biblioteche di Roma Capitale e del Centro Culturale Gabriella Ferri i cittadini potranno partecipare all’evento Pagine Viaggianti presso la Biblioteca Vaccheria Nardi (via Grotte di Gregna 37), la Biblioteca Cornelia (via Cornelia 45) e il Centro Culturale Gabriella Ferri (via Galantara 7), ed essere allietati dalle letture di autori ed artisti come: Leyla Khalil, Riccardo Pulcini, Bruno Lijoi, Dona Amati, Celeste Borrelli, Vespina Fortuna, Angela Lantosca, Stefano Mancini, Maria Grazia Nardi e Riccardo Pulcini

 

“I nipoti di Scanderbeg”, verso l’Italia, alla ricerca dell’America.

Giulio Gasperini
AOSTA – Era il 1991. A marzo ne giunsero 27.000. Ad agosto 20.000 tutti su una sola nave partita da Durazzo. In quei pochi mesi la Puglia, e Bari in primo luogo, furono il teatro di uno sbarco di massa. Tanti albanesi, soprattutto giovani uomini, fuggivano dalla loro patria, perseguitati dalla mancanza di libertà, dal bisogno di un lavoro, dalla povertà asfisiante prodotta da anni di repressione di Enver Hoxha e del suo regime. Artur Spanjolli si trovava su quella nave, la Vlora, conquistata nel porto di Durazzo, che rappresentava una breccia inattesa per partire dalla disastrata Albania con nei pensieri soltanto l’Italia, l’Europa, la libertà e la ricchezza. In “I nipoti di Scanderbeg”, edito dalla coraggiosa casa editrice Salento Books, Artur Spanjolli ricostruisce quel lontano giorno d’estate, quando si trovava con gli amici in spiaggia, in pantaloncini e ciabattine, ignaro del destino che avrebbe provato a forzare, intraprendendo una rotta difficile e nemica.
L’Italia, per molti anni, dall’altra parte dell’Adriatico, era stata immaginata come l’America. Il luogo dove tutti i sogni si realizzano; dove si mangia; dove si diventa ricchi; dove si può pensare a un domani migliore. Dove poter fuggire un destino avverso e crudele. La televisione, i programmi con Pippo Baudo, le ostentazioni di merci e prodotti: chi potrebbe resistere a insistenti canti di sirene? A perfette e sfacciate fate morgane? Quelle che nel deserto allettano (e ingannano) gli assetati. In tanti partono, sfidando prima di tutto l’esercito albanese, poi le loro ansie, le paure; abbandonando gli affetti, la sicurezza dei parenti, la familiarità del suolo natio. L’esilio è il destino di tanti: decisione sofferta e dolorosa, frustrante e selvaggia. L’incredulità ferisce, però, quando il tentativo non riesce e dall’altra parte c’è il rifiuto, il respingimento.
Perché così accadde in Italia, in quei lontani giorni assolati. E così minutamente lo descrive Artur Spanjolli nel suo romanzo che è crudele e amara autobiografia. L’Italia non li volle; il Governo, in ritiro estivo a Cortina (premier era Andreotti, tanto per cambiare), non seppe darsi coraggio e preferì contravvenire alle regole del diritto d’asilo: tutti imbarcati su un aereo, a turno, e riportati al loro paese, dalla geografia così vicina ma dalla vita sì remota. E non importava se tra i tanti albanesi ci fossero perseguitati politici, ragazzi in pericolo di vita, disperati senza nessuna prospettiva. Tutti dentro il ventre di un aereo e tutti di nuovo indietro. “I nipoti di Scanderbeg” fa riflettere su uno dei drammi più evidenti dello scorso secolo; instilla in noi il dubbio di cosa sia un’accoglienza vera, di quali siano i bisogni dell’uomo, di cosa si possa fare per rispondere. Artur Spanjolli non ha parole di condanna, per l’Italia. Quanto, piuttosto, di incredulità. Dov’è l’Europa? Dove la libertà? Dove i diritti? Dove la dignità umana? Dove la sicurezza, la protezione, il rispetto della vita? Accanto ai tanti gesti di umanità, a cui lui stesso assistette e ne fu il beneficiario, si schiera un campionario di assurdità: non ci si stupisce, però, che questi ultimi siano esclusivamente riferiti ai responsabili e ai detentori del potere. Politico, in primis.

“Una vita sottile”: convivere con le ombre.

