“Il ragazzo selvatico”: ChrL intervista Paolo Cognetti

Il-ragazzo-selvaticoMichael Dialley
AOSTA – “Il ragazzo selvatico” abbandona la città per ritrovare se stesso, abbandona gli agi per “l’idea più assoluta di libertà”, la montagna. Di questo e di molto altro parliamo oggi con Paolo Cognetti, autore de “Il ragazzo selvatico” il libro edito da Terre di Mezzo e già recensito da ChronicaLibri la scorsa settimana.

 

Leggendo il suo romanzo mi sono chiesto più volte che cosa l’abbia spinta a raccontare e analizzare così concretamente la situazione della montagna oggi, nel 2013. C’è qualche avvenimento che l’ha spronata oppure è un suo semplice interesse?

“Il ragazzo selvatico” in realtà è un diario. Passo diversi mesi all’anno in una baita in Val d’Aosta: la prima volta fu un’esperienza di eremitaggio, ora per fortuna ho i miei amici e un po’ mi sono inserito nella comunità locale. L’amore per la montagna risale all’infanzia, quando ci trascorrevo l’estate. Da grande volevo provare a viverci in modo radicale, così non ho cercato una casa in paese ma su in alto, a duemila metri, tra gli ultimi boschi e i pascoli estivi. In primavera lassù non c’era davvero nessuno. In quella solitudine e in quel silenzio il bisogno di scrivere è arrivato spontaneo, e così è nato questo libro.

 

Il protagonista del romanzo parte da Milano per rifugiarsi in una baita in montagna: questo ritorno alle origini, alle cose semplici, al punto dove l’uomo ha iniziato a prendere consapevolezza delle proprie capacità, è un viaggio che dobbiamo fare fisicamente o, secondo lei, è un viaggio interiore, da fare con la nostra anima e la nostra interiorità?

Un momento. Per chi è nato in città, come me, la “vita semplice” non è uscire a spaccare la legna o zappare l’orto, ma prendere la metropolitana o bere un cappuccino al bar. Per le persone con cui sono cresciuto è più semplice girare di notte per Londra o Berlino che farsi mille metri di dislivello a piedi, e queste sono le nostre origini, così come quelle di un montanaro che si sente a suo agio in un bosco, o di uno che è nato al mare e fin da bambino nuota come un pesce. Per me la città non è caotica, angosciante, disumana; è sempre stata casa mia e per molto tempo ci ho vissuto bene. Poi ho sentito il bisogno di mettermi alla prova. Di stare da solo, vivere in un ambiente selvatico, usare il corpo, imparare ad arrangiarmi. Di certo c’era il fascino dell’avventura. Credo che uno possa fare un’esperienza del genere anche trasferendosi in una città straniera o imbarcandosi su una nave mercantile: ogni viaggio vero, e cioè rischioso, solitario, lontano dal mondo conosciuto, diventa un’esplorazione interiore.

 

Paolo CognettiL’analisi della montagna è straordinaria, vengono messi in luce punti di forza e debolezze che, comunque, arricchiscono sempre l’uomo. Le Alpi oggi vengono vissute in due modi diversi e opposti tra loro: uno è l’atteggiamento nel voler conservare la montagna, facendola diventare un museo, un luogo di arretratezza, secondo una visione che l’ha condannata per moltissimi secoli; l’altro è quello della sempre più intensiva urbanizzazione per rendere appetibile la montagna a tutti i cittadini che, se si spostano, vogliono in ogni caso trovare le stesse comodità della vita in città. Secondo lei è possibile trovare una terza via?

