Alessia Sità
ROMA – “Un articolo non basta mai per dire tutto perché vive solo il tempo in cui lo leggi. Subito dopo le vite da te incontrate spariscono nella fretta del prossimo reportage. E invece sono proprio quelle folle fruscianti di sconosciuti noti e forestieri, quella nebbia fitta di ricordi che fanno il succo e la carne del giornalismo”.
Così scrive Stella Pende, nell’introduzione di “Confessione reporter. Quello che non ho mai scritto”, edito da Ponte alle Grazie, nella collana Memorie. Attraverso numerose interviste, raccolte durante gli anni da inviata speciale, la giornalista riporta la propria esperienza professionale e personale, mettendo in evidenza come questo mestiere non viva solo di parola, ma anche di emozioni, caparbietà e rischi.
Partendo dal viaggio a Sarajevo e proseguendo con il racconto dei conflitti nei Balcani e in Medio Oriente, l’autrice dà finalmente voce a tutte quelle drammatiche realtà che troppo spesso vengono lasciate cadere “nella spirale del silenzio”.
Stella Pende ci regala pagine memorabili di ricordi personali, legati a celebri personaggi che con le loro azioni hanno segnato la nostra storia: da Gheddafi, al reporter poeta Kapuscinski, al terrorista galante Khaled Meshaaa, fino al premio Nobel per la Letteratura García Márquez. La coraggiosa cronista svela ai lettori il dietro le quinte e i segreti di un mestiere “troppe volte mitizzato, ma così poco capito nelle passioni che accende”, facendo emergere in qualche modo la vera “linfa del giornalismo”.
Attraverso un PRIMA e un DOPO, ogni articolo viene scandito dall’estenuante corsa contro il tempo . Con la straordinaria sensibilità di una donna che non dimentica di essere soprattutto una madre, Stella Pende ci offre “un viaggio lungo e felice”, che merita di essere vissuto attraverso il resoconto dettagliato di ogni momento descritto.