Dalila Sansone
AREZZO – Alcuni abissi sono insondabili, non possono essere presi e incasellati in una qualche categoria. Perché capita, in quei casi che non sono fatti ma vite incrociate, di accorgersi che le categorie siano insufficienti e comportino un prezzo troppo alto da pagare: dimenticarsi ciò che cercano di definire. L’anoressia è una nebulosa oscura senza astri che la trapuntano, nessuna fonte di luce, solo il’ripiegarsi su se stesse di infinite sfumature di nero, dove nero non è colore, nero è il condensarsi di tutto in niente. Chiara Gamberale scrive “La vita sottile” (Marsilio Editore, 1999) un passo oltre il bordo insidioso di quella nebulosa e l’incertezza del movimento si avverte tutta tra le righe.
La vita sottile è diario e racconto, una raccolta di pensieri e frammenti di vita vissuta a metà strada tra lo scritto privato e il testo da condividere. Non è un libro sulla malattia ma neppure il tentativo di ricostruire o definire cosa essa sia stata nel percorso personale dell’autrice. Anche il racconto si veste bene dentro quell’aggettivo “sottile”: tocca, arriva a dire e lasciare intravedere una dimensione che è stata singola e singolare. Chiara racconta un modo di sentire la vita, una percezione di sé in qualche misura fuori dalla propria storia: il corpo, la fisicità come una cassa di risonanza delle emozioni, capace di un’amplificazione assordante, talmente assordante da risultare insopportabile. È questa la ragione che spinge a scegliere una vita sottile che “scivola nei jeans e ti permette di non sentire addosso la loro tela ruvida […] scivola nel mondo e ti permette di non sentire addosso la sua imperfezione”. Il titolo cattura con l’immediatezza di un’istantanea questo dualismo tra la dimensione materiale e l’espressione reale di sé: ridurre alle estreme conseguenze la prima per rendere trasparente l’altra. È un libro che si muove su uno sfondo triste ma che non riesce ad esserlo, di una semplicità disarmante che rende il dolore ombra strappandolo alla malattia. Dalle ombre non è possibile distaccarsi completamente, perché se è vero che la proiezione sul muro cambia in base alle condizioni di illuminazione, ci si può anche giocare avvicinandosi o allontanandosi.
L’anoressia deforma e trasforma ma si riduce a una lotta impari tra il proprio senso di inadeguatezza e il bisogno disperato di vita e nel libro c’è soprattutto vita, nonostante lei, nonostante le sue ombra. L’ultima parola del libro è chiusa tra due punti: una soltanto, come una parentesi con i puntini di sospensione; se ne sta lì a separare un prima da un dopo che non importa conoscere ma che esiste. Le parole quando usate per “significare” bastano senza doverne usare altre per spiegare: Bentornata.

Novità tra la cucina e gli scaffali: le Chips come non le avete mai viste. E assaggiate.

ROMA – Le chips di tutte le forme sono le protagoniste di “Chips, patatine&dintorni”,  il libro scritto da Orathay con le foto di Charlotte Lascève. La nuovissima pubblicazione di Guido Tommasi Editore (collana Piccoli Spuntini) vi racconta le chips come non le avete mai viste: facili, inaspettate e coinvolgenti.

Per resistere alla tentazione di queste croccanti e favolose prelibatezze dovrete mettere a dura prova la vostra forza di volontà! Ma non pensate solo alle classiche patatine per l’aperitivo: rimarrete a bocca aperta scoprendo che la versione chips si addice anche a barbabietola, zucca, carota, radice di loto, ma anche alla frutta e… sorpresa, perfino alle insospettabili lasagne!
Le variazioni sul tema sono tantissime, per giocare con consistenze, sapori e colori. Le chips sono un’idea originale e divertente per offrire un aperitivo informale, per sgranocchiare qualcosa davanti alla tv, ma sono anche un’ottima soluzione come contorno. E se volete cambiare, non mancano le ricette per le patatine classiche da fare fritte oppure al forno o per altri gustosi bastoncini di verdure: con i pochi e semplici trucchi che vi verranno svelati il risultato sarà sempre dorato e croccante. E per accontentare chi preferisce il dolce al salato, troverete anche alcune idee da veri golosi.

 

“Atti mancati” il romanzo d’esordio di Matteo Marchesini

Alessia Sità
ROMA “Stavolta so di non poter più reagire. Non trovo in me stizza, né paura, soltanto una grande stanchezza”