A me pare che la montagna di una volta sia finita per sempre, e questo non è un bene né un male. Nel senso che non era una vita più sana o felice della nostra, e infatti gli stessi montanari non sono più disposti a farla: non sono solo i cittadini a desiderare le comodità, su, proviamo a chiedere a un montanaro di oggi di rinunciare alla macchina o alla televisione o al cellulare, di salire in alpeggio a piedi, di lavorare senza mezzi a motore o di mangiare polenta e latte a pranzo e cena… D’altra parte, quando si parla di urbanizzazione, immagino ci si riferisca alle stazioni turistiche, perché il resto della montagna mi sembra tutt’altro che urbanizzata, anzi abbandonata, inselvatichita. I turisti vogliono piste da sci, alberghi, ristoranti, seconde case; i montanari vogliono lavoro perciò costruiscono quello che chiedono i turisti, e in più strade, dighe per fare un po’ di soldi vendendo l’acqua, impianti di risalita: questa è la montagna italiana degli ultimi cinquant’anni, un immenso cantiere edile, e non mi piace per niente.
Credo che adesso stia succedendo qualcosa di nuovo. Forse la terza via è quella di chi in montagna vuole andare ad abitarci, perché cerca uno stile di vita diverso. Gente giovane, che spesso ha una sensibilità ecologica più spiccata di chi ci è nato. Non tutti ci andiamo a fare i pastori o i contadini, a cercare una vita fuori dal tempo: tanti di noi ormai lavorano in rete, però sentono il bisogno di avvicinarsi alla natura e magari vogliono dare ai loro figli un ambiente diverso in cui crescere. Quali sono le esigenze di persone così? Io vorrei coltivare l’orto, però ho bisogno anche dell’adsl; adoro girare nei boschi ma devo anche raggiungere un aeroporto in tempi accettabili. Il prossimo autunno mi sposterò dalla mia baita in Val d’Aosta direttamente a New York. Ecco, vorrei vivere nella natura ma non fuori dal mondo. Le Alpi sono perfette in questo senso: un ambiente naturale magnifico, non lontano dalle grandi città e dal cuore d’Europa. Dovremmo salvaguardarle come un tesoro prezioso e allo stesso tempo renderle accessibili, attrezzate per lavorare e abitarci. Per me il futuro è questo.

 

Quanto c’è di suo all’interno del romanzo? Sono situazioni e luoghi di fantasia o reali?

Come dicevo non c’è nulla di inventato. Sono vere le persone, i luoghi e le cose che mi sono capitate. Ho omesso il nome del paese, ma credo che almeno la zona sia facilmente riconoscibile per chi frequenta questi posti. L’unico elemento di finzione è che la mia avventura nel libro dura sei mesi, da maggio a ottobre; nella realtà sono stati diversi anni.

 

Quali sono le 3 parole che, come scrittore, preferisce?

Le parole mi piacciono tutte, sono gli uomini che le sviliscono. Provo pena per quelle che, per essere troppo frequenti nell’uso, perdono di significato. E ancora di più per le parole delle frasi fatte e dei luoghi comuni, parole che abbiamo ridotto a gusci vuoti. Ogni volta che ne scriviamo una dovremmo ricordarci che cosa vuol dire davvero, e restituirle il suo valore.

Dalla carta a facebook, il racconto di Amélie Nothomb diventa corale

amelièROMA – Amélie Nothomb è tra gli scrittori contemporanei più amati e prolifici: dal 1992 ha pubblicato più di venti romanzi tradotti in 45 paesi diversi. I suoi libri, editi in Italia da Voland, riscuotono sempre un grandissimo successo; l’ultimo di questi successi è “Barbalù”, il romanzo che diventerà presto un film diretto da Daniel Auteuil. Come si addice allora, a ogni star 2.0, anche Amélie Nothomb entra in rete e regala ai suoi tanti fan italiani la possibilità di scrivere insieme un grande racconto. Dal 27 maggio al 7 giugno 2013, infatti, partendo dall’incipit di un racconto dell’autrice franco-belga inedito in Italia, gli utenti di Facebook avranno l’opportunità di far proseguire la narrazione in base alla loro creatività, con una sorta di scrittura collettiva. L’iniziativa, ideata e lanciata da GoodBook.it  in collaborazione con la scrittrice franco-belga e l’editrice Voland, ha delle semplici regole: ogni frase aggiunta dovrà avere un senso logico e una lunghezza massima di cinque righe. Al termine di questo divertente esperimento, Amélie leggerà il “racconto collettivo” e il risultato, insieme al racconto inedito scritto dall’autrice (download in pdf), verrà pubblicato su Facebook.

