Alessia Sità
ROMA – “La mia intenzione era di interpretare il fascismo in chiave intellettuale. Ma forse, a causa d’una mia immaturità di scrittore, quel romanzo diventò un collo di bottiglia in cui fu difficile far entrare tutto quello che ci volevo fare entrare. Mi accorgevo ancora una volta che il romanzo su dati storici e realistici era impossibile scriverlo”. Così Alberto Moravia commentava a distanza di tempo il suo romanzo “Il Conformista”, scritto per la prima volta nel 1949, ma pubblicato soltanto nel 1951, successivamente all’uscita dell’omonimo racconto sulla rivista “Comunità”. L’opera suscitò molte polemiche per il modo in cui Moravia descrisse l’adesione del Fascismo dietro al delitto dei cugini Carlo e Nello Rosselli.
Qualcuno infatti pensò che lo scrittore mirasse a riaccendere vecchi contrasti con la famiglia .
La storia si dipana dagli anni Venti alla caduta del Fascismo. Al centro della vicenda vi è l’angosciosa esistenza di Marcello Clerici, il quale dopo essere rimasto profondamente segnato da un drammatico episodio durante l’infanzia, decide di diventare una spia dell’OVRA e di sancire il proprio ingresso nel partito fascista macchiandosi con un terribile delitto. L’assassinio del Professor Quadri, ritenuto un pericoloso elemento antifascista, viene però complicato dall’arrivo della bellissima e affascinante Lina, moglie dell’anziano docente.
La ricerca esasperata della ‘normalità’ è il filo conduttore dell’intero romanzo. La tanto desiderata integrazione sociale ha un prezzo molto alto da pagare: la libertà individuale. Marcello si illude di poter essere uguale a tutti gli altri sposando la bella Giulia, una donna che non ama realmente, ma di cui si serve per continuare a seguire un proprio copione.
Partendo dal delitto dei fratelli Rosselli, Alberto Moravia parla del Fascismo e del dramma dell’uomo contemporaneo, sempre più vittima di un conformismo impregnato di ipocrisia e falsità. Con grande capacità introspettiva, lo scrittore riesce a fare percepire al lettore lo stato d’animo disadattato, e talvolta alienato, del protagonista perennemente incapace di opporsi alle convezioni della classe borghese. Con uno stile asciutto e chiaro, Moravia racconta la storia di un uomo, di un’epoca e di una società destinata a non avere alcuna possibilità di riscatto.