Nella vita di ognuno di noi c’è sempre un atto mancato che ci tormenta. Freud li definiva come un errore di azione, ovvero l’incapacità di fare realmente ciò che si desidera. Quante volte aspettiamo immobili in attesa che il destino faccia il proprio corso, senza contribuire in qualche modo al suo compimento? L’ultimo romanzo di Matteo Marchesini, “Atti mancati” edito da Voland e candidato alle selezioni del premio Strega, racconta una profonda storia d’amore e d’amicizia segnata da ‘alcune’ occasioni perdute e da inconsolabili rimpianti.
La vita di Marco, giornalista del Corriere di Bologna, viene stravolta quando durante la cerimonia di assegnazione del Bolognino d’oro al critico Bernardo Pagi – un docente universitario che in passato rappresentò per lui un modello da seguire – rivede la sua ex fidanzata Lucia. L’inaspettato ritorno della ragazza a Bologna, catapulta l’intellettuale trentenne in un vortice di ricordi, seppelliti sotto la corteccia di asetticità creata nel tempo. Tra Bassa e Appennini, osterie, cliniche, paesi,  campagne e  vecchie conoscenze, Lucia spinge Marco a rianalizzare le zone più oscure del loro passato, della loro storia e del loro legame con Ernesto, l’inseparabile amico di sempre. “Atti mancati” è un continuo avvicendarsi di un passato felice e un presente doloroso, in cui gli errori e i vecchi fantasmi, prendono gradualmente forma fra la paura di crescere, sconvolgenti scoperte e un romanzo mai finito. Il desiderio di raccontare, narrare, scrivere, sembra improvvisamente essere l’unica speranza per poter mettere ordine nel caos generato dalla vita. Si ha costantemente la sensazione di sfiorare una qualche presunta verità, che purtroppo perde quasi di valore nel dolore di una logorante malattia e nel dramma della consapevolezza di non poter più rivivere quel passato spensierato e quell’amor perduto. Per Marco è arrivato il momento di affrontare la realtà e di terminare il suo romanzo, che per troppo tempo ha lasciato in sospeso.
“Atti mancati” è una toccante storia di vita, che commuove e spinge a riflettere su quanto sia fondamentale agire senza aspettare che le cose accadano per caso (“Ho solo scritto, scritto per dovere, aspettando che succedesse qualcosa”).
Con uno stile brillante ed elegante, Matteo Marchesini ci regala un bellissimo romanzo di formazione, guidandoci nel cuore di una splendida Bologna, in cui ogni angolo, ogni piccolo dettaglio della città diventa funzionale al racconto e alla storia dei suoi personaggi.

Un nuovo viaggio tra “I vivi, i morti e gli altri”

Michael Dialley
AOSTA – È un’Italia, un mondo, dove gli uomini devono combattere contro il popolo dei non-morti, gli zombie, che stanno prendendo il sopravvento e si stanno moltiplicando all’ennesima potenza: uno scenario, insomma, che richiama quella tradizione del XIV secolo legata ai “Trionfi della morte” che si trovano nel panorama artistico e letterario del tardo medioevo.
Claudio Vergnani torna nelle librerie con “I vivi, i morti e gli altri”, per la casa editrice Gargoyle books, per raccontare questo mondo caduto nel caos totale; è una lettura scorrevole, che permette un momento di evasione e di “stacco della spina” dal caos reale che regna, oggi, nella società.
Oprandi, il protagonista, è un uomo di mezz’età, che ha fatto ormai la sua vita e che ha il vizio dell’alcool: ex combattente, la sua attività attuale è uccidere gli zombie, dar loro l’eterno riposo che la morte dovrebbe concedere ad ognuno.
Sono situazioni difficili, agghiaccianti, con immagini crude e suoni: sì, vengono descritti nei dettagli i moltissimi rumori che questi cadaveri fanno nei cimiteri, nei loro loculi, nelle casse; da un grattare continuo e costante a mugolii ed urla vere e proprie.
Ma non è solamente questa “non morte” la protagonista del romanzo, anzi: la chiave dell’intero racconto è Oprandi, la sua anima, la sua psicologia, i suoi sentimenti. È un uomo straziato dalla solitudine e dal dolore e cerca di reagire a queste difficoltà nel migliore dei modi, ma soprattutto con i mezzi che ha; in un momento di particolare crisi, però, ogni volta arriva qualche aiuto: dalla signora che prega per lui e gli dona una medaglietta di San Cristoforo, fino ad un incarico che, sì è molto difficile e complesso, ma che promette la tanto agognata luce in fondo al tunnel.
Durante questo incarico il protagonista vivrà situazioni estreme e di estrema difficoltà, ma conoscerà anche la passione, l’aiuto di persone estranee, l’amore per una ragazza che sarà costretto a abbandonare, il dolore della perdita. Oprandi ha una missione che lo porta a camminare sempre sul filo che separa il mondo dei vivi da quello dei morti, ma che gli fa riconoscere quanto, a volte, siano meglio i cannibali bramosi di carne (che non hanno più un’intelligenza, ma rispondono solo alla loro fame) rispetto a quegli uomini, ancora vivi, che hanno perso qualsiasi umanità (ma che sono assolutamente in grado di pensare ed agire secondo la ragione); emerge, infatti, la crudeltà fine a se stessa, la parte peggiore dell’uomo in momenti di estrema difficoltà e drammaticità.
Estremo silenzio ed estrema solitudine, alternati a caos, rumori, spari ed incendi: su questo dualismo si snodano le vicende del romanzo, che permettono al lettore, piano piano, di entrare sempre di più in quella realtà e, soprattutto, in Oprandi.