“La donna lumaca” di Rosaria Iodice

La-donna-lumaca-Lupo-editoreAlessia Sità

ROMA – “Solo quando ti rendi conto che vivi in compagnia dei tuoi ricordi capisci che è finita. Ma il cuore ti cade a pezzi se hai troppi rimpianti con cui fare i conti.”

E’ con questa profonda riflessione che ha inizio il romanzo di Rosaria Iodice, “La donna Lumaca”, pubblicato da Lupo Editore. Angela ha trascorso un’intera esistenza cercando di assecondare le convenzioni di un’epoca, trascurando e dimenticando se stessa. Ha sempre sacrificato la sua felicità nella morsa dei sensi di colpa e dell’autocensura, che solo a tratti è riuscita ad addolcire in un momento estremamente delicato nella sua vita: la maternità. A fare da sfondo alle vicende della protagonista è l’Italia del secondo Novecento, con tutti i suoi conflitti e le sue rivoluzioni, che ne hanno segnato indelebilmente il corso della storia. Angela ha visto la guerra, ha conosciuto la sofferenza, è figlia delle turbolenze di una società in cui l’aborto oltre ad essere “una tragedia intima” è illegale e perseguibile dal codice penale. E sarà proprio l’Amore a cambiare totalmente la sua vita. L’incontro con uomini sbagliati, le scelte difficili e dolorose, plasmeranno il cuore e la mente della futura Nanda, la quale sentirà per sempre la necessità di espiare un passato infelice. In un periodo storico in cui le donne non hanno gli stessi diritti degli uomini, solo il coraggio di Teresa – la caporeparto della sartoria in cui Angela lavora durante gli anni della sua gioventù – le svelerà l’esistenza di un universo femminile, fatto di diritti e di reciproco aiuto. Nonostante tutto, però, l’inguaribile insicurezza e i pregiudizi del tempo, rappresenteranno continuamente un ostacolo nella sua vita. Dietro al timore di perdere la sua unica vera felicità- rappresentata dalla figlia Roberta – la protagonista cela un’altra grande paura: quella di ritornare ad amare o forse imparare ad amare ed essere amata per la prima volta. A segnare la vita di Angela-Nanda non saranno solo le proprie vicissitudini, ma anche tragici eventi, come il terremoto dell’Irpinia del 23 novembre 1980. Da allora, l’aria di precarietà inizia a farsi sempre più pressante. “I terremoti nella vita non sono soltanto quelli provocati dalle placche della terra e dal Vesuvio che mugugna in sordina. Ci sono terremoti che ci cambiano dentro e che fondamentalmente segnano il passaggio tra un prima e un dopo nelle nostre vite”.

Il romanzo di Rosaria Iodice diventa metafora dell’incapacità di vivere liberandosi dalle proprie paure, insicurezze e dai demoni che abitano la mente e il cuore. Il guscio di lumaca dentro cui Angela si nasconde, per fuggire la cattiveria del mondo, diventa impenetrabile nel momento in cui decide di cambiare la sua identità in Nanda. “La donna lumaca” è un romanzo fatto di attimi di vita quotidiana, immersa in un contesto socio-politico-culturale difficile, che inevitabilmente condanna la protagonista a un’esistenza di menzogna e spaesamento. Nonostante tutto, però, Rosaria Iodice riesce a creare quel lume di speranza che prelude a un futuro di riscatto.

Le ricette declinate a letteratura in “Le relazioni culinarie”.

Le relazioni culinarieGiulio Gasperini
AOSTA – Niente è sensuale come il cibo, coi suoi colori i suoi sapori i suoi odori. In “Le relazioni culinarie”, sorprendente romanzo di Andreas Staikos, edito in Italia da Ponte alle Grazie nel 2001, sono proprio le ricette le assolute protagoniste, perché è intorno a loro che la trama si sviluppa. Due uomini che abitano uno di fianco all’altro coltivano due passioni in comune: una per la cucina e una per la stessa donna, che riesce a gestire e mantenere una relazione con entrambi.
La rivalità dei due uomini diventa però amicizia, che si costruisce man mano, si solidifica e si rafforza nella prospettiva dello stesso amore (per lei) ma principalmente nell’ottica della stessa passione (quella culinaria). Il disvelamento della situazione, la consapevolezza di amare la stessa persona, la sorpresa nello scoprirsi così simili son momenti, snodi della vicenda, sottolineati dagli odori, dai profumi, dalle intuizioni ai fornelli che si concretano attraverso finestre aperte e terrazze adiacenti, attraverso visioni immaginate di pentole sfrigolanti e di forni incandescenti. La cucina diventa il luogo perfetto, l’ambiente privilegiato per far accadere coincidenze.
Le ricette protagoniste sono quelle tipiche della cucina greca, dalla moussaka ai dolmades, dalla youvarlakia al patsàs. Sono tutte narrate nel romanzo, usate come suture tra quadri e situazioni diversi, fino ad arrivare a scandire le fasi della lotta tra i due uomini per il possesso della donna; ma lei mai sarà di nessun dei due, lasciando a entrambi l’illusione del loro potere e un futuro di rimpianti da gustare in compagnia. Le ricette diventano quasi pozioni, formule segrete che conservano, nonostante la spiegazione, degli elementi di mistero; sono piccoli ricami di sentimento che non vengono interamente svelati, ma conservano gelosamente zone d’ombra, nei tempi di cottura, nell’esatto tempo di marinatura, nelle proporzioni tra ingredienti. La storia, tutto sommato, fa da cornice ampia: tutta la vicenda ruota intorno all’abilità culinaria dei due, che pare l’unico elemento di interesse per la donna, una dispotica e viziata creatura che non conosce pentimento né vergogna. Gli ingredienti, i passaggi, le misure: sono un canto, un salmo incessante che piove sulle vite dei protagonisti della storia per renderle meno tristi e grigie, meno intrappolate in una quotidianità che, nonostante non sia propriamente modesta, diventa però carceriera.
In “Le relazioni culinarie” diventa letteratura anche la semplice ricetta, che si carica di aspettativa e di attese, di prospettive erotiche e amorose, mentre vengono snocciolate dalla donna come irresistibili preliminari, come vere e proprie serenate d’amore: “Sono coralli, coralli di riccio di mare annegati in un cucchiaio d’acqua dell’Egeo”.

“Oh…” stupore e follia nel nuovo libro di Djian

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Luigi Scarcelli
Parma
“Il demonio si impossessa di un corpo ventiquattr’ore su ventiquattro o vi penetra solo a momenti?”La storia, problematica e controversa, di una donna di cinquant’anni é trattata da Philippe Djian nel libro “Oh…” nuova uscita della casa editrice Voland.

 

Michéle, questo il nome della protagonista, è una produttrice cinematografica di successo, con una vita molto complessa: il suo passato è terribilmente segnato dalla figura del padre, il cosiddetto “mostro d’Aquitania”, in carcere da trent’anni per aver fatto una strage a danno di innocenti bambini.  Per questo vive una giovinezza tremendamente difficile, una identità pesante da portare, ed è aiutata solo dalla madre, la controversa Irène e da Richard, fidanzato che sarebbe diventato suo marito. Nel presente Michele si è in parte riscattata, è infatti una donna di successo, rispettata  ma ancora al centro di una famiglia problematica: ormai separata da Richard, madre di un figlio,Vincent, immaturo e scontroso, convinto di costruire una vita con l’opportunista Josie, neomamma di Edouard. Unica vera confidente è Anna, sua amica e socia lavorativa alla quale però nasconde di avere una relazione con il marito Robert.

E il futuro? è proprio da qui che inizia il romanzo: Michéle è stata appena vittima di uno stupro in casa sua e dovrà capire chi è stato il suo violentatore, del quale non sa nulla e neanche immagina l’identità. Intanto la sua vita procede tra alti e soprattutto bassi: il rapporto con Vincent, la relazione clandestina e ormai priva di passione con Robert, l’invidia per la nuova fidanzata del suo ex marito Richard andranno di pari passo con la ricerca del violentatore e l’entrata in scena di Patrick, misterioso vicino di casa.

Il libro si legge tutto d’un fiato: è suddiviso in soli due capitoli,di cui il primo è la quasi totalità del romanzo mentre il secondo è l’epilogo, e le vicende della vita quotidiana di Michèle si accompagnano al ritmo quasi da thriller della ricerca dello stupratore.

Molto interessante è il modo in cui viene delineata la psicologia della protagonista: il suo minimizzare lo stupro, non volerlo denunciare per “quieto vivere”, il rapporto problematico con la madre e il marito da cui è separata ma del quale non sopporta dover conoscere la nuova bella e giovane fidanzata, il tutto sottolineato dalla narrazione in prima persona della protagonista. Philippe Djian scrive la storia di una donna, una donna la cui vita è attraversata dal lato oscuro e macabro che si manifesta negli uomini  (il padre, Robert, il misterioso stupratore) che ne entrano a far parte.

“L’ Italia in presadiretta. Viaggio nel paese abbandonato dalla politica”

l'italia in presadirettaROMA – Non facciamo politica e non parliamo quasi mai di politica, ma di informazione sì. Per questo oggi parliamo di “L’ Italia in presadiretta. Viaggio nel paese abbandonato dalla politica” di Riccardo Iacona (Chiarelettere).

Mentre intorno all’informazione si fa terra bruciata, le inchieste di Riccardo Iacona rappresentano una delle poche finestre ancora aperte sull’Italia. In questo libro Iacona racconta il paese che ha visto. Tra la gente, registrando storie, rabbia e passioni. In presa diretta. Con i magistrati e gli uomini delle forze dell’ordine che combattono una battaglia solitaria contro la ‘ndrangheta. Negli uffici pubblici, documentando, telecamera nascosta, come si ottengono le autorizzazioni a costruire eludendo la legge. In provincia di Napoli, dove da anni il tribunale è in una sede provvisoria, senza vigilanza né metal detector: “Qui si può entrare anche con un bazooka”. Sul Canale di Sicilia, tra uomini, donne e bambini sdraiati nei barconi con i corpi ustionati dal carburante rovesciatosi. E ancora la scuola al fallimento, il grande business dell’acqua ai privati, gli affitti pazzi e la politica inesistente sulla casa. Questa è l’Italia che la televisione non vorrebbe più raccontarci.

 

10 Libri per ragazzi per “Amo chi legge… e gli regalo un libro”

Mongolfiera_amo chi legge_chrLROMA – C’è tempo fino a lunedì 27 maggio per acquistare e regalare un libro. Grazie alla campagna “Amo chi legge… e gli regalo un libro” possiamo aiutare le scuole e le biblioteche ad arricchire la troppo scarna offerta bibliografica. Con “Amo chi legge” si contribuisce a donare ai bambini e ai ragazzi storie e avventure tutte da leggere. Qualche suggerimento? ChronicaLibri oggi vi propone 10 dei “100 libri per ragazzi imperdibili di oggi”.
1. “TORTINTAVOLA” di Thé Tjong-Khing, Beisler (0-3 anni)

2. “SOLO PER AMORE” di Sabina Colloredo, Carthusia (0-3 anni)

3. “LIBRO!” di Kristine O’Connell, Interlinea (0-3 anni)

4. “SAREMO ALBERI” di Mauro Evangelista, Edizioni Artebambini (4-6 anni)

5. “FAVOLE AL TELEFONO” di Gianni Rodari, Einaudi Ragazzi  (4-6 anni)

6. “IL RE DEI VIAGGI ULISSE” di Roberto Piumini, Nuove Edizioni Romane (7-10 anni)

7. “IO DENTRO GLI SPARI” di Silvana Gandolfi, Salani, (11-14 anni)

8. “PIANO FORTE” di Patrizia Rinaldi, Sinnos Editrice (11-14 anni)

9. “UN ALTRO ME” di Bernard Friot, Topipittori  (11-14 anni)

10. “I FRATELLI NERI” di Lisa Tetzner, ZOOlibri (11-14 anni)

“Amo chi legge…e gli regalo un libro”, 5 giorni per esprimere il proprio amore in volumi

amochilegge_chronicalibriROMA – Dal 23 al 27 maggio arriva in tutta Italia “Amo chi legge…e gli regalo un libro”, la grande manifestazione di promozione della lettura e del libro. Il progetto,  nato dalla campagna promossa da Sinnos “I libri? Spediamoli a scuola!” e promosso dall’Associazione Italiana Editori (AIE), e in particolare il Gruppo di lavoro editori per ragazzi di AIE, è un’opportunità per sopperire a queste lacune con l’aiuto della filiera editoriale ma anche e soprattutto dei cittadini lettori e delle famiglie.

“L’intento – spiega Antonio Monaco, responsabile del Gruppo editori ragazzi di AIE – non è solo quello di rifornire le biblioteche ma anche di creare un circolo virtuoso a beneficio della promozione alla lettura. Ci sembrava necessario lavorare con le scuole ma anche con le biblioteche e le librerie, giocandoci in prima persona come editori per ragazzi. Così è nata l’iniziativa e così è nata la lista dei 100 classici imperdibili, un nostro suggerimento, nato da una rosa ampia degli editori e selezionati poi dai bibliotecari e dagli esperti di Nati per Leggere. All’interno non ci sono i “nostri” classici imperdibili alla Piccole Donne e Pinocchio, per capirci, ma i “nuovi classici imperdibili”, quelli che formano gli 0-14enni e più di oggi”.

Infatti, con “Amo chi legge”, le scuole e le biblioteche di pubblica lettura avranno la possibilità di stilare una lista di libri desiderati per arricchire l’offerta all’utenza scolastica e cittadina, a partire dall’elenco dei “100 libri per ragazzi imperdibili di oggi”.

 

 

 

Tanti appuntamenti per il Maggio di Cleio

cleio_maggiodeilibriROMA – Il Maggio dei Libri sboccia anche nelle librerie Cleio. La rete di librerie e negozi per bambini specializzate nell’alta qualità dei prodotti in vendita (libri e giocattoli) e caratterizzata dall’attenzione verso la crescita sana e divertente del bambino, apre le porte agli appuntamenti del Maggio. Fino a fine mese, le librerie Cleio di tutta Italia e location inusuali scelte per l’occasione proporranno un ricco calendario di appuntamenti. Le attività non si limitano solo alle sedi della librerie, ma sono svolte anche in location inusuali per portare davvero ovunque l’amore per i libri:

 

PORDENONE

Il libriccino:

Grande festa del libro giovedì 23 maggio, dalle 16 in poi, con letture recitate con accompagnamento musicale e laboratorio di costruzione di un libro pop up personalizzato sul tema dei mostri.
https://www.facebook.com/libriccino.libreria

 

TREVIGLIO (BG)
La pulce curiosa:
Domenica 19 maggio ore 16,00: “Leggere fa crescere: scorpacciata di letture animate con laboratorio e merenda”: letture a più voci di È un libro, Siamo in un libro, Un libro; a seguire laboratorio per bambini da 1 a 3 anni “costruiamo il libro tattile” e dai 4 anni in poi “costruzione di un libro pop-up”.
http://www.lapulcecuriosa.it/

 

GHEDI (BS)
I libri di Patty:
Sabato 25 maggio ore 16,30: lettura animata di “Corna bicorna” (Babalibri) seguita da un laboratorio creativo che illustri i personaggi della storia letta. Merenda offerta dalla libreria! Per bambini dai 3 anni.
http://www.ilibridipatty.it/images/documenti/Maggio_2013.pdf

 

CESENATICO
Cartamarea:
Domenica 26 maggio alle ore 16,00 presso il Bagno Milano, “FLASH MOB-leggere fa crescere”: un evento itinerante per portare al mare il proprio libro preferito e trasformarsi con carta e colori nell’eroe delle proprie storie.
http://www.cartamarea.it/

 

REGGIO EMILIA
C’era una volta:
Sabato 25 maggio grande festa del libro: palloncini e truccabimbi, lettura animata e laboratorio su Indovina (Fatatrac) e lettura animata di Doccino tante storie. Buffet e aperitivo anche per i genitori!
https://www.facebook.com/LibreriaCeraunavolta

 

RIMINI
Le mille e una storia
Sabato 25 è previsto un pomeriggio intero per festeggiare la lettura come fonte di ispirazione per disegnare, immaginare e raccontare nuove storie: letture animate a ruota libera dalle 16,30 e laboratori condotti dalle libraie di Le Mille e uno Storia.
https://www.facebook.com/pages/Le-Mille-e-una-Storia-Libreria-per-ragazzi-e-bambini/305210212830703

 

ROSETO DEGLI ABRUZZI
Ali Ba Book:
Giovedì 23 maggio dalle ore 17,00 Michele D’Ignazio, autore di “Storia di una matita”, coinvolgerà i piccoli lettori in una festa-laboratorio, ricca di rumori, personaggi e magici disegni da realizzare tutti insieme. Merenda per tutti.
https://www.facebook.com/alibabook.libreria

 

ROMA e dintorni
La coccinella blu:
Giovedì 23 maggio ore 17,00 “L’appetito vien… leggendo!” , un pomeriggio di filastrocche, storie e tanta musica da ascoltare in compagnia. Dai 3 ai 6 anni, in collaborazione con Il Semaforo blu.
https://www.facebook.com/pages/La-coccinella-blu/368507206571422

 

Libreria di Paolina:
Giovedì 23 Maggio ore 17.00: “Il libro creativo”, lettura di storie di “amicizie colorate” e laboratorio per viaggiare nel grande mondo del libro costruendone uno insieme. Per bambini dai 4 anni.
http://www.libreriadipaolina.com

 

Bottega delle storie:
Venerdì 24 Maggio dalle ore 17,00 grande festa dedicata ai libri: tantissime storie, divertenti avventure, merende golose e un laboratorio speciale. Alle 19,00 aperitivo salato, saluti e un ricordino della libreria.
http://www.bottegadellestorie.it/

 

Tana Liberi Tutti:
Fittissimo calendario di eventi per tutto il mese di maggio, tra questi: sabato 25 maggio ore 16,00 “Ascoltare con gli occhi”, letture animate per bambini tradotte in LIS, la Lingua dei segni italiana.
https://www.facebook.com/pages/TANA-Liberi-TUTTI/178070482333494

 

C’era due volte:
Sabato 25 Maggio ore 17,00 appuntamento con “La principessa sul Cocomero” (Coccole edizioni): la favola della “Principessa sul pisello”, così come la conoscono i bambini di tutto il mondo, non corrisponde alla verità. Infatti quel cattivone di Andersen l’ha completamente cambiata!
https://www.facebook.com/pages/Cera-due-volte/143067152542930

 

Centostorie:
Sabato 25 maggio dalle ore 11,00 a Centostorie una lettura molto animata per scoprire quanto vale la felicità che si prova nel donare, con Tico e le ali d’oro (Babalibri).
http://www.centostorie.it

 

CAVA DEI TIRRENI (SA)
Marcovaldo:
Leggere fa crescere… anche i mostri!: giovedì 23 maggio lettura animata de “Il mostro che amava le storie” di Sabine De Greef (Babalibri) con laboratorio per costruire il proprio castello con tanto di mostro!
Per bambini da a 3 a 6 anni.
https://www.facebook.com/marcovaldo.libreria

 

BARI
Svoltastorie:
Fittissimo il calendario di eventi per tutto il mese di maggio, tra questi: venerdì 24 maggio ore 17,00 “Un gatto travestito da cavallo”, letture e laboratorio di costruzione di Animatti per bambini dai 6 agli 8 anni.
https://www.facebook.com/Svoltastorie

“Attimi paralleli”, la vita e la storia che non ti aspetti

attimi paralleli_recensione_chronicalibriGiulia Siena
ROMA 
“Ho sempre pensato a lei come ad una pesca, un frutto delicato, facilmente attaccabile in superficie, ma con dentro un nocciolo duro capace di resistere ad ogni avversità. Alex, al contrario, mi era sempre apparso come una noce, con un guscio duro e apparentemente impenetrabile, che se solo intaccato rivelava un’anima morbida e fragile”. La vita è fatta di coincidenze. Per una coincidenza Alex e Loreley si incontrano. Siamo a Roma, in una stazione in cui i binari collegano le vite di molti pendolari. Alex e Loreley sono tra questi. Una sera, come succede spesso, Alex fa tardi in tribunale e deve accontentarsi di prendere il convoglio delle nove. Nel vagone, però, la stanchezza lascia il posto alla sorpresa perché davanti ai suoi occhi si materializza la bellezza. Su quel treno per Ostia lo sguardo di Alex incontra due occhi “custodi di un fascino irresistibile”.
Comincia così “Attimi paralleli. Un libro a due voci”, il romanzo di Antonio Di Giovanni e Carmela Ferrara pubblicato dalle Edizioni Psiconline. In libreria da poco meno di un mese, “Attimi paralleli” è la storia di due esistenze che si incontrano e si raccontano ognuno con la propria voce lungo il percorso che li porta alla consapevolezza di amare.

Loreley è un medico che non si risparmia mai. Ogni giorno in corsia dona tutta se stessa; per il resto ha quasi dimenticato di essere donna.  Gli sguardi che attira, la radiosità che emana e la bellezza che si porta addosso sono stati per Loreley solo elementi di sofferenza. Gli uomini attingevano il buono e davano in cambio poco o niente. Ora è stanca. Non vuole più nessuno e non cerca più niente. Ma allora perché subire in questo modo il fascino di quell’uomo sul treno? Perché pensare che l’avvocato dal fascino pretenzioso potesse essere diverso? Perché rimanere così attratta da uno spavaldo dagli occhi di ghiaccio? Loreley se lo chiede anche dopo, anche quando Alex, l’uomo del treno delle nove, non si è presentato all’appuntamento del giorno seguente. Doveva aspettarselo, doveva già sapere che dopo il loro incontro fortuito, la bella chiacchierata sul treno e l’attrazione iniziale, lei sarebbe diventata solo un’altra donna da inserire nella lista di un Don Giovanni qualunque. Ma Alex, così coinvolto da quella bellezza sconosciuta, non tenne fede al suo impegno, non andò all’appuntamento con Loreley. Alex era stato bloccato da un incidente. Una macchina, quella stessa sera, gli portò via le certezze e fece vacillare ogni sua forza. Ci volle qualche settimana per ricominciare a vivere. Nel frattempo, però, Alex non aveva mai smesso di pensare a Loreley. Ma come poteva continuare a piacere a una donna? Come poteva accogliere una nuova passione nel suo abbraccio così lacerato dai bisturi? Il destino, però, li fa incontrare ancora e questa volta confondendo entrambi. Alex dopo l’incidente è un uomo cambiato e Loreley non ha più difesa di fronte a quegli occhi così belli e così veri. Si incontrano, si esplorano, fuggono, si ritrovano, si ascoltano, imparano a conoscersi, ad aspettarsi e a viversi. Il loro è un rapporto fatto di passione e paure, un continuo avvicinarsi e perdersi che porta a un amore completo. Un amore, quello tra i due protagonisti, che sarà messo a dura prova dalle situazioni, un amore che non conosce ritrosie e che si lascia cullare dal destino. Il destino, però, gioca brutti scherzi e Loreley e Alex sono pronti a mettersi in gioco anche grazie all’aiuto di Andrea.

 

Un racconto incalzante, una tecnica narrativa originale (il libro è diviso in 36 capitoli e lo stesso capitolo viene scritto da due punti di vista differenti) che trascina il lettore nella storia e lo coinvolge fino all’ultima pagina. Il finale, infatti, è qualcosa che non ti aspetti. Un libro scritto per commuovere.

 

VEDI QUI la video intervista di ChrL e ITVRome ai due autori.